L’operetta rock di Giorgina Pi al Teatro Astra di Torino

A metà fra mito e attualità, lo spettacolo teatrale di Giorgina Pi porta sul palcoscenico anche un nutrito gruppo di musicisti, che agiscono in prima persona

Grazie alla sua intrinseca forza evocativa, da sempre il teatro è in grado di creare un momento di sospensione nel quale poter prendere coscienza di ciò che ci circonda: che si tratti di miti, di tragedie o di spettacoli comici, fruire di un’opera teatrale significa inevitabilmente immergersi in un tempo altro nel quale ci si ritrova magicamente a fluttuare tra dubbi e profezie. Ed è proprio in questa sospensione illuminante che si staglia La tecnologia del silenzio, l’ultima fatica della regista e attivista italiana Giorgina Pi e di Industria Indipendente che, fino al 14 maggio, è in scena al Teatro Astra di Torino. Esplicitamente influenzata dal pensiero di scrittrici, scienziate e filosofe femministe, la pièce si presenta come un’operetta rock nella quale gli stessi musicisti coinvolti (Roberto Dell’Era, Andrea Pesce, Valerio Vigliar e Cristiano De Fabritiis) contribuiscono a questa dilatazione spaziotemporale prendendo personalmente parte alla rappresentazione come un vero e proprio coro greco.

La Tecnologia del Silenzio, Giorgina Pi, Bluemotion, Teatro Astra, Torino, 2023. Photo Andrea Macchia

La Tecnologia del Silenzio, Giorgina Pi, Bluemotion, Teatro Astra, Torino, 2023. Photo Andrea Macchia

LA TECNOLOGIA DEL SILENZIO DI GIORGINA PI

Nonostante l’importanza del concetto di silenzio (da non confondere con quello di assenza, come suggerisce la poetessa statunitense Adrienne Rich nel suo Cartografie del silenzio), è l’elemento della musica a fungere da fil rouge dell’intero progetto. Sulle note della celebre rivisitazione di Nina Simone della popolare Black is the color of my true love’s hair, un fascio di luce illumina il volto della giovane attrice/globe-trotter Cristina Parku mettendo in risalto anche le sue doti canore: una canzone emblematica che, preparando il terreno allo svolgimento di una narrazione in grado di attraversare luoghi, persone e memorie, ricompare a chiusa dello spettacolo stesso come un cerchio che si conclude pur rimanendo sempre lì, anch’esso sospeso. Ad affiancare questo primo personaggio è Monica Demuru nei panni di una hostess/psicopompo impegnata ad assistere alcuni viaggiatori ignari del fatto che saranno destinati a non andare proprio da nessuna parte. L’ambiente che inizia a delinearsi sul palco è infatti quello della sala d’attesa di un aeroporto, di un nonluogo che promette il raggiungimento di mete simboliche e mitologiche come l’isola thailandese di Ko Tao, la città di Atlantide o Angelo Mai (nome dell’ormai storico spazio/collettivo che ha profondamente segnato la carriera di Giorgina Pi), delle promesse che non verranno mai esaudite. Come in una sorta di curioso mash-up fra l’Aspettando Godot di Beckett e le atmosfere di un qualunque film di David Lynch, si viene così invitati a seguire i ragionamenti sottesi allo scambio di battute fra le due protagoniste: un dialogo che, attingendo dagli scritti di autrici del calibro di Donna Haraway, Laura Tripaldi, Ursula Le Guin e Angela Balzano, pone l’attenzione sull’urgenza di adottare un modello di vita meno antropocentrico nel rispetto di tutte le forme di vita. Di quelle che ci sono state e di quelle che verranno.

La Tecnologia del Silenzio, Giorgina Pi, Bluemotion, Teatro Astra, Torino, 2023. Photo Andrea Macchia

La Tecnologia del Silenzio, Giorgina Pi, Bluemotion, Teatro Astra, Torino, 2023. Photo Andrea Macchia

LUCI E OMBRE DELLO SPETTACOLO TEATRALE DI GIORGINA PI

Impreziosito dalla puntuale gestione delle luci a cura di Andrea Gallo e dalle musiche originali che si alternano tra psichedelia e sonorità new wave, lo spettacolo sembra purtroppo perdersi verso il finale, terminando in maniera quasi improvvisa come un sogno che si interrompe sul più bello. Un piccolo peccato se si pensa che, al giorno d’oggi, non sono troppe le occasioni culturali capaci di farci fare i conti con la nostra condizione attuale per constatare che, in definitiva, vivere non è qualcosa di eticamente sostenibile.

Valerio Veneruso

https://www.fondazionetpe.it/spettacoli/la-tecnologia-del-silenzio/

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Valerio Veneruso

Valerio Veneruso

Esploratore visivo nato a Napoli nel 1984. Si occupa, sia come artista che come curatore indipendente, dell’impatto delle immagini nella società contemporanea e di tutto ciò che è legato alla sperimentazione audiovideo. Tra le mostre recenti: la personale RUBEDODOOM –…

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