Arte e musica. Intervista a Kristof Hahn degli Swans

Il dodicesimo appuntamento con la serie di articoli dell’artista Samantha Stella presenta il ritratto del chitarrista e compositore tedesco Kristof Hahn, membro della band statunitense Swans

Kristof Hahn, classe 1959, cresciuto a Saarbrücken in Germania, è un chitarrista, compositore e traduttore tedesco, conosciuto soprattutto per la sua chitarra lap-steel suonata negli Swans, band rock sperimentale di New York fondata nel 1982 da Michael Gira.
Con studi di chitarra classica, per poi passare alla chitarra elettrica, si trasferisce a Berlino Ovest nel 1980, dove partecipa a diversi progetti musicali. Si unisce alla band Swans per il tour live del 1989 e suona nell’album del 1990. Lascia la band nel 1992, si unisce nel 1998 al progetto successivo fondato sempre da Michael Gira, gli Angels of Light, per poi diventare membro costante degli Swans dal 2010 al 2017 e poi nuovamente a partire del 2019.
Gli Swans cavalcano territori cupi e distorti, ricchi di suoni dallo stile assolutamente personale che negli anni, nascendo dal punk-noise affine alla no wave newyorkese, approcciano diversi generi, dall’industrial al gothic rock al folk al dark ambient e al drone. Parallelamente, Kristof Hahn ha registrato due EP da solista sotto il nome di Justice Hahn nel 1989 e 1991, un album con il musicista e produttore americano Alex Chilton con il nome di Koolkings nel 1990, ha collaborato con la cantante Viola Limpet, con cui ha fondato il rock’n ‘ensemble roll-noir Les Hommes Sauvages con tre album all’attivo tra il 2004 e il 2010. Dal 2017 è diventato un membro della band avant-garage statunitense Pere Ubu. Da anni è amico e collaboratore di Thomas Wydler, batterista storico della band australiana Nick Cave and the Bad Seeds, con cui ha fondato a Berlino la band rock’n’roll noir Sultans of Gedankenbrain, con un album all’attivo pubblicato nel 2019. Nel 2020 la pubblicazione del primo album con la formazione berlinese Sometimes with Others. Tra le collaborazioni anche le formazioni italiane The Three Blind Mice e SNEERS. Hahn ha registrato colonne sonore per diversi registi ed è attivo come traduttore di libri dal tedesco all’inglese, compresa una biografia su David Bowie al centro di un recente reading tour. Dopo il suo precedente album da solista presentato nel 2016, è uscito lo scorso novembre il suo nuovo album Six Pieces per l’etichetta australiana Room40, un’indagine profonda e in continua evoluzione del suo strumento, la chitarra lap-steel, a formare droni di vasti paesaggi sonori.

Kristof Hahn. Photo Tatiana Hahn

Kristof Hahn. Photo Tatiana Hahn

INTERVISTA A KRISTOF HAHN

La tua definizione di arte.
Non ho una definizione di arte. Mi sembra, però, che venga spesso confusa con la perfezione, intendendo il tentativo di escludere la casualità o la coincidenza o i difetti. Nel migliore dei casi è un atto di comunicazione tra il mondo esterno e il mondo interiore di un individuo, che si traduce in qualcosa che prima non esisteva in nessuna delle due sfere.

La tua definizione di musica.
Domare le molecole d’aria per farle danzare in un certo modo.

Ti definisci un “artista”?
Finora sono riuscito con successo a evitare di definirmi. Riconosco, tuttavia, che sono nella posizione privilegiata di guadagnarmi da vivere senza che nessun altro mi dica quando alzarmi e quando andare a letto e creare cose che mi danno piacere o soddisfazione.

MUSICA E ARTE SECONDO HAHN

L’opera di arte visiva che più ami.
Non è facile sceglierne una. Forse Kerze di Gerhard Richter (Candela, 1982, N.d.R.), o Kreis II di Kandinsky (Cerchio Blu II, 1925, N.d.R.).

La canzone che più ami.
Es waren zwei Königskinder cantata da mia madre quando avevo 4 anni.

I tuoi recenti progetti.
In questo momento mi sto preparando a registrare un nuovo album con gli Swans all’inizio del 2022. Fino ad allora lavorerò con la band berlinese Sometimes with Others, preparando un nuovo album che verrà registrato subito dopo l’album degli Swans. Continuo anche a registrare canzoni e brani strumentali come artista solista e collaboro con diversi musicisti su progetti a lungo termine (droni e canzoni) che si spera che a un certo punto raggiungano uno stadio in cui possano essere presentati a un pubblico più ampio.

Un ricordo della tua vita.
Ricordo i giorni prima di MTV (se qualcuno ricorda cosa fosse) o di YouTube, quando la musica si consumava solo attraverso le orecchie e i concerti erano un’esperienza fugace che cercavo di conservare nella mia testa e nel mio cuore.

Samantha Stella

https://room40.bandcamp.com/album/six-pieces

LE PUNTATE PRECEDENTI

Arte e musica. intervista ad Anton Newcombe ‒ The Brian Jonestown Massacre
Arte e musica. Intervista a Francesco Bianconi dei Baustelle
Arte e musica. Intervista a Jamie Stewart della band Xiu Xiu
Arte e musica. Intervista a Lydia Lunch
Arte e musica. Intervista a Robert Levon Been dei Black Rebel Motorcycle Club
Arte e musica. Intervista a Mick Harvey
Arte e musica. Intervista a Liz Lamere, moglie di Alan Vega
Arte e musica. Intervista al produttore Mark Reeder
Arte e musica. Intervista a Nicola Kuperus del duo ADULT.
Arte e musica. Intervista a William Reid di The Jesus and Mary Chain
Arte e musica. Intervista a Lee Ranaldo dei Sonic Youth

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

Scopri di più