Quando il fumetto diventa un gioco

Il mondo in cui fumetti e gioco si muovono, in fondo, è lo stesso. È il mondo della fantasia. Il regno dell’impossibile che diventa possibile. Era quindi impensabile che i due universi non entrassero velocemente in contatto e si alimentassero a vicenda…

John Kovalic - Dork Tower

Inizialmente erano i fumetti che facevano da background a giochi che avevano più o meno successo. Un successo spesso legato proprio alla popolarità della storia narrata sulle pagine di qualche albo. Neppure troppo lentamente, la contaminazione è diventata completa. E molti fumettisti, oggi, si dicono appassionati di giochi di ruolo e, a loro volta, giocatori.
Questo nonostante fino a pochi anni fa il mondo dei fumetti guardasse a quello dei giochi con la sufficienza dovuta a chi si pensa “inferiore”. Ora qualcosa è cambiato. Un personaggio “trasversale” che ben sintetizza la portata di questo cambiamento è John Kovalic. A lui si deve uno dei giochi più dissacranti e divertenti, ma anche di maggior successo degli ultimi anni: Munchkin.
Ma anche le strisce di Dork Tower, dissacrante fumetto su un gruppo di geek che vive in una città immaginaria del Winsconsin e nei quali ognuno riconosce piccoli e grandi difetti che in fondo appartengono un po’ a tutti. Alla base delle creazioni di uno dei personaggi che viene additato come “geniale” vi è la personalissima passione per il gioco e per il mondo che vi gira attorno.

Le card di Chez Geek firmate da John Kovalic

Quando partecipa a manifestazioni come Lucca Comics & Games, il pluripremiato Kovalic non manca di concedersi sessioni di gioco, dove lui stesso masterizza le partite. “Fondamentalmente trovo divertente giocare”, dice, “e penso che sia un ottimo stimolo per la mia fantasia”. Insomma, fino a pochi anni fa si poteva dire che i giochi – con le carte, sui tabelloni o su uno schermo – prendessero vita dalle strisce. Adesso questo confine si fa sempre più labile, e in realtà non è più nemmeno possibile delineare se esista o sia semplicemente una linea di demarcazione virtuale, che serve ai critici per delimitare un confine che, già oggi, forse non esiste più.

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Federica di Spilimbergo

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #5

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Federica di Spilimbergo
Federica di Spilimbergo (Roma 1967) ha iniziato a lavorare nel 1994 per 'L'Unità' dove, nonostante la passione per l'arte e la musica, si è occupata prevalentemente di cronaca per l'inserto 'Mattina-Toscana' e per il fascicolo nazionale, senza però trascurare le passioni che l'avevano portata a scrivere. Terminata l'esperienza giornalistica all'Unità, ha iniziato a collaborare con quotidiani locali e con l'agenzia Adn-Kronos. Dal 2001 è iscritta all'albo Professionisti dell'Ordine dei Giornalisti e, nello stesso anno, fa un'esperienza presso la redazione politica del Tg3 e, terminata questa esperienza televisiva, torna nel mondo delle agenzie, collaborando con l'Agi. Dal 2007 è vicedirettore del quotidiano on line www.loschermo.it. Nel 2011 ha ricevuto il premio DonnaèWeb per le Buone Prassi. Nel tempo è riuscita a coltivare la passione per la musica e per il mondo dei fumetti e, in particolare, dei games, scrivendo spesso su questi temi, anche su riviste specializzate in tali ambiti (Jam, per citarne una).