L’editoria indipendente in Italia #12. La casa editrice effequ 

Dalla narrativa ai saggi di genere, dai libri dell’infanzia fino ad una rivista in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma. La storia e le produzioni della casa editrice effequ

Prosegue la ricerca di Artribune tra le indipendenti più interessanti in Italia. Questa volta è il turno di una casa editrice dalle idee ben chiare e con un catalogo già ricco di titoli e nomi molto interessanti, abbiamo parlato con Francesco Quatraro e Silvia Costantino di effequ, del loro lavoro e di come si sopravvive in un paese dove si legge, purtroppo, poco.

Francesca Manfredi, Elettra. Bestiario Parentale, effequ
Francesca Manfredi, Elettra. Bestiario Parentale, effequ

Raccontateci effequ: come e quando è nata, che linea editoriale ha, a chi si rivolge. 
effequ (con la e minuscola, perché non ci piace farci più grandi di quello che siamo) è una casa editrice indipendente nata cinque anni fa. A effequ piace definirsi storta e trasversale, perché vuole provare a esprimere una visione del presente che arrivi a più persone possibili senza limitazioni di alcun tipo, o forma, o genere. Si tratta insomma di un progetto destinato a menti aperte e curiose di ogni età e collocazione. 

Entriamo più nello specifico… 
Le collane di effequ riflettono questa intenzione e sono quattro: la narrativa (Rondini), pochissimi titoli di italiani all’anno, ogni titolo però con una voce e una forza assolutamente indiscutibili; la saggistica (Saggi pop), dove si può parlare di astrologia transfemminista o del problema dell’abitare, ma lo si farà sempre da un punto di vista autorevole e situato; i piccoli saggi per giovani menti (Scatoline), una collana per l’infanzia sulle parole, curata da Vera Gheno; la serie di narrazioni ibride Elettra, sul rapporto col padre e il patriarcato, curata da Olga Campofreda e Eloisa Morra
effequ produce anche la rivista Calibano, in collaborazione con il Teatro dell’Opera di Roma, che riflette bene l’intenzione divulgativa anche di un ambito apparentemente poco accessibile. 

In contesto come quello italiano dove molte persone non leggono libri, come sopravvivono gli editori indipendenti? 
Lavorando tantissimo e con pochissimo personale; ma soprattutto cercando di mantenere ben salda la rotta sui propri obiettivi e sulla propria concezione di cos’è e cosa dovrebbe essere questo lavoro, costruendo un’identità forte e riconoscibile e conquistando la fiducia delle persone che ci seguono e ci leggono, senza cedere alle facili promesse di un mercato di rapidissimo consumo e brevissima durata. 

Qual è il libro o autore che più vi rappresenta o al quale siete più legati e perché? 
Abbiamo avuto con effequ la grandissima fortuna di creare, tra noi e chi scrive con e per noi, un rapporto che si intreccia e intesse legami che vanno molto spesso anche oltre il lavoro. Rispondere a questa domanda ci sembra ingiusto, un po’ come se ci avessero chiesto a quale figlio vogliamo più bene. Non si fa!

Vi andrebbe di indicarci un editore indipendente di cui vi piace particolarmente il lavoro? 
Anche in questo caso preferiamo non lanciarci in un elenco di preferenze, che sicuramente risulterebbe iniquo. Quello che cerchiamo di fare è un lavoro di rete e di relazioni; e sono moltissime le case editrici con cui abbiamo avviato progetti di vario tipo nel corso del tempo (dalla Controfiera romana al nascente BookRave, per esempio): tutti questi progetti ci piacciono, e stimiamo moltissimo le persone che avanzano con noi. 

Ultima domanda: il libro assolutamente da leggere almeno una volta nella vita. 
Il Signore degli Anelli

Dario Moalli

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Dario Moalli

Dario Moalli

Dario Moalli (Vigevano 1991) studia Storia e critica dell’arte all’università di Milano, nel 2013 si è laureato in Scienze dei Beni culturali, e da qualche anno vive stabilmente a Milano, dove vaga in libertà. Condivide l’interesse per l’arte con quello…

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