Ispirata dagli incontri con le opere di altri artisti, Martina Steckholzer (Vipiteno, 1974) elabora le sue emozioni rievocando gli episodi vissuti e interrogandoli attraverso i suoi dipinti. La pittura rappresenta uno strumento essenziale per la sua capacità di congelare un’immagine e attraverso di essa l’artista si muove nel regno dell’evanescente, dell’inconscio, innescando una relazione narrativa mai definitivamente conclusa tra sé e ciò che dipinge, tra ciò che è dipinto e chi guarda. Al centro della ricerca di Steckholzer c’è l’arte visiva di un dato contesto geografico e temporale, che porta l’artista a cercare fratture, strati e difetti che si verificano in diversi regimi di rappresentazione. “Preferisco mantenere le cose ruvide in superficie”, spiega Steckholder descrivendo le sue tecniche di produzione, affermazione che diventa il titolo del progetto espositivo allestito presso Quartz Studio.

MARTINA STECKHOLDER E CAROL RAMA
I nuovi lavori ad acquerello guardano alla grande artista Carol Rama e alle carte dei tarocchi che Steckholzer ha potuto visionare all’Accademia Carrara di Bergamo appartenenti alla famiglia Visconti-Sforza. “Ritrovo molte affinità con lei [Carol Rama, N.d.R.] nel modo in cui concepisco la mia attività artistica, cioè come un processo libero e aperto. Nelle carte da gioco e nel loro poderoso contenuto esistenziale ho scoperto numerosi legami con la mia attività e quella di Carol Rama. Per non parlare dei legami con il processo interpretativo dell’opera artistica e della vita”, spiega Martina Steckholder.
– Giulia De Sanctis
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