Non solo collezionismo. Chef Massimo Bottura curerà la prossima asta di Sotheby’s a New York

Il pluripremiato chef – proprietario dell’Osteria Francescana, ristorante con tre stelle Michelin situato al centro di Modena – sarà il curatore della prossima vendita della nota casa d’aste. Un’occasione per ripercorrere la sua storia di collezionista e amante dell’arte

Sarà il pluripremiato chef italiano e collezionista Massimo Bottura il protagonista della prossima Sotheby’s Contemporary Curated, evento organizzato dalla casa d’aste che si terrà a New York il 26 settembre. L’asta sarà firmata del “guest curator” Bottura, proprietario dell’Osteria Francescana, ristorante tra i più celebrati al mondo situato al centro di Modena. Per l’occasione lo chef metterà la sua peculiare visione artistica a disposizione di Sotheby’s, con cui collabora per selezionare alcuni dei suoi pezzi preferiti tra gli oltre 300 lotti in vendita. Le sue scelte? Spiccano i nomi di Alighiero Boetti, Cecily Brown, Francesco Clemente, George Condo, Tracey Emin, Eric Fischl, Sam Francis, Damien Hirst, Alex Katz, Robert Longo, Kerry James Marshall, Malcolm Morley, Vik Muniz, Kenneth Noland, Richard Pettibone, Elizabeth Peyton, Michelangelo Pistoletto, Ugo Rondinone e Ed Ruscha.

L'hotel Maria Luigia di Massimo Bottura, Modena

L’hotel Maria Luigia di Massimo Bottura, Modena

MASSIMO BOTTURA CHEF E COLLEZIONISTA

Appassionato collezionista di arte contemporanea e vinili, Bottura lo scorso anno ha aperto una nuova Osteria al piano terra del Gucci Garden, spazio espositivo e creativo che la maison di moda ha inaugurato all’interno di Palazzo della Mercanzia a Firenze. Risale allo scorso febbraio l’inaugurazione di Torno Subito, ristorante che lo chef ha aperto all’interno dell’hotel W Dubai – The Palm negli Emirati Arabi Uniti, un locale che ripropone – nel design degli interni – le atmosfere della Dolce Vita e della Riviera romagnola degli anni Cinquanta e Sessanta. Sempre a febbraio, Bottura ha dato vita insieme alla moglie Lara Gilmore a Maria Luigia, hotel di charme immerso nelle campagne modenesi, a pochi chilometri dall’Osteria Francescana, per certi aspetti molto simile a un museo: al suo interno sono custoditi una edizione realizzata con i mattoncini Lego del trittico di Ai Weiwei in cui l’artista cinese è ritratto mentre fa cadere per terra un’urna della dinastia Han, 13 stampe della serie The Last Supper di Damien Hirst, la poltrona Proust di Alessandro Mendini. “Praticamente se dormi a Maria Luigia dormi in mezzo agli artisti come se fossi a casa mia. Per me era importante chiudere il cerchio dell’ospitalità facendo sentire tutti a casa mia. Ah, dimenticavo, in giardino ci sono anche le campane di Desio di Paola Pivi!”, ci raccontava qualche tempo fa Bottura, che vanta nella sua collezione anche opere di Vik Muniz, Marco Cingolani, Andy Warhol, Jack Pierson, Philipe Taffee, Carlo Benvenuto, Robert Longo, Barbara Kruger, Annette Lemmieux, Tracey Emin, Gregory Crewdson, Joseph Beuys, Michelangelo Pistoletto, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Elger Esser, Mimmo Paladino, Ed Templeton, Vanessa Beecroft, Mario Schifano, Marcello Jori, Jonas Wood, Peter Halley, Marcel Dzama, Luigi Ontani, Giuliano Della Casa e Cindy Sherman.

MASSIMO BOTTURA CURATORE PER SOTHEBY’S

In un’intervista rilasciata per la casa d’aste, Bottura parla del suo amore per l’arte e dell’influenza che essa ha sui suoi piatti. “Abbiamo iniziato a collezionare opere d’arte che ci ispiravano, e abbiamo iniziato a metterle sulle nostre pareti di casa”, racconta Bottura, che insieme alla moglie Lara ha capito presto che l’arte avrebbe avuto un ruolo fondamentale nella sua vita. Non passò molto tempo prima che Bottura e sua moglie Lara si rendessero conto che potevano andare oltre. “L’arte ha avuto un ruolo all’Osteria Francescana. Le opere potrebbero essere un piccolo indizio per i nostri commensali per comprendere il pensiero che è nei piatti: perché cuciniamo in quel modo, perché salutiamo le persone in un certo modo”. Bottura si sofferma in particolare su un’opera realizzata nel 2003 da Simon Starling, una rivisitazione della bicicletta Dursley-Pedersen nata dall’unione e dalla fusione di diversi oggetti. “Questo è un pezzo che personalmente amo moltissimo”, continua Bottura. “È esattamente quello che facciamo quando creiamo ‘La parte croccante delle lasagne’ (un piatto nel menu dell’Osteria Francescana, ndr). Rompiamo le cose, ricostruiamo le cose. Partiamo dal passato e creiamo il futuro attraverso ciò che è stato e anche ciò che abbiamo ora”.

MASSIMO BOTTURA E ACHILLE BONITO OLIVA

Date le affinità tra la sua cucina e la pratica artistica, Bottura potrebbe essere considerato un artista? “C’è un critico d’arte molto importante in Italia, Achille Bonito Oliva, che ha sempre detto che sono il sesto artista della Transavanguardia”, racconta lo chef. “L’artista è libero di fare tutto ciò che vuole. Un artigiano come me deve cucinare cibo buono e sano. Un grande ingegnere è un artigiano perché deve costruire macchine veloci”. Starebbe in questo, secondo Bottura, la differenza che intercorre tra artista e artigiano, sebbene esistano vie di mezzo da prendere in considerazione: “Bonito Oliva mi ha ricordato che esiste una parola speciale che hanno usato in latino, artiere”, una figura che si trova a metà strada tra l’artista e l’artigiano; un artiere potrebbe quindi essere considerato un artigiano con velleità artistiche. Che si tratti di un artista, di un artigiano o di un artiere, intanto Bottura si sta preparando a vestire i panni del curatore. Chissà quale nuovo piatto ispirerà questa esperienza da Sotheby’s.

– Desirée Maida

www.sothebys.com
www.osteriafrancescana.it

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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