Muore il regista Kenneth Anger, icona trasgressiva del cinema gay underground

Gran maestro del cinema sperimentale, Kenneth Anger è morto a 96 anni. Autore dell’emblematico film “Scorpio Rising” e del libro “Hollywood Babilonia”, Anger ha segnato il percorso artistico di numerosi registi

Riuscire a descrivere un personaggio complesso e influente come Kenneth Anger (Santa Monica, 1927 – Yucca Valley, 2023) non è un’impresa facile, poiché si tratta di un’eredità sconfinata quella che il regista statunitense ha lasciato lo scorso 11 maggio con la sua scomparsa. Grazie a un senso estetico molto raffinato e alla volontà di affrontare argomenti mai toccati prima d’ora in maniera così audace – dalle sottoculture gay al satanismo –, il cinema di Anger si è distinto sin da subito condizionando anche il lavoro di cineasti successivi del calibro di Rainer Werner Fassbinder, David Lynch e Gaspar Noé, giusto per citarne alcuni.

Kenneth Anger allo Chateau Marmont di Los Angeles, California, Stati Uniti

Kenneth Anger allo Chateau Marmont di Los Angeles, California, Stati Uniti

CHI ERA KENNETH ANGER

Nipote di una costumista di Hollywood, Anger è stato introdotto sin dalla tenera età nel mondo luccicante dello spettacolo per ammirarne tanto lo splendore quanto la decadenza. E sarà proprio questo rapporto conflittuale con l’ambiente hollywoodiano che lo porterà poi a scardinarne miti e paradigmi attraverso le sue opere, da quelle filmiche a quelle letterarie. Conquistatosi una certa notorietà nel 1947 con il cortometraggio onirico Fireworks – debitore in qualche modo delle influenze surrealiste di autori quali Man Ray e l’amico Jean Cocteau – Kenneth Anger ha messo fin da subito le carte in tavola dichiarando apertamente non solo la propria omosessualità (è lui stesso a interpretare il ruolo del protagonista nel suddetto corto), ma anche l’intenzione di sondare in anticipo con i tempi quei territori inesplorati considerati prima di allora dei veri e propri tabu. A testimoniare questa particolare propensione sono alcune opere come la pietra miliare del ’63 Scorpio Rising (allucinato racconto di una gang di motociclisti costantemente in tensione tra eros e thanatos) e i film esplicitamente dedicati all’universo ritualistico/esoterico di Aleister Crowley: Inauguration of the Pleasure Dome, Invocation of my Demon Brother e Lucifer Rising, rispettivamente del 1954, del ’69 e del ’72. Caratterizzato da immagini altamente simboliche ed evocative, riprese in 16mm con un taglio decisamente avanguardistico da videoclip, il cinema sperimentale di Kenneth Anger è stato necessario per sdoganare tematiche e contraddizioni appartenenti non solo allo starsystem del suo tempo ma anche allo stesso uomo contemporaneo (un’attitudine seguita anche da un altro suo grande rivale dell’epoca, ovvero Andy Warhol).

Kenneth Anger

Kenneth Anger

LUCI E OMBRE DI HOLLYWOOD DALLA PROSPETTIVA DI KENNETH ANGER

Questa capacità indiscussa da parte di Anger di immergersi tranquillamente sia fra le stelle che fra le stalle di Los Angeles, gli darà la possibilità di collezionare tutta una serie di aneddoti che verranno poi raccolti in quello che è considerato un vero e proprio libro di culto, ovvero Hollywood Babilonia. Pubblicato nel 1959 in Francia – dove ha vissuto dal 1950 fino al 1960 – il volume racchiude tutti gli episodi più scabrosi e inquietanti di Hollywood. Partendo dai primissimi film muti fino a quelli a lui cronologicamente più vicini, il testo si presenta come un viaggio a tratti orrorifico negli eccessi e nelle ossessioni di numerosissimi protagonisti del cinema e dello spettacolo: un lungo racconto al vetriolo che, accompagnato da immagini a dir poco conturbanti, non risparmia nessuno. Da Theda Bara, star del kolossal di D. W. Griffith Intolerance, passando per Charlie Chaplin, Rodolfo Valentino e Marilyn Monroe sono davvero tantissimi i protagonisti di scandali e crimini che Anger ha sviscerato nell’ottica di rivelare la faccia oscura di quella luna apparentemente così brillante. Dopo 25 anni da questo primo volume ve ne sarà un secondo – Hollywood Babilonia II – che segue la falsa riga del precedente coprendo quell’arco di tempo non ancora approfondito. Ritenuto spesso osceno e iconoclasta, il lavoro di Kenneth Anger è in verità riuscito a scoperchiare con una certa maestria artistica questioni ancora oggi estremamente attuali evidenziando la sensibilità di una voce fuori dal coro della quale, soprattutto in tempi così bui e restrittivi, ne sentiremo molto la mancanza.

Valerio Veneruso

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valerio Veneruso

Valerio Veneruso

Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM –…

Scopri di più