Le fotografie di Guido Guidi rallentano il tempo. Una importante mostra a Milano
Ripercorre la carriera di uno dei più grandi fotografi italiani viventi la nuova mostra di 10 Corso Como: un omaggio a Guido Guidi e alla sua produzione, all’incrocio tra paesaggio, territorio e lirismo

È un momento di celebrazione per il quasi ottantacinquenne Guido Guidi (Cesena, 1941), tra i più intelligenti fotografi italiani, e non solo, del nostro tempo: uscita di libri di peso, una grande mostra al MAXXI, ma anche una più piccola ma molto raffinata mostra a Milano, alla galleria di 10 Corso Como. Il titolo è Da un’altra parte, il curatore è Alessandro Rabottini. A Milano è anche la galleria che segue da anni il lavoro dell’autore cesenate, Viasaterna, che ha collaborato alla riuscita della rassegna.
La mostra di Guido Guidi a Milano
Il cuore della mostra è l’indagine che Guidi ha condotto, negli anni, sul tema dell’ombra come risultato dell’incontro tra luce e spazio. Guidi non documenta semplicemente lo spazio, lo studia, lo analizza, rileggendolo nelle sue immagini attraverso un meccanismo di conoscenza che potrebbe essere definito fenomenologico. Come Merleau Ponty con la montagna Saint Victoire di Cézanne. Nel corso degli anni lo ha fatto con l’architettura di Carlo Scarpa che ci ha aiutato a leggere nella maniera più completa e complessa.
Nelle sue fotografie sono protagoniste forme quotidiane, anti-monumentali, marginali: Ronta, il luogo del suo vissuto, ma anche Preganziol, la località del trevigiano dove ha lavorato per molti anni, legato allo IUAV veneziano.







L’allestimento della mostra di Guido Guidi da 10 Corso Como
La rassegna propone un percorso, creato attraverso le nuove pareti mobili della recente sistemazione dello spazio espositivo. Un percorso che pone lo spettatore di fronte alle piccole immagini di Guidi, a quella “poetica dell’attenzione” in totale controtendenza con il mordi e fuggi della nostra quotidianità. Fotografie che propongono alcuni decenni di lavoro, dai Sessanta agli anni più vicini a noi. L’atto del vedere, l’analisi, l’attenzione che esso comporta non sono mai scontati per Guidi, uomo colto, profondo alla continua ricerca di stimoli.

Corsi e ricorsi artistici nelle opere di Guido Guidi
In un’altra parte della mostra Rabottini ha raccolto fotografie realizzate tra i primi Anni Settanta e il 2023, in un allestimento, che evoca la persistenza e la ricorrenza di certi temi attraverso i decenni. In tal modo si creano dei dialoghi interessanti in cui i fili rossi attraversano di volta in volta le immagini. Ci troviamo di fronte a delle vere e proprie scoperte formali e poetiche all’interno del lavoro di Guidi, che nel corso degli anni è stato un insegnante, un maestro, creatore di una vera e propria scuola di fotografia tra Venezia e Ravenna. Nei lavori posti in relazione, in cui la differenza e la ripetizione di matrice deleuziana emergono evidentemente, l’indagine è rivolta al tempo, alla sua transitorietà, al suo passare veloce. Una dimensione esistenziale, che si coglie nella poesia del vuoto, che rimanda a certo Antonioni, ma anche alla pittura del Rinascimento toscano.
Angela Madesani
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