Storia della Natività di Caravaggio rubata a Palermo mezzo secolo fa

Sono trascorsi 52 anni dalla notte di ottobre in cui l’ormai celeberrima Natività di Caravaggio fu rubata dall’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, dove era custodita. Tra ipotesi rocambolesche e indagini ancora in corso, la vicenda è approfondita da Michele Cuppone nel suo libro, di cui è stata pubblicata una versione rivista e ampliata.

Un mercante senese commissiona un quadro “cum figuris” di 12×7/8 palmi. Siamo nel 1600 e il pittore in questione è Caravaggio. Lui, milanese, ha compiuto da poco ventinove anni, ed è a Roma da forse sei, la sua fama ha già superato ampiamente i confini della Capitale. Su di una tela, tipica della produzione romana del tempo, dalle misure similari ai palmi indicato nel documento e con forti rimandi iconografici alle sue creazioni di quel periodo, Caravaggio realizza la Natività, portata poi a Palermo, all’Oratorio di San Lorenzo, dal mercante senese che aveva importanti relazioni commerciali con il meridione.

IL FURTO DELLA NATIVITÀ DI CARAVAGGIO

Sull’altare dell’Oratorio resta per 369 anni, finché nella notte tra il 18 e 19 ottobre del 1969 un manipolo di ladri s’impossessa del dipinto portandolo via su un camioncino della frutta e lasciando sull’altare il solo telaio, da cui pendevano residui di tela recisa. Un furto su commissione, uno strano intreccio di mafia e malaffare che ha fatto guadagnare al dipinto il triste podio della Top Ten Art Crimes secondo l’FBI.
Dopo oltre cinquant’anni di ricerche, di questo furto si conoscono nomi e cognomi della banda, le dinamiche, il primo nascondiglio, l’immediata azione della mafia e l’antiquario trafficante di opere d’arte, ormai deceduto, proveniente dal Canton Ticino, forse da Lugano, il cui nome è top secret perché l’inchiesta è ancora in corso. Lui avrebbe acquistato la tela, portandola oltreconfine, via Milano, già nel 1970.

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco d'Assisi, 1600, olio su tela, 268×197 cm

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi, 1600, olio su tela, 268×197 cm

IL LIBRO DI MICHELE CUPPONE

In questi settant’anni di inchiesta sono molte le storie emerse sull’opera, spesso oggetto nelle trattative Stato-mafia: scendiletto di Totò Riina, stendardo nelle riunioni di Cosa Nostra, smembrato e venduto a pezzi, mangiato dai topi, incendiato o distrutto nel terremoto dell’Irpinia. Tutte supposizioni che hanno alimentato e montato il caso come vera crime story. Tutto questo è raccontato nella nuova versione riveduta e ampliata del libro di Michele Cuppone Caravaggio, la Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro edito da Campisano. Attraverso un sottile filo rosso che unisce documenti e aggiunge inediti e importanti tasselli, Michele Cuppone avvalora con la sua ricerca che la tela possa non essere andata perduta per sempre, ma trovarsi tutt’ora in Svizzera. Tra le righe del testo, l’autore dimostra non solo che la tela fu prodotta a Roma e non a Palermo, dove la presenza del Merisi non trova documentazione, ma rivela anche il luogo dove il pittore la dipinse, ossia Palazzo Madama, antica dimora del Cardinale Francesco Maria del Monte, tra i principali committenti del Merisi. Oggi il palazzo è sede del Senato e anche di quella Commissione antimafia che ha riaperto il caso.

Giulia Silvia Ghia

Michele Cuppone ‒ Caravaggio, la Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro
Campisano Editore, Roma 2021²
Pagg. 160, € 30
ISBN 9788885795716
www.campisanoeditore.it

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Giulia Silvia Ghia

Giulia Silvia Ghia

Assessore alla Cultura, Scuola, Sport, Politiche Giovanili del I Municipio di Roma dal novembre 2021. Si occupa da tempo di progetti di conservazione e valorizzazione dei beni culturali, realizzati con la non profit Verderame progetto cultura, attraverso il reperimento di…

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