Materia e amicizia. La mostra di Emilio Vedova e Arnulf Rainer a Venezia

Due pilastri dell’arte contemporanea dialogano nell’ex studio del pittore veneziano e negli spazi della fondazione a lui intitolata. Mescolando colori, gesti e un approccio senza remore all’esistenza

C’è qualcosa di instancabilmente attuale nella poetica di Arnulf Rainer (Baden bei Wien, 1929) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919-2006), uniti da un’amicizia capace di superare il decennio anagrafico che li separava. L’attualità risiede in un terreno storico concimato per entrambi dallo spettro di una guerra globale, che evoca la minaccia bellica avvinghiata al nostro tempo, e riecheggia in un comune approccio alla materia – fisico, perentorio –, specchio di un pensiero lontano dalle mezze misure.

Rainer - Vedova: Ora. Particolare di allestimento della mostra, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia, 2022. © Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia, © photo Ela Bialkowska, OKNOstudio, Siena

Rainer – Vedova: Ora. Particolare di allestimento della mostra, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia, 2022. © Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia, © photo Ela Bialkowska, OKNOstudio, Siena

IL DIALOGO TRA EMILIO VEDOVA E ARNULF RAINER

Per Rainer e Vedova il linguaggio dell’arte è strumento necessario a tradurre l’individualità in un corpo collettivo, che diventa cassa di risonanza delle urgenze presenti. Ed è questo senso di urgenza a emergere dalla mostra Rainer – Vedova: Ora, allestita a Venezia nello Spazio Vedova – ex studio del pittore lagunare – e nel Magazzino del Sale gestito dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova. Due ambienti distinti, nei quali la pratica di Vedova e Rainer si offrono allo sguardo in maniera autonoma e distinta, intrecciando tuttavia una netta catena di rimandi. A tenere insieme gli anelli di una vicenda personale e artistica segnata da molteplici punti di contatto è la densità del colore, il modo di trattare il supporto, la capacità di raccontare una storia senza epoche, ma che dalle epoche trae origine. Nell’ex studio di Vedova sono riunite opere datate fra il 1949 e il 1983, esposte lungo un itinerario concettuale – non cronologico – che sottolinea l’impellenza con cui Vedova interrogava il suo tempo, mettendolo all’angolo, incalzandolo, pronunciando dei “no” inflessibili e lottando per diritti inalienabili – come artista e come essere umano.
La sua pittura assorbe e restituisce tutto questo, ponendo in discussione la linea, la figuratività, il colore, il supporto e dando loro una nuova forma, che abbandona il muro e invade lo spazio, che rompe il gioco della cornice e si fa tonda, tridimensionale, volutamente ingombrante. Proprio come la Venezia che muore, denunciata da Vedova in una delle sue serie più note, e che continua a morire oggi, soffocata da un turismo fuori scala e da una politica inadatta a comprenderne le dinamiche.

Rainer - Vedova: Ora. Particolare di allestimento della mostra, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia, 2022. © Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia. Photo © Ela Bialkowska, OKNOstudio, Siena

Rainer – Vedova: Ora. Particolare di allestimento della mostra, Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia, 2022. © Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, Venezia. Photo © Ela Bialkowska, OKNOstudio, Siena

RAINER E VEDOVA IN MOSTRA A VENEZIA

Un destino simile, anche se rapportato a secoli diversi, è toccato a Vienna, città di riferimento per Arnulf Rainer, che nel sempre impressionante Magazzino del Sale mette in fila le sue croci degli Anni Ottanta – da lui associate alla fisionomia del volto umano – e i tondi che compongono la serie Kosmos dei primi Anni Novanta. Forme diverse solcate dalla medesima veemenza nel dominare la materia pittorica, nel lasciarla grondare in rivoli cromatici affiancati con forza, nel far deflagrare la densità del colore in implosioni cristallizzate. Se la croce scivola sul piano della sofferenza, il kosmos ristabilisce un ordine, seppur apparente, giocando sui falsi equilibri di cui è imbevuta l’esistenza. Secondo capitolo del racconto espositivo avviato nel 2020 all’Arnulf Rainer Museum di Baden bei Wien, la mostra veneziana rinsalda il filo che unisce la città veneta e quella austriaca, ma soprattutto la sintonia fra due artisti che non avevano paura di essere tali.

Arianna Testino

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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