La mostra che racconta la scena artistica romana degli Anni Novanta

14 artisti e 60 opere portano nelle sale della Galleria Nazionale di Roma le atmosfere creative della Capitale prima che scoccassero gli Anni Duemila. Per riscoprire personalità emerse in un contesto poco favorevole

La Basilica di San Pietro costruita con carte da gioco, le colonne a tortiglione del baldacchino di Bernini composte da una pila di pneumatici da camion, una serie di amache colorate piene di aghi di pino secchi, i corridoi del Palazzo dei Filippini riprodotti nella loro ossessiva sequenza. Si respira un’aria di decadenza controllata nella mostra Un presente indicativo alla Galleria Nazionale di Roma, che riunisce sessanta opere di quattordici artisti nati negli Anni Sessanta, invitati da Antonello Tolve a raccontare la scena artistica romana degli Anni Novanta, al termine di transavanguardie, anacronismi, pitture colte e nuove scuole romane che avevano dominato il decennio precedente. Così, mentre a Milano si affermava una nuova scena ludica e leggera, caratterizzata da una koinè post-boettiana accolta da una generazione di galleristi e critici desiderosi di affrontare e sostenere narrazioni più in linea con l’Europa, la Capitale viveva un momento di passaggio, in bilico tra l’apertura verso le novità internazionali e la memoria dei fasti degli anni precedenti. Una sorta di “Barocco incerto”, con una vocazione a una monumentalità scettica e non convinta, contaminata da linguaggi e istanze differenti ‒dalla fotografia all’installazione ‒ senza però rinunciare a una velata ironia, quasi una sorta di malcelato fatalismo, che Tolve descrive come “una lotta a volte ben definita e visibile, altre appena accennata ma atmosfericamente riconoscibile nella dimensione fluida degli spazi”.

Un presente indicativo, installation view at Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma, 2023. Photo Adriano Mura

Un presente indicativo, installation view at Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma, 2023. Photo Adriano Mura

LA MOSTRA ALLA GALLERIA NAZIONALE DI ROMA

Una Roma in odore di fallimento ma consapevole della propria forza immobile, che trova nel sarcasmo l’arma più sottile e feroce, che nella sua stasi è ancora in grado di ispirare capolavori, come Colonna barocca (1989) di Paolo Canevari, incipit sintetico ma puntuale per il nuovo clima in arrivo. Clima che vede fiorire il divisionismo in chiave politica e poi surreale delle tele di Andrea Salvino (merita attenzione Fantomas, del 2019), la pittura cosmica e spaziale di Alberto Di Fabio e le composizioni fluide e meticciate di Gioacchino Pontrelli, come il prezioso Voglio che mi dici quello che non conosco (2021), che spicca per una dimensione immaginifica vicina alle tavolette dei primitivi fiamminghi.

Un presente indicativo, installation view at Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma, 2023. Photo Adriano Mura

Un presente indicativo, installation view at Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma, 2023. Photo Adriano Mura

UN PRESENTE INDICATIVO. GLI ARTISTI IN MOSTRA

Molte le ombre oscure in questa mostra, dalle sfere frammentate di Roberto Pietrosanti (autore anche dell’opera Le 72 giornate di Artemisia del 2022, più riuscita) a This Is Not A Love Song (2010), il busto di Batman capovolto di Adrian Tranquilli, fino alla serie Black Pages (Monuments of the Memory), le immagini ricoperte di olio esausto e inquadrate da pesanti cornici di Canevari, come icone di un funerale aristocratico. Nel percorso espositivo, ben orchestrato da Tolve, le opere si susseguono con un ritmo cadenzato, che alterna immagini più esplicite come i grandi collage di Marina Paris con momenti più concettuali e poetici, tra i quali spiccano Medardo Rosso. Bambino alle cucine economiche (1892), un’evocativa installazione del 2023 di Andrea Aquilanti, e Allegro non troppo (2017), raffinata elegia dello scarto di Bruna Esposito. Una panoramica puntuale, costruita per exempla e dedicata a una generazione di artisti frenata ai suoi esordi da circostanze non favorevoli, ma oggi ancora attiva e quanto mai meritevole di essere presentata in un contesto museale.

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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