Oscar 2021, il miglior film è Nomadland

La 93esima edizione degli Oscar ha fatto sognare l’Italia lasciandola però a bocca asciutta. Una cerimonia in presenza, per pochi, di vero show, di grande cinema. Una notte magica che precede la riapertura delle sale italiane.

La notte degli Oscar più attesa degli ultimi tempi. Particolare, diversa, speciale. Il 9 febbraio del 2020 ancora nessuno sapeva a cosa saremmo andati incontro e più di un anno dopo questa cerimonia qui, in presenza, ha regalato una vera boccata d’aria, un piccolo sogno, una magia di normalità. Una notte che precede la riapertura delle sale cinematografiche in Italia, che già dal 26 aprile ospiteranno alcuni dei film nominati come Minari e Mank. Per questa edizione, gli Oscar si sono rifatti l’abito. Hanno cambiato estetica, grafica e aggiunto una location a quella principale. Il pre-show è stato caratterizzato da un red carpet in veste diversa, meno frenetico e popolato, e ha regalato diversi momenti di musica con le esibizioni, già registrate, dei nominati alla Miglior Canzone Originale. Tra questi una brillante, emozionante Laura Pausini con Io si, nella colonna sonora del film La vita davanti a sé di Edoardo Ponti. Sempre durante il pre-show c’è stato un importante annuncio: da settembre 2021 apre le porte l’Academy Museum. A raccontare l’enorme progetto direttamente David Rubin, presidente dell’Academy of Motion Pictures Arts and Science. Un museo che ospiterà il cinema tutto raccontando la sua storia, tradizione, invenzione e creazione. Ebbene si, una notte particolare, diversa, speciale quella degli Oscar 2021 dove a trionfare come il Miglior Film è stato Nomadland di Chloé Zhao.

Nomadland

Nomadland

OSCAR 2021: UNO SHOW DI GRANDE CINEMA

La 93esima edizione degli Oscar passerà alla storia non solo come la cerimonia che ha dato uno “schiaffo” alla pandemia con un’organizzazione impeccabile, come fosse una grande bolla, un vero set cinematografico e quindi con tutte le accortezze del caso, ma anche come grande show. Un grande film fortemente voluto in questo modo da Steven Soderbergh che già in precedenza aveva parlato di diretta televisiva con immagini a 24 fotogrammi per secondo, cioè lo standard del cinema, e non 30, standard televisivo. Ad aprire la cerimonia è stata Regina King che in questa edizione, al suo debutto alla regia con One night in Miami, avrebbe meritato sicuramente più candidature, e tra i primissimi a portare a casa l’ambita statuetta ci sono stati Promising Young Woman e The Father, rispettivamente per Migliore sceneggiatura originale e non. Due film travolgenti. Il primo feroce, un pugno allo stomaco e fortemente attuale. Il secondo incalzante e dal ritmo del thriller. Questi due film si uniscono a tutti gli altri candidati come Miglior Film in un’unica sensazione: sono tutti film che meritano e necessitano  una visione in sala per poter essere veramente vissuti, assaporati, compresi. Sono film di altissimo valore. Sono politici. Sono reali. Sono film classici e potenti. Nomadland, Minari, Sound of Metal sono accomunati da una casa con le ruote che, anche se non è nulla di nuovo, assume un significato fortissimo in ognuno di loro; e poi i già citati Promising Young Woman e The Father sono due debutti alla regia che bruciano di talento, di emozioni, di suggestioni; Judas and the Black Messiah e Il processo ai Chicago 7 riguardano storie vere di lotta al razzismo; e Mank, un grandioso omaggio al cinema, quello di ieri che ha reso vivo quello di oggi.

CHLOÉ ZHAO, LA VERA SORPRESA DEL CINEMA 2020

Regista, sceneggiatrice e montatrice di Nomadland, Chloé Zhao è lei la vera protagonista della notte degli Oscar, la vera sorpresa del cinema del 2020. Un talento indiscusso che si farà strada. Nomadland ha fatto il suo debutto alla Mostra del Cinema di Venezia vincendo il Leone d’Oro, accompagnato da queste parole della regista non presente: “essendo cresciuta in città cinesi e inglesi, sono sempre stata profondamente attratta dalla strada aperta, un’idea che trovo tipicamente americana: la continua ricerca di ciò che sta oltre l’orizzonte. Ho tentato di catturarne uno scorcio in questo film, sapendo che non è possibile descrivere veramente la strada americana a un’altra persona. Bisogna scoprirla da soli”. Nomadland è un film destinato a entrare nella memoria e nella storia. Un film di finzione che segue pari passo la realtà. Una realtà silenziosa, che scuote e può fare male. Chloé Zhao ha attraversato il red carpet degli Oscar in scarpe da ginnastica bianche, un vestito di maglia a collo alto di Greta, i capelli pettinati con le trecce. Il suo debutto cinematografico risale al 2015 con Songs my brothers taught me, che è stato presentato alla US Dramatic Competition al Sundance Film Festival e alla Quinzaine des Rèalisateurs al Festival di Cannes. Nel 2017 ha scritto, diretto e co-prodotto The Rider – Il sogno di un cowboy. Al suo terzo lungometraggio Chloé Zhao ha trionfato come Migliore regista agli Oscar. Non solo una svolta per il suo percorso artistico e lavorativo, ma un segnale forte per l’intera industria cinematografica che sta dando il giusto spazio anche alle donne. Citando lo stesso Nomadland,see you down the road” Chloé Zhao.

TUTTI I PREMI

Miglior Film a Nomadland

Migliore regia a Chloé Zhao per Nomadland

Migliore attrice protagonista a Frances McDormand per Nomadland

Migliore attore protagonista a Anthony Hopkins per The Father

Migliore attore non protagonista a Daniel Kaluuyah per Judas and the Black Messiah

Migliore attrice non protagonista a Yuh-Jung Youn per Minari

Migliore sceneggiatura originale a Promising Young Woman

Migliore sceneggiatura non originale a The Father

Migliore film internazionale a Another Around

Migliore film d’animazione a Soul

Migliore colonna sonora a Soul

Migliore canzone originale a Judas and the Black Messiah

Migliore documentario a My Octopus Teacher

Migliore cortometraggio documentario a Colette

Migliore trucco e parrucco a Ma Rainey’s Black Bottom

Migliori costumi Ma Rainey’s Black Bottom

Migliore scenografia a Mank

Migliore fotografia a Mank

Migliore montaggio a Sound of Metal

Miglior cortometraggio a Two Distant Strangers

Migliore cortometraggio d’animazione a If anything happens I love you

Miglior sonoro a Sound of Metal

Migliori effetti visivi a Tenet

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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