Nuova eccezionale scoperta a Pompei: trovata stanza degli schiavi nella villa di Civita Giuliana
Lo scavo ha rivelato un piccolo ambiente, perfettamente conservato, che aggiunge una pagina importante della storia degli schiavi nella loro quotidianità, di cui ancora poco si conosce. La scoperta è avvenuta a pochi passi dal luogo in cui fu ritrovato il carro da parata nel gennaio 2021.
Prima il carro da parata della Civita Giuliana, poi il corpo semi mummificato della necropoli di Porta Sarno. Sono due delle grandi scoperte archeologiche di Pompei avvenute solo negli ultimi mesi, a cui ora si aggiunge il ritrovamento di una stanza degli schiavi, ancora nella villa di Civita Giuliana. Un fatto di straordinaria importanza, non solo per l’eccezionale stato di conservazione dell’ambiente e degli arredi al suo interno, ma anche perché aggiunge nozioni su una parte del mondo antico che normalmente rimane all’oscuro e viene ignorata dagli scritti, uno spaccato rarissimo della realtà quotidiana degli schiavi. “Si tratta di una finestra nella realtà precaria di persone che appaiono raramente nelle fonti storiche, scritte quasi esclusivamente da uomini appartenenti all’élite, e che per questo rischiano di rimanere invisibili nei grandi racconti storici”, ha commentato il Direttore Generale, Gabriel Zuchtriegel. “È un caso in cui l’archeologia ci aiuta a scoprire una parte del mondo antico che conosciamo poco, ma che è estremamente importante. Quello che colpisce è l’angustia e la precarietà di cui parla questo ambiente, una via di mezzo tra dormitorio e ripostiglio di appena 16 mq, che possiamo ora ricostruire grazie alle condizioni eccezionali di conservazione create dall’eruzione del 79 d.C.”. E conclude, “è sicuramente una delle scoperte più emozionanti nella mia vita da archeologo, anche senza la presenza di grandi ‘tesori’: il tesoro vero è l’esperienza umana, in questo caso dei più deboli della società antica, di cui questo ambiente fornisce una testimonianza unica”.
POMPEI: LA STANZA DEGLI SCAVI DELLA VILLA DI CIVITA GIULIANA
A pochi passi dal portico della villa dove, a inizio del 2021, è stato rinvenuto il carro da parata (attualmente in restauro), è emerso uno dei modesti alloggi degli addetti che si occupavano del lavoro quotidiano in una villa romana. Tutto fa pensare alle condizioni umili a cui erano sottoposti gli schiavi che vivevano in spazi angusti probabilmente utilizzati anche come ripostigli, come dimostrano otto anfore stipate negli angoli: nell’ambiente sono state trovate tre brandine in legno – composte da poche assi lignee sommariamente lavorate – oltre a una cassa lignea con oggetti in metallo e in tessuto che sembrano far parte dei finimenti dei cavalli. Inoltre, appoggiato su uno dei letti, è stato trovato un timone di un carro, di cui è stato effettuato un calco. Mentre due dei letti hanno una lunghezza pari a 1,70 m circa, un letto misura appena 1,40 m, per cui potrebbe essere di un ragazzo o di un bambino. La rete dei letti è formata da corde, le cui impronte sono parzialmente leggibili nella cinerite, e al di sopra delle quali furono messe coperte in tessuto, anch’esse conservate come cavità nel terreno e restituite attraverso il metodo dei calchi. Al di sotto delle brandine si trovavano pochi oggetti personali, tra cui anfore poggiate per conservare oggetti, brocche in ceramica e il “vaso da notte”. L’ambiente era illuminato da una piccola finestra in alto e non presentava decorazioni parietali.
POMPEI E IL SUO PATRIMONIO UNICO AL MONDO
“Pompei è la prova che quando l’Italia crede in se stessa e lavora come una squadra raggiunge traguardi straordinari ammirati in tutto il mondo. Questa nuova incredibile scoperta a Pompei dimostra che oggi il sito archeologico è diventato non soltanto una meta tra le più ambite al mondo, ma anche un luogo dove si fa ricerca e si sperimentano nuove tecnologie”, ha dichiarato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, commentando la nuova scoperta. “Grazie a questo nuovo importante ritrovamento si arricchisce la conoscenza sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani, in particolare di quella fascia della società ancora oggi poco conosciuta. Pompei è un modello di studio unico al mondo”, ha aggiunto. Lo scavo dell’ambiente rientra in un’attività che il Parco Archeologico di Pompei sta portando avanti insieme alla Procura di Torre Annunziata, al Nucleo Tutela patrimonio culturale Campania e al Nucleo investigativo Torre Annunziata dell’Arma dei Carabinieri: un protocollo d’intesa volto a preservare Pompei dai saccheggiamenti, che solo nella villa di Civita Giuliana ha visto andare perduto un patrimonio stimato in quasi 2 milioni di euro a causa dei cunicoli scavati dai tombaroli. “Ancora una volta uno scavo nato dall’esigenza di tutela e salvaguardia del patrimonio archeologico, in questo caso grazie ad una proficua collaborazione con la procura di Torre Annunziata, ci permette di aggiungere un ulteriore tassello alla conoscenza del mondo antico”, ha spiegato Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei sotto la cui direzione al Parco archeologico di Pompei sono stati avviate nel 2017 le attività di scavo. “Lo studio di questo ambiente, che sarà arricchito dai risultati delle analisi in corso, ci permetterà di acquisire nuovi interessanti dati sulle condizioni abitative e di vita dagli schiavi a Pompei e nel mondo romano“.
-Giulia Ronchi
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