Arte e musica. Intervista a Robert Levon Been dei Black Rebel Motorcycle Club

Il quinto appuntamento con la rubrica dell’artista Samantha Stella presenta il ritratto di Robert Levon Been, co-fondatore della band statunitense Black Rebel Motorcycle Club.

Robert Levon Been (Felton, California, 1978), musicista e cantante, fonda nel 1998 a San Francisco la band americana di rock alternativo Black Rebel Motorcycle Club insieme all’amico e compagno di studi Peter Hayes, precedentemente chitarrista per il gruppo di neopsichedelia Brian Jonestown Massacre. Il nome prende spunto dalla banda di motociclisti nel film del 1954 Il Selvaggio con Marlon Brando. Robert nei primi due anni usa lo pseudonimo di Robert Turner per non essere collegato al nome del padre Michael Been, leader della band rock americana The Call, che successivamente andrà in tour con il gruppo del figlio come parte dello staff tecnico. Accumunati dall’amore per la musica di gruppi britannici di rock alternativo come Ride, Stone Roses e The Jesus and Mary Chain, o del gruppo shoegaze irlandese My Bloody Valentine, la band ha i suoi primi successi soprattutto in Inghilterra grazie al supporto di Noel Gallagher della band rock britannica Oasis, e firma con la celebre etichetta discografica Virgin Records, con cui avrà poi dei dissapori nel 2004. Spostatasi a Los Angeles, lo stile musicale della band mischia noise, shoegaze, psichedelia e rock’n’roll, per poi attraversare, anche in seguito ai problemi con il batterista Nick Jago, una dimensione acustica più vicina al folk-blues e alle loro American roots. Nel 2008 entra a far parte della band una nuova batterista, la danese Leah Shapiro, precedentemente batterista con il duo danese indie-rock The Raveonettes, che diventa parte dell’attuale formazione del trio. Accostati a grandi nomi come The Jesus and Mary Chain, e al movimento del revival rock’n’roll insieme alle band americane di rock alternativo come Strokes e White Stripes, con innumerevoli influenze ‒ dai Velvet Underground ai Rolling Stones ‒,  i BRMC fanno tour internazionali e accrescono la loro fama con una serie di album sino al 2013. Una pausa dovuta a problemi di salute dei componenti li rende inattivi sino alla pubblicazione, nel 2018, dell’ultimo album Wrong Creatures con il produttore Nick Launay (già produttore di Nick Cave & the Bad Seeds).

PAROLA A ROBERT LEVON BEEN

La tua definizione di arte.
Pensavo che l’arte esistesse solo in cornici, libri, canzoni, sculture, edifici, film. Ma in realtà non ne hai bisogno per essere un artista. L’arte è chi sei, e le cornici e le scatole che usiamo per definire questo sono solo misurazioni per aiutarti a sentirti visto, ascoltato e capito. Ma spesso vorrei che non sentissimo così tanto questo bisogno. Siamo capaci di molto di più, tra i nostri passi e passi falsi, nella nostra partecipazione e relazione con il momento. Tuttavia, trova ancora un modo per colpire il cuore ‒ o avvia il sogno, così come addolcisce il dolore e risponde a una chiamata.

La tua definizione di musica.
La verità? La musica è qualunque cosa tu voglia che sia, o niente affatto. È uno degli elementi più malleabili dell’universo e la più grande bugia. In qualche modo simultaneamente ci eccita, annoia, frustra e mistifica oltre ogni limite. Ci sono pochissime cose simili. Personalmente, anche se ho avuto una relazione turbolenta e una dipendenza da essa, come se fossi nato con una sorta di handicap spirituale, incapace di vedere una verità completa, ho usato la musica per vedere e trovare meglio gli altri, in modo simile a come i sottomarini usano il sonar. Non conoscevo un altro modo se non usando il contorno del suono.

Ti definisci un “artista”?
Voglio credere che ognuno sia un work in progress, secondo il proprio disegno. C’è un’eleganza e una sfida in quella convinzione che mi aiuta a capire che a tutti noi viene data la stessa possibilità, a piedi nudi, senza un soldo o senza un dio. Siamo tutti autorizzati a osare il sogno infinito e definirci con tali parole sacre e fondamento, sia che si sia consacrati o meno. Ma ciò in cui vogliamo credere, e ciò che spesso otteniamo, può far male. Ciò che resta di noi, allora, potrebbe essere ciò che effettivamente ci definisce.

Black Rebel Motorcycle Club. Photo Andrea Venturini

Black Rebel Motorcycle Club. Photo Andrea Venturini

ARTE E MUSICA SECONDO ROBERT LEVON BEEN

L’opera di arte visiva che più ami.
L’idea di cosa verrà dopo.

La canzone che più ami.
Questa è ironicamente la domanda che più mi spaventa, in parte perché la mia risposta cambia come minimo ogni anno. In questo momento direi la performance dal vivo di Such A Night di Dr. John da The Last Waltz.

I tuoi recenti progetti.
Ho lavorato alla scrittura di canzoni per la colonna sonora di un film, ma è stata una strana esperienza. Sembra di passare dal basket al baseball o qualcosa del genere. Sono entrambi ancora tecnicamente degli sport *, ma le regole della musica nei film sono diverse. (* Oh, ho dimenticato di dire che la suonano sulla luna, quindi sai, la gravità).

Un ricordo della tua vita.
Ricordo la prima domanda che mi hai posto in questa intervista, molto tempo fa. E il mio unico ricordo è quanto vorrei poter fare qualcosa per rendere tutto più breve e più dolce in qualche modo.

Samantha Stella

www.blackrebelmotorcycleclub.com

LE PUNTATE PRECEDENTI

Arte e musica. intervista ad Anton Newcombe ‒ The Brian Jonestown Massacre
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Samantha Stella

Samantha Stella

Samantha Stella, nata a Genova, vive a Milano. Artista visiva, performer, set & costume designer, regista, musicista, cantante. Sviluppa principalmente progetti focalizzati sul corpo e pratiche di discipline live utilizzando differenti linguaggi, installazioni con elementi strutturali e corporei, fotografia, video,…

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