Il viaggio fotografico di Giovanni Chiaramonte in mostra a Bergamo

Le sale espositive del Complesso Monumentale di Astino, sui colli bergamaschi, accolgono una cinquantina di scatti di Giovanni Chiaramonte. Un itinerario per immagini tra l'Italia, l'Europa e le Americhe

Ci sono l’estemporaneità della bellezza e il rigore fotografico di chi sa orientare l’obiettivo negli scatti di Giovanni Chiaramonte (Varese, 1948) in mostra presso l’ex monastero di Astino, alle porte di Bergamo. Il “realismo infinito” cui allude il titolo sintetizza l’approccio del fotografo a ciò che lo circonda, colto nella sua immediatezza e tradotto in istantanee evocative e puntuali. Dagli scorci di Venezia e Piacenza alle metropoli europee e americane, lo sguardo di Chiaramonte si posa sulla realtà in maniera decisa, sezionandone le angolazioni e usando luci, ombre, dettagli architettonici e presenza umana come strumenti per stabilire i limiti dello scatto. Il risultato sono immagini che rimandano a epoche specifiche – i decenni, dal 1980 ai primi Anni Duemila, fanno capolino dagli abiti, dalle automobili, dalle atmosfere urbane nelle quali è ambientata la narrazione fotografica – pur restando quasi sospese in una cornice temporale indefinita, dove i colori e le geometrie dettano il ritmo e il percorso assegnato allo sguardo, lasciando al paesaggio il ruolo primario.

Giovanni Chiaramonte, Jerusalem 1988

Giovanni Chiaramonte, Jerusalem 1988

LA FOTOGRAFIA SECONDO GIOVANNI CHIARAMONTE

Eppure, in composizioni nelle quali nulla è lasciato al caso, non mancano squarci di sorpresa – il fulmine che attraversa il cielo violaceo di una serata in Alabama, il cerchione rosso di una candida vettura nuziale a Cuba –, capaci di controbilanciare la precisione dello scatto, senza tuttavia alterarne gli equilibri. Curata da Corrado Benigni e promossa da Fondazione MIA, la mostra porta nuovamente la fotografia nel Complesso Monumentale di Astino – già ospite della monografica di Olivo Barbieri nel 2020, dopo i mesi difficili del primo lockdown, e protagonista di un poderoso intervento di recupero a partire dal 2007 –, offrendo un riuscito colpo d’occhio sulla poetica di un autore che, come sottolinea Benigni, “sa bene che non c’è nessuna armonia nel mondo, nessuna totalità, nessuna compiutezza. La sua non è una fotografia consolatoria. L’ultima resistenza – sembra suggerirci – è solo quella dell’immagine, che mostrando le cose le fa esistere in una luce nuova, come fa la parola nominandole”.

Arianna Testino

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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