
Dal 18 al 21 novembre 2021 approda finalmente a Roma dopo tanti rinvii la fiera Arte in Nuvola, che nelle intenzioni dell’ideatore Alessandro Nicosia (Catania, 1953, ha gestito per oltre 20 anni le popolari esposizioni del Vittoriano) verrà riconfermata per altri tre anni. Il risultato è tanto colore, parecchia voglia di tentare, poca di osare. Alla prima edizione la fiera si presenta con 100 gallerie partecipanti, divise tra due piani: al pian terreno troviamo l’arte moderna, mentre al primo piano gli stand di gallerie più orientate verso l’attualità, tra artisti emergenti ed affermati. Dal versante dell’arte moderna si notano molte opere di buon livello: i Fontana, i Casorati, i Boetti da Tornabuoni, le proposte di Mazzoleni e di Galleria Russo, gli arazzi della Galleria Antonio Verolino, un Ritratto di donna di Alberto Savinio da Volos, una giovane artista, Armadilly, con dei lavori ricamo su tela effervescenti e umoristici per la Galleria Fidia. Nell’area dedicata all’arte contemporanea, invece, si distinguono le gallerie romane che portano avanti una linea di spessore, tra le altre la neonata Andrea Festa Fine Art, Studio Sales, UNOSUNOVE con lo spazio totalmente dedicato al talentoso e giovanissimo Pietro Moretti (1996, figlio del regista Nanni), Magazzino, le gallerie di Alessandra Bonomo e di Valentina Bonomo, Francesca Antonini, poi Shazar Gallery di Napoli, Emmeotto, Prometeo Gallery. Tra le grandi potenzialità della fiera, da un punto di vista allestitivo, la sua location: il meraviglioso contenitore della Nuvola che di per sé, grazie alla luce naturale che invade gli spazi e al cielo sereno che fa capolino dalle superfici vetrate, rende la visita piacevole e molto meno stressante rispetto a fiere con anni di maturità alle spalle.

LE INSTALLAZIONI E I PROGETTI SPECIALI
Un progetto da segnalare è quello dell’architetto e disegnatore Jacopo Ascari, che durante le giornate di fiera eseguirà alcuni schizzi, registrando le proprie impressioni e l’atmosfera fieristica. Sulla facciata spicca l’intervento dell’artista tedesco di base a Londra Lothar Götz, con il suo disegno geometrico a rombi che rimandano a degli aquiloni, mentre all’interno troviamo, tra gli altri, il progetto sulle 49 copertine Vogue curato da Valentina Ciarallo. Salendo verso il cuore dell’architettura-teca ed entrando nella forma della nuvola, incontriamo le installazioni luminose di Jose Angelino, i manichini meccanici di Donato Piccolo e Daniel Gonzàles – un po’ pacchiana ma divertente tra pouf con su scritto “mai più gratis”, “zitto e godi”. Colpisce il fulmine di Patrick Tuttofuoco, reduce dall’ormai celebre installazione delle mani a Milano, ma soprattutto l’installazione di Pamela Diamante.
-Giorgia Basili
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