
Nelle ultime settimane Netflix è tornata a parlare in una serie di interventi e incontri della sua nuova strategia per quanto riguarda i videogiochi, confermando il suo interesse nel settore ma delineando un progetto che non convince gli esperti.
Il catalogo di videogiochi di Netflix
Potrebbe in effetti esservi sfuggito, ma se avete un abbonamento a Netflix avete anche accesso a un ampio catalogo di videogiochi, pensati soprattutto per dispositivi mobili. Aprendo la app della piattaforma sul vostro smartphone troverete in basso una sezione “giochi”. Ci sono opere ispirate alle serie e ai programmi di maggior successo di Netflix, come Squid Game: senza limiti, tra l’altro eccezionalmente disponibile anche per le persone non abbonate, o Black Mirror: Thronglets legato all’episodio Come un giocattolo della settima stagione di Black Mirror. Ci sono opere prodotte da Netflix ma non strettamente legate ai marchi della piattaforma, come Monument Valley 3 che abbiamo recensito su Artribune, e versioni per dispositivi mobili di videogiochi anche piuttosto importanti, come Immortality (uno dei migliori videogiochi del 2022 secondo noi). È un grande catalogo che va dai puzzle ai videogiochi d’azione, dai racconti interattivi a bivi ai videogiochi di strategia.
Alla ricerca della Netflix dei videogiochi
Da tempo l’industria videoludica sta cercando di azzeccare la formula per sviluppare la “Netflix dei videogiochi”, un servizio su abbonamento che funzioni come Netflix ma che fornisca videogiochi. Ci ha provato Apple con l’abbonamento Apple Arcade, ci sta provando Microsoft con gli abbonamenti Game Pass, e ci sta provando pure Netflix stessa, anche perché nessuna delle piattaforme di streaming concorrenti offre qualcosa di simile. Nel 2021 Netflix assunse alla direzione della sua divisione videoludica Mike Verdu, professionista con un’esperienza che andava dalla grande compagnia di videogiochi Electronic Arts a Facebook, e da allora ha arricchito il proprio catalogo di opere di culto, ha acquistato quattro compagnie (Night School Studio, Next Games, Boss Fight Entertainment e Spry Fox) e ha iniziato a costruire suoi studi di sviluppo. Netflix sembrava intenzionata a portare importanti investimenti nel settore, anche se Jason Schreier di Bloomberg ha definito la sua strategia tanto “ambiziosa” quanto poco chiara per chi si occupa di industria videoludica.
Il cambio della strategia di Netflix per i videogiochi
Poi, Netflix ha effettivamente capito quanto sia costoso e imprevedibile lo sviluppo di videogiochi, e pare avere un po’ cambiato idea. Da metà 2024 ha chiamato a occuparsi dei suoi videogiochi Alain Tascan, che aveva supervisionato lo sviluppo di opere come Fortnitea Epic Games, ha cancellato il lancio di videogiochi annunciati e ne ha rimossi altri già usciti, ha ridotto il personale nei suoi studi di sviluppo e ha chiuso quello che doveva essere il fiore all’occhiello della sua offerta videoludica, uno studio californiano guidato da veterani dell’industria al lavoro su un costoso videogioco per console e computer. A inizio anno se n’è andata anche Leanne Loombe, la persona che curava i rapporti tra Netflix e gli studio di sviluppo esterni e che ha effettivamente costruito il catalogo attuale.

Le quattro categorie della nuova strategia di Netflix per i videogiochi
D’ora in poi, Netflix si concentrerà solo su videogiochi per la sua piattaforma (niente più grandi progetti per console insomma) e su quattro categorie. Ci saranno titoli mainstream di grande successo, come GTA: San Andreas già disponibile nel catalogo. Ci saranno titoli indirizzati al pubblico più giovane, senza pubblicità e senza pagamenti extra (le cosiddette microtransazioni), come un videogioco in arrivo legato alla serie animata Peppa Pig. Ci saranno titoli “party”, facili da imparare e pensati per essere giocati in compagnia sulla TV usando gli smartphone come sistemi di controllo e senza bisogno di installazioni. E, infine, ci saranno esperienze narrative che promuoveranno marchi Netflix, anche se a inizio aprile è stata annunciata la fine degli aggiornamenti per Netflix Stories, un’app che contiene proprio storie interattive su vari marchi della compagnia e che con quasi 7 milioni di download (secondo l’agenzia Sensor Tower) era anche uno dei maggiori successi del catalogo. Ma con 3 miliardi di persone che giocano ai videogiochi al mondo, e più di 300 milioni di abbonamenti a Netflix, simili cifre sono in realtà ancora piuttosto piccole.
Per alcuni esperti come Keza MacDonald di The Guardian la nuova strategia di Netflix assomiglia più che altro a una ritirata verso produzioni banali e sicure, tra l’altro poco coerenti con le competenze su cui Netflix ha investito con le sue acquisizioni. Mentre sempre Schreier ha criticato il nuovo corso per essere ancora troppo vago, “un tentativo di tirare un sacco di freccette per vedere se qualcuna fa centro”.
Matteo Lupetti
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