Brian Eno a Venezia per il Leone d’Oro della Biennale Musica: il report del concerto “Ships”

Sullo sfondo della cerimonia di consegna del Leone d’Oro alla Carriera per la Biennale Musica di Venezia, è andata in scena al Teatro La Fenice l’unica data italiana del primo tour dell’artista inglese in cinquant’anni

In passato non ero in sintonia con le orchestre che trovavo legnose (venivo dal pop), poi ho conosciuto la Sea Baltic Philarmonic che ama fare musica nuova e suonare i propri strumenti e mi sono ricreduto”. Con queste parole Brian Eno – Leone d’Oro alla Carriera che la Biennale Musica di Venezia gli ha consegnato domenica 22 ottobre nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian – ha spiegato le ragioni della sua collaborazione con una formazione orchestrale per la sua ambient opera più nota: Ships. Ultima evoluzione di un lavoro ispirato alle sonorità oceaniche e al relitto del Titanic, sul rumore di fondo della Prima Guerra Mondiale, è andata in scena in prima assoluta al Teatro La Fenice sabato 21 ottobre in doppia replica: unica data italiana del primo tour dell’artista inglese in cinquant’anni – tutto prodotto da La Biennale di Venezia – toccherà Berlino il 24 ottobre, Parigi il 26, Utretcht il 28, Londra il 30 nella cornice del Royal Festival Hall.

La cerimonia di consegna del Leone d’Oro alla Carriera a Brian Eno

Ho cominciato a studiare in una scuola d’arte come pittore che amava la musica e, come tutti gli studenti di scuole d’arte, sono stato incoraggiato a credere che c’erano una manciata di grandi personaggi come Picasso, Kandinsky, Rembrandt e Giotto e così via che sono più o meno apparsi dal nulla e hanno prodotto una rivoluzione artistica”, ha continuato Eno durante la cerimonia di consegna del Leone d’Oro che lo ha visto interloquire con Tom Service, critico musicale della BBC Radio. “Ma col passare del tempo mi sono reso conto che la creazione è frutto di un più ampio gruppo di persone”. Da qui il concetto di “Scenius”, un neologismo coniato dal musicista dalla crasi di “Genius” e “Scene” per dire che le idee nascono da gruppi di persone e, mai come oggi, dalla tecnologia. “Il principio della musica generativa non è quello di rafforzare i pregiudizi, ma di portarci in un luogo dove non siamo mai stati. Una parte della musica di ieri sera è stata creata con algoritmi”.

Ships di Brian Eno con la Baltic Sea Philarmonic diretta da Kristjan Järvi (prima assoluta, commissione La Biennale di Venezia) Courtesy La Biennale di Venezia ph. Andrea Avezzù
Ships di Brian Eno con la Baltic Sea Philarmonic diretta da Kristjan Järvi (prima assoluta, commissione La Biennale di Venezia) Courtesy La Biennale di Venezia ph. Andrea Avezzù

Ships: il concerto ambient di Brian Eno e orchestra al Teatro La Fenice di Venezia

E proprio la dimensione del sogno, dell’immaginazione e dell’emozione è stata vissuta durante l’esibizione di Ships che, quando è stata ideata e realizzata nel 2014, nasceva come installazione site specific, utilizzando altoparlanti di varie misure e fatture come veri e propri strumenti musicali. Mentre ora è diventata un concerto, con la Sea Baltic Philarmonic diretta dal vulcanico e istrionico Kristjan Järvi a mettere in scena questa partitura di suoni ambient, in un crescendo di varie intensità. Un’orchestra di 39 elementi, provenienti dai Paesi affacciati sul Baltico – danesi, estoni, finlandesi, tedeschi, lettoni, lituani, norvegesi, polacchi, russi, svedesi – che si comporta come una band, molto fisica e performativa, in piedi sul palco a suonare i propri strumenti analogici, come se fossero però elettronici, improvvisando e coinvolgendo il pubblico e facendo della performance un’esperienza immersiva totale. Il tutto accompagnato dalla voce di Brian Eno che, quando non è trasfigurata dal vocoder, è capace di toccare corde sublimi come nel pezzo extra By this River che ha emozionato tutto il teatro veneziano. Per proseguire ancora per qualche giorno nell’esperienza veneziana di Brian Eno, è possibile vedere e (ascoltare) fino al 29 ottobre in Arsenale Nothing Can Ever Be the Same, installazione video di 168 ore del regista americano Gary Hustwit e dell’artista britannico Brendan Dawes sulla sua musica, l’arte visiva e le sue idee.

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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