A Milano gli artisti faccia a faccia con il paesaggio

È il dialogo con la natura a guidare le opere degli artisti in mostra alla Boccanera Gallery di Milano. Un viaggio alla scoperta del paesaggio simbolico

Una mostra collettiva sul topos del paesaggio; un testo d’artista, che inquadra la prospettiva, oltrepassando la filiera di intermediari critici; i riferimenti ai maestri della storia (Leonardo, Michelangelo, van Gogh); pittura e scultura come medium elettivi; la natura co-autrice delle opere: sono le coordinate principali entro le quali prende corpo l’esposizione alla Boccanera Gallery di Milano, dal titolo Se il paesaggio è simbolico.
Il paesaggio è simbolico, perché di per sé è figurazione. La materia è espressiva senza che per forza il gesto artistico la debba tradurre in forma.
Un dialogo aperto, nessuna visione e costrizione figurativa. Ognuno vive la sua esperienza di fruizione, la sua emozione. La volontà di riaffermare la necessità della semplificazione, del ritorno a una dimensione in sintonia con la natura, senza particolari intenzioni ecologiste, ma per il puro e semplice lasciarsi sorprendere dalla variabilità infinita del paesaggio, dal farsi stupire dalle manifestazioni della materia, dallo stare a guardare senza interpretare.

Se il paesaggio è simbolico, installation view at Boccanera Gallery, Milano, 2023

Se il paesaggio è simbolico, installation view at Boccanera Gallery, Milano, 2023

GLI ARTISTI IN MOSTRA A MILANO

Linda Carrara (Bergamo 1984), ideatrice della mostra, usa il frottage con taglio verticale per evocare l’immersione nel paesaggio; Fabio Roncato (Rimini, 1982) asseconda le forze del fiume che scolpisce la cera, o la terra che disegna i suoi segni; Giuseppe Adamo (Alcamo, 1982) sceglie gesti fluidi come rivoli d’acqua, che evocano micro e macro cosmi nelle stratificazioni di pittura; Lorenzo di Lucido (Penne, 1983) sovrappone le pennellate per animare la superficie pittorica perché possa interagire con la luce, dando la possibilità inesauribile dell’evoluzione dell’immagine nel tempo; Vera Portatadino (Varese, 1984) si interroga sulla grammatica della pittura e gli elementi filosofici che reca, come la bellezza, il piacere, la caducità; infine Silvia Giordani (Vicenza, 1992) rielabora da archivi virtuali le immagini per ri-definirne una nuova natura, che, nella sua sospensione, descrive inedite relazioni con lo spazio.
Pierre-Auguste Renoir diceva: “Come è difficile capire nel fare un quadro qual è il momento esatto in cui l’imitazione della natura deve fermarsi. Un quadro non è un processo verbale. Quando si tratta di un paesaggio, io amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci dentro per andarci a spasso“.
Tutti questi artisti tornano alla fonte dell’immaginario, flâneur nella natura.

Neve Mazzoleni

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Neve Mazzoleni

Neve Mazzoleni

Neve Mazzoleni. Background di storica dell’arte e filosofa, perfezionata in management dell’arte e della cultura e anche in innovazione sociale, business sociale e project innovation. Per anni è stata curatrice ed exhibition manager della collezione corporate internazionale di UniCredit all’interno…

Scopri di più