Il Cinquecento a Firenze: al via la super mostra d’autunno di Palazzo Strozzi

Curata da Antonio Natali e Carlo Falciani, Il Cinquecento a Firenze riunisce 41 artisti e oltre 70 opere per celebrare una stagione di notevole prolificazione artistica, tra ispirazioni religiose e temi profani. Tutte le immagini.

Non ricorre a giri di parole Antonio Natali per definire Il Cinquecento a Firenze “maniera moderna” e controriforma. Tra Michelangelo, Pontormo e Gianbologna, la mostra, da lui curata con Carlo Falciani, che chiude il ciclo avviato nel 2010 con Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici e proseguito, quattro anni dopo, con l’acclamata con Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti via della “maniera”. Al via il 21 settembre, questa è “una mostra molto difficile e sono grato a Palazzo Strozzi per il coraggio. I principi sottesi a tale esposizione si devono al maestro Carlo Del Bravo, scomparso di recente: la curiosità intellettuale, un po’ di spregiudicatezza, l’uscire con la voce fuori dal coro. Penso che mostre di questo tipo”, ha aggiunto l’ex Direttore della Galleria degli Uffizi, “o hanno organizzatori intelligenti, o hanno organizzatori masochisti oppure è lo Stato a farle. Lo Stato ha il dovere di proporre mostre che siano educative.” Resa possibile grazie a una rete di collaborazioni intessuta con musei e istituzioni, anche su scala internazionale, Il Cinquecento a Firenze presenta “dei picchi incredibili, costanti – ha precisato Arturo Galansino – sorprende in ogni sala, a partire dal ‘trio delle meraviglie’ composto dalla Deposizione dalla croce di Volterra di Rosso Fiorentino (1521), la Deposizione di Santa Felicita del Pontormo (1525-1528) e il Cristo deposto di Besançon del Bronzino”: quest’ultima opera, in particolare, rientra per la prima volta a Firenze per questa occasione dal 1545. “Un percorso tra grandi maestri e grandi scoperte, con nomi meno noti ma di assoluto rilievo”, ha sottolineato il Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi – A renderla straordinaria sono gli eccezionali prestiti e una campagna di restauri mai vista. Sono pari a 350.000 euro gli investimenti sul fronte della salvaguardia e conservazione: un ‘effetto benefico’ reso possibile dalla capacità di Palazzo Strozzi di raccogliere risorse.”

“LASCIVIA E DIVOZIONE” DI OLTRE 50 ANNI DI ARTE FIORENTINA

Sono otto sale del piano nobile dell’istituzione fiorentina occupate dalla mostra, il cui titolo, secondo gli iniziali propositi del duo curatoriale, avrebbe dovuto far emergere il binomio “Lascivia e divozione, due lemmi che s’adattano bene a sintetizzare due realtà, due visioni del mondo e perfino due condizioni dell’animo, differenti e financo antitetiche, che tuttavia convissero, procedendo su vie parallele”. Accanto a capolavori assoluti del Cinquecento, opera dei maestri indiscussi del secolo – Andrea del Sarto, Michelangelo, Rosso Fiorentino e Bronzino – il percorso si snoda tra lavori di pittori quali Giorgio Vasari, Jacopo Zucchi, Giovanni Stradano, Santi di Tito, Girolamo Macchietti e Mirabello Cavalori e di scultori come Giambologna, Bartolomeo Ammannati e Vincenzo Danti.

L’INVITO A TORNARE PIÙ VOLTE

Anche questa volta, come nello stile di Palazzo Strozzi, la rassegna è affiancata da una brochure dedicata agli itinerari di approfondimento nel territorio – “Fuorimostra del Cinquecento a Firenze e in Toscana” -, associata a un ciclo di conferenze diffuso. Del resto, ha evidenziato il curatore Carlo Falciani, l’invito “è tornare più volte, soprattutto dopo aver visitato le grandi basiliche fiorentina e aver colto lo spirito di questo periodo storico, oltre i pregiudizi”. Confermata, infine, la formula del biglietto congiunto con il Museo dell’Opera del Duomo, cui va ad aggiungersi quello con la BIAF – Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, al via a Palazzo Corsini sabato 23 settembre. A Il Cinquecento a Firenze Artribune dedicherà un approfondimento nei prossimi giorni; nella gallery, una panoramica delle opere esposte e dell’allestimento, progettato da Luigi Cupellini con Carlo Pellegrini.

– Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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