Una lotta esausta. Michelangelo Pistoletto a Venezia

Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia ‒ fino al 26 novembre 2017. Inclusa fra gli eventi collaterali della 57esima Biennale d’Arte, la mostra riunisce nella Basilica di San Giorgio Maggiore e negli spazi contigui una densa selezione di opere realizzate da Michelangelo Pistoletto nel corso della sua lunga carriera. Un viaggio a cavallo del Novecento, che non manca di sollevare qualche (amara) riflessione.

Il senso della lotta è un aspetto ricorrente nella pratica di un artista. Più o meno manifesto, più o meno dichiarato, il conflitto è una molla creativa dal potenziale inesauribile, che garantisce nuovi punti di equilibrio e il superamento dei precedenti, lungo un percorso in necessario mutamento. Unendo afflato distruttivo e volontà di costruzione, la lotta racchiude una dialettica cui l’artista non può sottrarsi, se desidera inaugurare sentieri lontani da mappe già tracciate o imprimere salutari deviazioni a rotte già battute. Lotta al fianco della propria ambizione, lotta contro le insidie della paura, lotta sulla linea di trincea della propria emotività, lotta dichiarata al limite delle etichette. E ancora, lotta per modificare lo stato delle cose, il presente, il contesto, lotta per gettare le basi di un futuro che ancora non si vede, ma si immagina. Tutte queste sfumature, al netto di facili idealismi, danno corpo e sostanza alla lotta, rendendo immediatamente riconoscibili gli artisti che non ne temono gli effetti.

Veduta della mostra, Michelangelo Pistoletto, One and One makes Three, Evento collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore e Officina dell’Arte Spirituale, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia, 2017, courtesy Cittadellarte-Fondazione Pistoletto and GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana, photo Oak Taylor-Smith

Veduta della mostra, Michelangelo Pistoletto, One and One makes Three, Evento collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore e Officina dell’Arte Spirituale, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia, 2017, courtesy Cittadellarte-Fondazione Pistoletto and GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana, photo Oak Taylor-Smith

DUELLI E LIBERTÀ

Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933) era uno di loro. In guerra fin dall’inizio con l’ingombrante fisicità del supporto, Pistoletto alzò la posta del duello ingaggiato da Fontana con la tela, trasformando quest’ultima in una superficie riflettente e capovolgendo i rapporti di forza tra l’osservatore, l’osservato, lo sfondo e le categorie temporali a essi connaturate. I Quadri specchianti includono ed escludono, aprono voragini percettive e varchi nella stabilità di un supporto finalmente vulnerabile. Ma questo è solo l’inizio.
La lotta di Pistoletto, contro la rassicurante certezza della conquista, avanza di traverso, schivando i proiettili con l’azzeccata strategia del “passo di fianco”. Un modus operandi che trova nella contingenza il proprio strumento e nella libertà della scelta la propria ragion d’essere. Solo così il muro può diventare soggetto di uno dei suoi Plexiglass e gli Oggetti in meno esistere, scegliendo, e dunque annullando, una possibilità fra le tante disponibili.

Veduta della mostra, Michelangelo Pistoletto, One and One makes Three, Evento collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore e Officina dell’Arte Spirituale, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia, 2017, courtesy Cittadellarte-Fondazione Pistoletto and GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana, photo Oak Taylor-Smith

Veduta della mostra, Michelangelo Pistoletto, One and One makes Three, Evento collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore e Officina dell’Arte Spirituale, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia, 2017, courtesy Cittadellarte-Fondazione Pistoletto and GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana, photo Oak Taylor-Smith

UN’ENERGIA IMPLACABILE

Quella di Pistoletto non è una lotta condotta con livore, ma con la curiosità e la sfrontatezza di chi non vuole fermarsi e preferisce spostare il limite sempre un po’ più in là. L’accento calcato sulla componente partecipativa, il provocatorio Manifesto della collaborazione presentato alla Biennale di Venezia del 1968, la vicinanza, mai del tutto codificata, ai dettami dell’Arte Povera e l’incessante indagine sulla Divisione e moltiplicazione dello specchio sono gli esiti di un’energia implacabile e vorace, che non si accontenta della conquista, ma che desidera raggiungere nuove, impervie mete senza emulare se stessa. Il principio della sottrazione ‒ fil rouge teso attraverso la poetica di Pistoletto ‒ cambia ancora una volta pelle facendosi scultura nei Volumi neri della cosiddetta Quarta generazione di lavori, definita anche Poetica dura. Arte dello squallore. Un mix di poliuretano, gesso e tela dipinta che sfida il vuoto, scavando la pienezza della materia che gli è complementare.

Veduta della mostra, Michelangelo Pistoletto, One and One makes Three, Evento collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore e Officina dell’Arte Spirituale, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia, 2017, courtesy Cittadellarte-Fondazione Pistoletto and GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana, photo Oak Taylor-Smith

Veduta della mostra, Michelangelo Pistoletto, One and One makes Three, Evento collaterale della 57. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, Abbazia di San Giorgio Maggiore e Officina dell’Arte Spirituale, Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia, 2017, courtesy Cittadellarte-Fondazione Pistoletto and GALLERIA CONTINUA, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana, photo Oak Taylor-Smith

COSA RESTA DELLA LOTTA

Tutto questo accadeva prima che l’energia connaturata al gesto artistico di Pistoletto si cristallizzasse in forme e modalità ripetute all’infinito, come il modello del Terzo Paradiso o le serie, ormai scariche di novità, dei Quadri specchianti realizzati in epoca recente. Prima della Mela reintegrata che accoglie i viaggiatori in arrivo alla Stazione Centrale di Milano, dove il vuoto del morso ricucito evoca soltanto se stesso. La mostra veneziana riunisce molte delle opere fin qui nominate, tuttavia, complice un allestimento poco arioso, non garantisce la piena fruizione del loro impatto, visivo e concettuale. Inoltre, a partire dalla girandola di riflessi che occupa il cuore della basilica, l’esaurimento di quell’energia così legata al fare di Pistoletto serpeggia tra le opere, trasformandosi in certezza di fronte alla Mela della concordia (2007) o a Color and Light (2016): labirinti e detonazioni di specchi che insistono su terreni già noti, facendo rimpiangere la bellezza di una lotta viva, a favore di un’arte che non ha bisogno di giocare sul sicuro.

Arianna Testino

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Arianna Testino

Arianna Testino

Nata a Genova nel 1983, Arianna Testino si è formata tra Bologna e Venezia, laureandosi al DAMS in Storia dell’arte medievale-moderna e specializzandosi allo IUAV in Progettazione e produzione delle arti visive. Dal 2015 a giugno 2023 ha lavorato nella…

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