A Roma la rassegna teatrale ispirata all’idea di cura

È ¡Vibrant matter! il titolo di Short Theatre 2022, la rassegna teatrale che ha portato a Roma una riflessione sui temi di oggi. Abbiamo assistito agli spettacoli

Sono tanti e tutti ispirati all’idea del prendersi cura gli ambiti toccati dall’edizione 2022 di Short Theatre, andata in scena a Roma dal 6 al 18 settembre. Basti pensare agli approfondimenti come quello dedicato a Gisèle Vienne (coreografa e artista visiva), ai laboratori in cui lo spettatore è chiamato a condividere un processo di lavoro, come il reading condotto da Fiorenza Menni, a temi inusuali, come il ciclo mestruale, che hanno intercettato la fascia degli adolescenti, all’attenzione all’accessibilità e all’inclusione attraverso strumenti idonei (traduzione in LIS e altro). E poi non solo spettacoli ma anche installazioni video, mostre. Non ultima un’apertura al mondo transgender.
Già nella scorsa edizione dal titolo emblematico The Voice This Time, la ricerca vocale e sonora, di cui la curatrice della rassegna Piersandra Di Matteo è studiosa esperta, era predominante. Fra le proposte di quest’anno due spettacoli, Ashes di Muta imago e Jukebox ‘Roma’ di Encyclopédie de la parole, offrono interessanti riflessioni sul rapporto fra la dimensione orale dei testi e la loro restituzione vocale e sonora.

Short Theatre 2022. Photo Claudia Pajewski

Short Theatre 2022. Photo Claudia Pajewski

LO SPETTACOLO ASHES DI MUTA IMAGO

Ashes è un aleph di suoni che scorrono paralleli, un flusso di attimi che si sovrappongono, si fanno sentire per un istante. Un concerto per voci e musica eseguita dal vivo … Brevi frammenti di vite private, compleanni, feste, morti, cadute, uccisioni, animali … tutto quello che passa e non resta, ma che definisce e conferisce un significato preciso alla vita”. La struttura del testo mixa tre fonti: Le tre sorelle di Cechov, la graphic novel Here di Richard McGuire con frasi emerse dal lavoro sulla memoria dei modi di dire utilizzati nella vita quotidiana di una famiglia, che ha coinvolto le persone che hanno portato in scena lo spettacolo: Marco Cavalcoli, Monica Piseddu, Ivan Graziano, Arianna Pozzoli. Il testo ha una coerenza non lineare, al dialogo in absentia si affianca il racconto libero diretto. L’esecuzione in scena si configura come una partitura di voci nella quale si esprimono gli umori, le frasi e i gesti automatici che “ci abitano” nella vita di tutti i giorni. Il principio che sostiene l’orchestrazione delle voci è quello di costruire una coreografia basata su differenti intensità: alta/bassa, solenne/colloquiale, lirica/prosaica, leggera/terrigna; su una variazione di ritmi e tonalità; su una evocazione di mondi e storie. Ashes è uno spettacolo sonoro, da ascoltare anche via radio, che riverbera i modi associativi dei processi mentali. Procedendo per mescolanze continue, per accostamenti di densità sonore, lo spettacolo arriva a ottenere una interrelazione attraverso l’ascolto reciproco: né coro né addizione di voci soliste. Lo spettacolo rimanda alla tradizione dell’avanguardia letteraria, ai procedimenti di scrittura di Nanni Balestrini, alle composizioni musicali elettroniche di Alvin Curran.

Short Theatre 2022. Photo Claudia Pajewski

Short Theatre 2022. Photo Claudia Pajewski

JUKE BOX ROME DI ENCYCLOPÉDIE DE LA PAROLE

Jukebox ‘Roma’ ed. 2022 poggia su un progetto molto interessante siglato dal collettivo francese Encyclopédie de la parole che consiste nel raccogliere, in ciascuna città in cui si presenta lo spettacolo, situazioni discorsive reali degli abitanti, colte in treno (Perché io ho delle palette d’argento così), in rosticceria (Spezzatino), messaggi vocali su Whatsapp (Un bacio), in taxi (Adesso ti dico una cosa che tu non hai idea), racconti di sogni. Si tratta di documenti audio che poi sono inclusi nella collezione di Encyclopédie de la parole che li classifica, trascrive e poi li affida a un/una performer della città dove sono stati raccolti ‒ nel caso di Roma all’attrice e cantante Monica Demuru che “[…] presta voce, corpo, tonalità del dire, all’esplorazione del paesaggio acustico e orale che risuona in ciascun luogo”. Il dispositivo dello spettacolo prevede che siano gli spettatori ‒ come in un jukebox ‒ a selezionare e a indicare all’attrice in scena, da una lista che contiene i titoli di trentanove documenti, quale di questi rappresentare.
Jukebox ha raccolto brani di conversazioni di gente comune, testimonianze, in contesti diversi, dal tribunale al taxi, dal parrucchiere, al mercato, a Facebook, mescolando aspetti politici, domestici, di costume, sociali. Questi eterogenei ambienti, figure, situazioni reali, presi in carico vocale-gestuale-fisiognomico dall’attrice, sono restituiti in forma mimetica, allineandosi in direzione di una comicità frutto di parodia che attutisce anziché esaltare la natura orale dei documenti. A questo proposito vale richiamare l’insegnamento di Chiara Guidi nella sua lezione-concerto Relazione sulla verità retrograda della voce: “Prima di arrivare alla questione del testo bisogna entrare nella voce come un artigiano entra in rapporto simbiotico con i suoi materiali perché la voce è prima di tutto materia. Considerarla materia vuol dire cambiare prospettiva: non spiega, non intrattiene”.
Il progetto che sostiene Short Theatre nelle due edizioni curate da Piersandra Di Matteo va oltre il festival convenzionalmente inteso, in quanto alimenta fertili sperimentazioni, stimola la cooperazione fra artisti*, singoli e collettivi, offre un campo di riflessione sulle vitali contraddizioni che emergono attraverso le pratiche contemporanee delle performing art.

Valentina Valentini

https://www.shorttheatre.org/

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Valentina Valentini

Valentina Valentini

Valentina Valentini insegna arti performative e arti elettroniche e digitali alla Sapienza Università di Roma. Le sue ricerche comprendono il campo delle interferenze fra teatro, arte e nuovi media. Fra le sue pubblicazioni: "Nuovo teatro Made in Italy" (2015), "Medium…

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