Che colore hanno le sinapsi? La mostra di Alberto Di Fabio a Milano

Luca Tommasi Arte Contemporanea, Milano – fino al 28 marzo 2020. Una danza cosmica per entrare in contatto con l’anima del mondo. Un viaggio tra materia e antimateria alla ricerca dell’assoluto attraverso la pittura di Alberto Di Fabio.

Il continuo dialogo tra ordine e caos all’origine dell’universo diventa protagonista nella nuova mostra di Alberto Di Fabio (Avezzano, 1966) dal titolo Paesaggi di una materia invisibile. Dalle sinapsi colorate che dischiudono visioni cosmiche nelle tele in cui velature e successivi strati di colore si alternano a colature e pennellate, la pittura sconfina proiettandosi nell’ambiente. L’imponente wall-drawing, realizzato con un ordine geometrico mai prima mostrato dall’artista, sembra configurare lo spazio come un monumento alla scienza. Cerchi concentrici, evocativi di una simbolica sfera armillare, sono un invito a entrare nell’energia che anima il cosmo. Viene in mente Sol LeWitt in quel ricorrere a semplici forme geometriche in rapporto con l’architettura. Così anche le opere alle pareti appaiono più come manifesti di un’idea, un’immagine dell’universo, rivelando il senso sotteso a una pittura astratta che nasce sempre da una matrice organica fatta di cellule, neuroni, atomi.

Alberto Di Fabio. Paesaggi della mente. Exhibition view at Luca Tommasi, Milano 2020

Alberto Di Fabio. Paesaggi della mente. Exhibition view at Luca Tommasi, Milano 2020

UN MATERIALISMO SPIRITUALE

La forza di espansione ipnotica del colore contribuisce a trasformare la mostra nell’esperienza di un viaggio nello spazio, un sogno. In Cosmo rosa velature, dripping e colature di colore creano sinapsi neuronali che abbracciano l’universo connettendo la mente all’energia del mondo. La pittura di Di Fabio riesce a fare questo: trasformare la materia biologica in visioni galattiche, fonti di luce.
I titoli delle opere esposte, Enigma della materia, Trasformazioni invisibili, Espansione, sembrano rievocare tutti i misteri racchiusi nel cosmo, che l’artista materializza di fronte all’osservatore. In questa stretta connessione tra arte e scienza, la pittura si spinge a indagare la struttura della materia fin nei più reconditi aspetti, scoprendo il fascino del bosone di Higgs. Attraversare la materia e affondare in una dimensione spirituale oppure immaginare universi di antimateria popolati forse da anti uomini.

Antonella Palladino

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Antonella Palladino

Antonella Palladino

Ha studiato Storia dell’arte presso le Università di Napoli e Colonia, laureandosi in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi dal titolo “Identità e alterità dalla Body Art al Post-Human”. Ha proseguito la propria formazione alla Fondazione Morra e poi…

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