Raffaello e il blu egizio: la storia del pigmento in una mostra alla Villa Farnesina a Roma

Continuano gli omaggi a Raffaello Sanzio nel cinquecentenario dalla sua morte. Lo festeggia anche l’Accademia Nazionale dei Licei con una mostra presso la Villa Farnesina che presenta il risultato delle indagini sull’affresco Il Trionfo di Galatea

Il 2020, Covid malgrado, è stato l’anno di Raffaello Sanzio (1483, Urbino – 1520 Roma). Tanti sono stati le mostre e gli studi presentati nel corso di quest’anno che hanno svelato scenari inediti sulla pittura dell’artista. Recentemente abbiamo ad esempio parlato delle scoperte circa la popolare Fornarina; sempre dalla Capitale invece arriva la affascinante storia del blu egizio, un pigmento utilizzato dall’artista urbinate per il cielo, il mare e gli occhi di Galatea nel famoso affresco nella Loggia omonima di Villa Farnesina. Il risultato sorprendente delle indagini è stato frutto di un lavoro di squadra coordinato dal professor Sgamellotti, e composto da Claudio Seccaroni (ENEA), Chiara Anselmi (IRET-CNR), Michela Azzarelli, Manuela Vagnini (Laboratorio di Diagnostica per i Beni Culturali di Spoleto), Roberto Alberti, Tommaso Frizzi (XGLab-Bruker).

Trionfo di Galatea a sinistra; a destra l’immagine ottenuta mediante XRF scanning del Trionfo di Galatea di Raffaello in Villa Farnesina (particolare), ©Villa Farnesina e Bruker Nano Analytics/ MA-XRF scanning image of the Triumph of Galatea by Raphael (detail) ©Villa Farnesina and courtesy of Bruker Nano Analytics.

Trionfo di Galatea a sinistra; a destra l’immagine ottenuta mediante XRF scanning del Trionfo di Galatea di Raffaello in Villa Farnesina (particolare), ©Villa Farnesina e Bruker Nano Analytics/ MA-XRF scanning image of the Triumph of Galatea by Raphael (detail) ©Villa Farnesina and courtesy of Bruker Nano Analytics.

LA STORIA DEL BLU EGIZIO

Si tratta di “una ricerca interdisciplinare che ha visto l’unione tra la sfera pubblica e quella privata”, ha spiegato il socio linceo e curatore della mostra Antonio Sgamellotti.  Si intitola “Raffaello in Villa Farnesina: Galatea e Psiche”l’esposizione realizzata grazie all’Accademia Nazionale dei Lincei e alla doppia curatela che ha coinvolto anche la conservatrice di Villa Farnesina, Virginia Lapenta. La mostra, in corso fino al 6 gennaio 2021, sarà accompagnata da un calendario di eventi che si terranno l’11 novembre e a maggio 2021: appuntamenti dedicati al grande pubblico, ma anche di natura tecnico scientifica che verteranno intorno alla figura di Raffaello. “Le indagini sull’opera non sono state assolutamente invasive, poiché non abbiamo mai toccato la superficie dipinta”, ha spiegato Antonio Sgamellotti. “Non ci aspettavamo grandissime scoperte, ma volevamo avere la certezza di questo passaggio innovativo negli azzurri di Raffaello”.La ricerca si è svolta coniugando l’esperienza data dai precedenti restauri con le nuove tecnologie. Ne Il Trionfo di Galatea, affresco conservato nel villino delle delizie del banchiere Agostino Chigi, costruito tra il 1509 e il 1512, si è evidenziato un massiccio utilizzo del blu egizio. Ma qual è la particolarità di questo colore? È conosciuto come il primo blu artificiale della storia dell’arte, uno dei primi pigmenti in assoluto a non avere un’origine naturale. 

Raffaello – il Principe delle Arti – in 3D

Raffaello – il Principe delle Arti – in 3D

IL BLU NELLA PITTURA DI RAFFAELLO

La provenienza è desumibile dal nome, poi si è diffuso per tutto l’Impero Romano, fino alla perdita delle sue tracce. La tavolozza degli antichi era nota attraverso le tracce visibili negli scavi, ma soprattutto attraverso le fonti scritte. Ad esempio Vitruvio, nel famoso trattato De Architectura, riportava processi e ingredienti per la preparazione del blu egizio, conosciuto a quel tempo come caeruleum. Spiega sempre Sgamellotti: “questo tono di blu è caratterizzato da una determinata luminescenza se irradiata con radiazioni rosse”. E Raffaello? La grande quantità di colore utilizzata fa escludere l’impiego di materiale archeologico ritrovato occasionalmente, ma suggerisce la volontà del pittore a ricorrere ai materiali pittorici dell’antichità per ritrarre un soggetto mitologico, oltre che concretizzare quella forte fascinazione per l’antico. Nell’ambito della mostra presso la Villa Farnesina, sono in mostra per la prima volta al pubblico i disegni scoperti negli anni ’70 sull’intonaco della parte inferiore delle pareti affrescate con il Polifemo di Sebastiano del Piombo e col Trionfo di Galatea di Raffaello, normalmente nascosti da “finti” tendaggi ottocenteschi. Mentre nella sezione dedicata alla Loggia di Amore e Psiche si mostrano i processi della realizzazione della volta affrescata, con i disegni preparatori delle scene attualmente visibili.

La loggia di Amore e Psiche a Villa Farnesina, Roma

La loggia di Amore e Psiche a Villa Farnesina, Roma

LA FAVOLA DI AMORE E PSICHE 

Al primo piano della Villa Farnesina, in collaborazione con l’Istituto Centrale per la Grafica, è in corso anche l’esposizione “La Favola di Amore e Psiche nella traduzione grafica della Regia Calcografia. Disegni, fotografie, matrici”che pone l’attenzione in maniera emblematica sull’ultima fase del percorso storico dell’incisione classica italiana che fin dalle sue origini trae dall’opera di Raffaello e della sua scuola principale fonte di ispirazione. In mostra un fondo di incisioni, tra cui una serie di otto fogli realizzati da autori vari tra il 1899 e il 1903 dedicati all’illustrazione della Favola di Amore e Psiche, affrescata nella Loggia della Farnesina. Insieme a questi le corrispondenti matrici in rame. Il tutto si completa di un sistema interattivo, sviluppato da Gianpaolo Palma e Eliana Siotto (ISTI-CNR), che consente di navigare liberamente all’interno della “Loggia digitale”per osservare a distanza ravvicinata il particolarissimo pergolato della Loggia di Amore e Psiche e distinguere con maggiore facilità le tantissime specie vegetali (se ne contano 170) visibili nei festoni, oppure le 50 specie di animali rappresentate nelle vele della volta, e tutti i dettagli pittorici della favola di Apuleio difficilmente osservabili ad occhio nudo. Inoltre, all’interno della “Loggia digitale” è possibile anche consultare le opere esposte dall’Istituto Centrale per la Grafica. Il sistema sarà consultabile attraverso un touch screen in sede espositiva o direttamente sul Web al link http://vcg.isti.cnr.it/farnesina/loggia/ (sito che ha visto la luce durante il lockdown).

-Valentina Muzi

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valentina Muzi

Valentina Muzi

Valentina Muzi (Roma, 1991) è diplomata in lingue presso il liceo G.V. Catullo, matura esperienze all’estero e si specializza in lingua francese e spagnola con corsi di approfondimento DELF e DELE. La passione per l’arte l’ha portata a iscriversi alla…

Scopri di più