Urban art sul Lago di Como: Opiemme e Massimo Giacon tra gli ospiti della terza edizione di ComON, mostra itinerante per la città

Il linguaggio è quello dell’arte di strada, medium per definizione anarchico e insofferente nei confronti delle regole imposte. La piazza – o meglio: le piazze, le strade e le vie; le scuole e i musei – sono quelli di Como, città che nell’immaginario collettivo incarna la placida eleganza della più tipica provincia borghese. L’incontro tra […]

Il linguaggio è quello dell’arte di strada, medium per definizione anarchico e insofferente nei confronti delle regole imposte. La piazza – o meglio: le piazze, le strade e le vie; le scuole e i musei – sono quelli di Como, città che nell’immaginario collettivo incarna la placida eleganza della più tipica provincia borghese. L’incontro tra i due mondi è di quelli positivi, seminativi: torna per il terzo anno consecutivo, nel capoluogo lariano, Streetscape: nove gli interventi temporanei di urban art che accompagnano la settima edizione di ComON, incubatore di buone pratiche che coinvolge le scuole superiori e i centri di formazione locali in percorsi che puntano a rinnovare, nella tradizione, l’anima imprenditoriale della città. Partendo dal bagaglio di un manifatturiero un tempo fortissimo ed oggi comprensibilmente in difficoltà, verso un’idea di industria creativa che guardi al fashion design e alle nuove tecnologie.
Ricco il programma di workshop, corsi e seminari; ricco il parterre di ospiti invitati da Chiara Canali e Ivan Quaroni per la pagina più schiettamente artistica dell’evento.

Interventi effimeri quelli di Massimo Giacon, che si trasforma in surreale madonnaro sotto il porticato del Broletto, e di Ivan Tresoldi: copre la distanza dall’Accademia Aldo Galli all’ex Chiesa di San Francesco la sua poesia vergata a gessetti lungo il selciato, mentre hanno già preso il largo quelle scritte su barchette di carta lasciate alla deriva sullo specchio del lago.
Azione politico-poetica per Opiemme, che distribuisce targhe per ciclisti a quanti scelgono di donargli un lucchetto per la bicicletta che ha provocatoriamente incatenato in piazza Volta, monumento alla necessità di una mobilità sostenibile. Ci dimentichiamo che il petrolio è frutto della terra: ce lo ricorda Andrea Mazzola con una serie di bidoni che emergono dal terreno di Piazza Grimoldi; intanto Manuel Felisi omaggia la tradizione serica della città con un rullo per decorazioni in marmo, rivisitato in forma di leggerissima altalena.
Chiudono il catalogo l’omaggio a Bruno Munari del Collettivo FX e le opere di Francesca Pasquali, Luca Raimondi e Carlo Pasini.

– Francesco Sala

 

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