La storia dell’arte tra sesso, droga e alcol in un nuovo libro

Lo storico dell’arte Claudio Pescio guida in un viaggio attraverso la rappresentazione di sesso, alcol e droga nelle opere d’arte. Tra il Quattrocento e la contemporaneità

Le trasgressioni sono protagoniste di Paradisi proibiti, un libro che racconta storie di sesso, alcol, droga, spesso censurate, attraverso le opere d’arte del passato. “Allora come oggi, e si pensi alle politiche dei social media, si è sempre cercato di cancellare la libertà mentale e la sessualità. Una questione che ha radici molto lontane”, sostiene l’autore, Claudio Pescio.
Manca solo il rock and roll. Il resto c’è tutto: sesso, alcol, droga, ma soprattutto un patrimonio iconografico straordinario attraverso cui si può fare un’ideale full immersion tra le trasgressioni alle quali, dalla notte dei tempi, l’umanità talvolta resiste e talaltra cede. L’ultima fatica di Claudio Pescio si intitola Paradisi proibiti (Giunti, 2023) e nelle sue quasi trecento pagine mostra e commenta una vasta selezione di dipinti e sculture europei databili tra Quattro e Cinquecento, con qualche presenza di opere antiche o dei primi decenni del Novecento. Questo fermarsi sulle soglie della contemporaneità ha una precisa ragione: “Nelle arti del nostro tempo la trasgressione è diventata un ingrediente tra gli altri; anzi, uno dei più utilizzati, fino a perdere i caratteri di forza e originalità che aveva in tempi in cui trasgredire era decisamente meno facile e scontato”, spiega l’autore nell’introduzione al volume.

Cover del libro Paradisi proibiti. Storie di sesso, alcol e droga nelle opere d’arte
Cover del libro Paradisi proibiti. Storie di sesso, alcol e droga nelle opere d’arte

Il libro “Paradisi proibiti” di Claudio Pescio

Grazie a un tale repertorio di immagini scandalose, bizzarre, provocatorie, si dispiega davanti agli occhi del lettore il mondo dei desideri degli uomini e delle donne del passato (soprattutto degli uomini, come vedremo), il loro bisogno di sognare dei paradisi e di ricercare quel piacere che deriva dalla triade sesso-alcol-droga, dove il primo fattore è ovviamente quello che fa la parte del leone. Ad Artribune Claudio Pescio racconta: “L’idea di scrivere questo libro mi è venuta perché mi è sempre piaciuto mischiare le carte, osservando nelle opere d’arte qualcosa di diverso da ciò che si trova nei manuali. La curiosità mi ha sempre portato a ragionare su opere che avessero dei lati un po’ oscuri, degli indizi mi facessero pensare a qualcosa che aveva a che fare con le mentalità di chi le ha create e ai preconcetti che qualche volta perdurano ancora oggi”. Come si può immaginare, la narrazione è pervasa di ironia e ha come scopo principale il divertimento: “Volevo scrivere qualcosa che non si prendesse troppo sul serio e facesse sorridere i lettori”. Ne sono prova alcuni capitoli quali Il rampollo spendaccioneIl lato nascosto (facile intuire quale!) o Che bordello.
Ma, parallelo alla narrazione principale, corre un discorso ben più serio, che rintraccia proprio negli episodi illustrati alcune delle radici della violenza di genere. “A questo aspetto tenevo molto” fa sapere ancora Pescio. “Mitologia e Sacre Scritture comprendono infatti delle storie erotiche – dalle note “prodezze” di Giove alle vicende di Susanna e i Vecchioni, di Betsabea o della ancor più celebre Giuditta – che scaturiscono da una mentalità assolutamente maschile. Quelle opere venivano infatti realizzate da artisti uomini che esprimevano non solo il proprio gusto, ma anche quello del target di osservatori a cui si rivolgevano. Le poche incursioni artistiche di donne, ad esempio quelle di Lavinia Fontana, si notano perché hanno qualcosa di diverso”. Basti osservare come quest’ultima pittrice tratta il soggetto Marte e Venere per rendersi conto della differente narrazione. La forte tendenza all’erotizzazione dell’arte attraverso il recupero del mito, spiega ancora l’autore nelle prime pagine, ha operato una “normalizzazione” della violenza maschile sulla donna, condizionando così il versante erotico dei linguaggi artistici occidentali.

Alcol e droga nel nuovo libro di Claudio Pescio

Tra le numerose storie raccontate da Pescio, vi è anche quella che riguarda l’uso politico della droga che scaturì nelle due guerre dell’oppio tra Cina e Gran Bretagna, rispettivamente nel 1839 e nel 1856. I cinesi accusavano allora i britannici di aver scientemente diffuso la pratica l’oppio nel loro Paese, facendoli passare come degli “oppio-addicted”, e questo abuso generalizzato venne spento a suon di cannonate. Una vicenda che all’autore ricorda la recente questione tra il presidente degli Stati Uniti Biden e l’omologo cinese Xi Jinping e relativa al dilagare del Fentanyl, un oppioide sintetico a basso costo che Oltreoceano è diventato un’autentica emergenza sanitaria. Senza dimenticare la faccenda ad alto tasso etilico del “Gin Craze”, vera e propria mania scoppiata in Gran Bretagna del XVIII secolo: consigliamo di leggere quel capitolo sorseggiando il cocktail più trendy del momento, ma con la debita moderazione!

Marta Santacatterina

Claudio Pescio, Paradisi proibiti. Storie di sesso, alcol e droga nelle opere d’arte
Giunti editore, 2023
272 pp., 29 €
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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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