Biennale di Venezia: il sito che vorremmo

Nella precedente edizione, quella del 2013, avevamo salutato con entusiasmo la riorganizzazione del sito della Biennale di Venezia, apparso più strutturato e ricco di materiali rispetto al nulla degli anni precedenti. Considerando che, con i suoi centovent’anni, la Biennale continua a essere una vetrina di richiamo internazionale, incrementare questo servizio diventa non solo auspicabile ma necessario.

Proviamo a indicare quello che, da potenziali beneficiari, vorremmo trovare sul sito della Biennale di Venezia. È questo un caso nel quale la funzione divulgativa, o promozionale, può essere trasformata in azione di mediazione culturale.
La Biennale dal titolo All the World’s Futures, secondo le indicazioni del direttore Okwui Enwezor, è accompagnata da un ricco programma di situazioni che si sviluppano nei mesi di apertura, fino al 22 novembre. I numeri sottolineano una massiccia ricognizione geografica sull’attuale stato del fare arte (con le 89 partecipazioni nazionali tra Giardini e Arsenale; 136 artisti di 53 paesi diversi e oltre 44 eventi collaterali sparsi in ogni luogo della Laguna) e la quantità se da un lato è individuazione di più prospettive, come in questo caso, dall’altro può risultare complessa nella trasmissione dei contenuti.

Per questo motivo un sito con una ricca e ben strutturata documentazione relativa ai temi trattati e agli eventi, unendo alla possibilità di visionare le opere l’ampliamento della sezione riguardante le interviste agli artisti e ai curatori dei padiglioni nazionali, può rivelarsi decisivo per orientare il visitatore. Lo stesso vale per gli incontri annunciati, altrimenti concessi nella continuità solo ai residenti in zona, che si avvicendano nello spazio Arena, trasformato in luogo attivo della riflessione e dello scambio.
Non sarebbe poi male se la Biennale di Venezia, viste le connessioni esplicite tra questa edizione e quella “atipica” del 1974, desse l’avvio a un progetto di consultazione online dello storico Archivio Asac, dal 1928, partendo dalla condivisione dei momenti dell’inaugurazione del 1974 tenuta a battesimo da Ortensia Allende, pochi mesi dopo il colpo di stato in Cile, delle immagini dei murales realizzati a Venezia dagli artisti della Brigata Salvator Allende, tra gli altri Matta e Vedova, e delle iniziative artistiche che celebrarono Salvator Allende e la sua opposizione al regime di Pinochet.

Adele Cappelli

www.labiennale.org

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #25

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Adele Cappelli

Adele Cappelli

Adele Cappelli (Ascoli Piceno, 1967) si occupa di arte contemporanea, formazione e comunicazione in ambito culturale-artistico. Docente di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Urbino e docente a contratto di Storia dell’Arte Contemporanea all’UNICAM-Corso di Laurea Disegno…

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