Non ero preparato a sognare. Federico Luger racconta Traslochi Emotivi

Racconto d’autore della performance-happening-film intitolata "Hotel Splendor, Un Hotel con l’H Maiuscola". È infatti l’artista-gallerista Federico Luger che scrive a proposito dell’evento che ha avuto luogo al Grand Hotel et de Milan sabato 31 gennaio. Protagonista, il collettivo Traslochi Emotivi.

Grazie al fatto di non aver aperto la busta contenente l’invito per l’anteprima dell’ultimo lavoro del collettivo artistico Traslochi Emotivi, fondato da Giulia Currà, sono arrivato con l’immaginazione aperta: non avevo idea a cosa andavo incontro.
Soltanto entrando nella sala di proiezione si capiva già che qualcosa di diverso stava accadendo: mentre si riempiva il “cinema”, una sala molto elegante con una settantina di sedie che sarebbero state lentamente occupate da una selezionatissima lista d’invitati vestiti di gala (e io ero senza cravatta), un gruppo di performer deambulava realizzando alcune attività quotidiane e improvvisando movimenti. Alcuni compivano azioni più intime, o che generalmente si fanno in solitudine: un musicista introverso puliva la sua tromba di fronte a una coppia di giovani ballerini che metteva in scena una sorta di danza erotica, mentre un uomo di mezza età scriveva con una macchina per scrivere vintage. Sullo schermo si proiettava in loop una specie di natura morta con un incenso acceso, il tutto con musica elettronica di sottofondo.
Questo primo capitolo, preludio alla proiezione del film, introduceva lo spettatore in uno stato d’animo più vicino al sogno che alla veglia; un momento che nel cinema tradizionale non esiste, un momento vuoto che diventa un momento stimolante; uno spazio che tradizionalmente viene usato per la pubblicità diviene uno spazio per l’esperienza diretta di quelli che, più avanti si scoprirà, sono gli attori. Un vero happening.

Traslochi Emotivi, Hotel Splendor - photo courtesy Alberto Messina

Traslochi Emotivi, Hotel Splendor – photo courtesy Alberto Messina

Il video Documentario, straordinariamente ben realizzato, racconta la storia dell’Hotel Splendor, un edificio immaginario, con un’architettura e una storia costruite come un variegato puzzle di sogni e personaggi aneddotici. Una voce femminile (di Federica Fascio) narra tutta la storia dell’hotel, dalla nascita al momento di massimo splendore, quando artisti, intellettuali, galleristi, politici, industriali, poeti si radunavano nelle sue sale tra aperitivi e interessanti conversazioni, con anche alcune scene a luci rosse, fino al momento del suo declino.
Un documentario, per così dire, che cerca, attraverso immagini e una voce off, di costruire una storia di personaggi inventati che vivono in una dimensione temporale irreale; personaggi che partecipano a una narrazione impossibile, piena di episodi che trasportano agli Anni Trenta, quando ancora si creava il futuro in mezzo al fervore culturale milanese, passando per gli anni della Seconda guerra mondiale fino alla fine di un’epoca, nel 2014, che termina con un’asta di oggetti trovati ri-contestualizzati nelle scene del film, in modo di aggiungere loro un valore archeologico immaginario.
Un’altra caratteristica molto interessante del lavoro è che i personaggi, nonostante i salti temporali, non invecchiano: un magnifico lavoro di montaggio e la voce accattivante ci fanno rivivere simultaneamente gli ottant’anni di storia dell’hotel. Ci sono tante immagini realizzate nella lobby e nei saloni pubblici di questo Hotel Splendor. Momenti condivisi, momenti di gioia che ci fanno dimenticare che stiamo parlando di fantasmi, di personaggi morti: infatti, la data del video è 1932-2015, una data impossibile.

Traslochi Emotivi, Hotel Splendor - photo courtesy Alberto Messina

Traslochi Emotivi, Hotel Splendor – photo courtesy Alberto Messina

Quest’opera è senza dubbio un grande pezzo d’arte, non solo per la sua qualità visiva ma anche per il modo in cui è stata costruita. Nella primavera del 2014 lo stesso Traslochi Emotivi aveva realizzato una enorme installazione con una serie di performance che durò tre giorni in via Varese 12 a Milano, in cui si rappresentava la vita dell’Hotel Splendor; questa performance culminò in un’asta. Tra i suoi protagonisti si trovavano artisti, galleristi, immigrati, musicisti…
Una delle scene che mi commosse di più fu il momento in cui compariva, mentre dipingeva davanti a una tela, Ako Atikossie, un artista del Togo che vive a Milano e che più di una volta visitò la mia galleria. Grazie a Traslochi Emotivi diveniva un attore e performer dentro l’Hotel Splendor.
L’ultima parte della performance-happening-film è costituita da una serie di letture realizzate da Pasquale Leccese e dal direttore dell’Hotel Splendor, Eugenio Alberti.
Questo progetto riesce a integrare le persone e dà loro la possibilità di esprimersi: è l’arte contemporanea in contatto con la vita e non soltanto coi muri bianchi della galleria. È un film pieno d’immagini spontanee, un gruppo di persone che dai sogni si riuniscono in una sola voce per dire: “Milano, svegliati!”. Svegliati che il declino è vicino, svegliati per non diventare un museo, svegliati che la vita è fatta di azioni, svegliati che possiamo essere diversi.

Federico Luger

https://traslochiemotivi.wordpress.com/

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