Marmo o non marmo? Le immagini della residenza dei Parasite 2.0 a Carrara

Cosa avverrà quando l’estrazione dell’ “oro bianco” toscano non sarà più possibile? Si può abbozzare, in forma di visione, un nuovo orizzonte per un territorio la cui identità è visceralmente legata a un materiale?

Dopo essere intervenuto negli spazi della libreria Corraini 121+,manipolando i concetti di deserto e rovine”, aver ipotizzato un “fantaspazio bianco cangiante” a Bari e aver costruito “una scenografia che riproduce una natura che non esiste più” a Roma, in occasione di YAP Maxxi 2016, il collettivo di architetti milanesi Parasite 2.0 – Stefano Columbo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo – è approdato in Toscana. Su invito di Arteco, nell’ambito di un bando del Comune di Carrara, i tre progettisti hanno preso parte a una residenza d’artista, confluita nella “performance processuale” Like marble-like, attualmente in corso. Anche con questo progetto – curato da Beatrice Zanelli e connesso con una serie di iniziative, tra cui il workshop in programma dal 10 al 14 aprile – Parasite 2.0 ha scelto di percorrere la strada dell’installazione su scala ambientale – il cosiddetto “habitat” -, lasciandosi però permeare dall’identità del luogo. A partire dall’analisi dell’archivio privato della famiglia di scultori Lazzerini, attivi in città dalla fine del XVII secolo al 1942, nell’inserirsi nella riflessione sul rischio di mancata trasmissione dei saperi tecnico-artigianali il collettivo ha concepito un visionario laboratorio: uno spazio per il lavoro nel Centro Arti Plastiche di Carrara. Collocabile in una dimensione temporale immaginaria e futuribile, questo ambiente si compone di elementi, tutti definiti on site, nei quali marmo e sostanze plastiche, non frutto di un’azione di sottrazione della materia naturale, si combinano. Qual è, dunque, il destino del “saper fare”? Probabilmente rigenerarsi, senza tuttavia sottrarsi alle tensioni del futuro.

Valentina Silvestrini

www.parasiteparasite.com

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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