Hard Art è il collettivo di artisti, scienziati e filosofi fondato da Brian Eno contro la crisi climatica

Sono già circa 150 i partecipanti al sodalizio multidisciplinare riunito dal musicista e artista inglese, da sempre schierato in difesa del Pianeta. L’obiettivo è quello di creare una rottura culturale che determini il cambiamento

Solo qualche mese fa, in occasione della Biennale Musica di Venezia, Brian Eno (Woodbridge, 1948) veniva insignito del Leone d’Oro alla Carriera. Mentre lo scorso 20 aprile il compositore e artista britannico ha debuttato al Barbican di Londra con il biopic sperimentale (Eno) diretto da Gary Hustwit, che ha lavorato su centinaia di ore di girato, avvalendosi anche dell’intelligenza artificiale, per restituire un ritratto quanto più completo possibile di un autore decisamente poliedrico. Inventore della musica ambient, produttore di band come Roxy Music, Talking Heads e solisti come David Bowie, l’artista ha affiancato la pubblicazione di oltre quaranta album e la dimensione live con mostre e installazioni in tutto il mondo. L’ultima risale all’estate 2023, quando Eno è approdato a Trento con due “paesaggi sonori”, in dialogo con Castello del Buonconsiglio e Castel Beseno.

Brian Eno e l’impegno in difesa del Pianeta

E al suo approccio prolifico all’arte ha sempre fatto seguito un impegno attivo a sostegno delle cause sociali. Per questo non stupisce ritrovarlo nelle vesti di fautore e animatore del neonato collettivo Hard Art, che mette insieme artisti, scienziati e attivisti per reagire alla crisi climatica e alle emergenze umanitarie causate dal collasso della politica e della diplomazia. L’obiettivo dichiarato è quello di promuovere la collaborazione interdisciplinare che possa innescare un cambiamento di rotta, a partire da una rottura culturale rispetto al sistema precostituito. Un auspicio che poggia però su consolidate esperienze pregresse: Eno ha fondato nel 2021 la piattaforma benefica Earth Percent, chiamando a raccolta i musicisti intenzionati a fornire il proprio contributo contro il cambiamento climatico, versando una percentuale dei rispettivi incassi all’organizzazione, a propria volta in contatto con realtà impegnate nella causa. “We can and will make the change”, recita con fiducia il motto di Earth Percent, che entro il 2030 si prefigge di raccogliere 100 milioni di dollari.

The Word WE Need to Do, manifesto di Hard Art 1The Word WE Need to Do, manifesto di Hard Art
The Word WE Need to Do, manifesto di Hard Art 1The Word WE Need to Do, manifesto di Hard Art

Hard Art: il collettivo di artisti e scienziati

Hard Art si propone di adottare lo stesso approccio, a partire, però dalla crisi della democrazia: “Finché non affronteremo la crisi della nostra democrazia non saremo in grado di compiere le mosse audaci e coraggiose necessarie ad affrontare la crisi climatica”, spiega Eno. “Se non proviamo a coinvolgere tutti in questo processo non possiamo aspettarci che le persone accettino la sfida”. Quindi fondandosi sul modello delle assemblee popolari, Hard Art vorrebbe dimostrare che parlare “lingue” diverse può rivelarsi un vantaggio nel momento in cui tutte le parti coinvolte si impegnano per raggiungere un traguardo comune. Dunque il collettivo coinvolge anche professori universitari, come Graham Smith, leader religiosi, filosofi. Oltre ai creativi che hanno già aderito in buon numero, dagli artisti visivi come Jeremy Deller, Cornelia Parker e Gavin Turk, allo scrittore Jay Griffiths, al designer Es Devlin, al regista Asif Kapadia. In totale, oggi il collettivo conta circa 150 membri. Tutti insieme per spingersi oltre il genio individuale, determinando un cambiamento di “scenario”, quello che Eno definisce – coniando un neologismo – “scenius”, cioè il genio collettivo.

Hard Art. Le attività del collettivo

Il gruppo, in realtà, lavora insieme già dalla fine del 2022, incontrandosi un paio di volte al mese nello studio di registrazione di Brian Eno. E si è già dotato di un manifesto sotto forma di fanzine: The Work WE Need to Do. Tra le prime attività organizzate, invece, spicca la Fête of Britain (andata in scena a Manchester lo scorso febbraio), evento che celebra l’immaginazione in tutte le sue forme. Nel frattempo è maturata la sinergia con la nuova piattaforma online Metalabel, co-fondata da Yancey Strickler, già Ceo di Kickstarter: su Metalabel, Hard Art pubblicherà e condividerà i suoi contenuti e le prossime attività.

Livia Montagnoli

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