Strange Beasts: la realtà aumentata tra gioco e incubo

Un cortometraggio girato sotto forma di spot presenta un nuovo videogame. Grazie alla realtà aumentata, il gioco permette di creare e allevare creature virtuali. Ma la realtà dei fatti è molto più inquietante

Un cortometraggio sci-fi che oscilla pericolosamente tra realtà e finzione, immaginando un futuro non troppo lontano in cui un videogioco in realtà aumentata sarà in grado di sostituire i nostri compagni di vita reali con quelli virtuali. Il film, scritto e diretto dalla londinese Magali Barbè, inizia come un filmato promozionale, in cui vediamo un giovane imprenditore, Victor Weber, presentare la sua start-up: Strange Beasts, un videogame che permette, tramite l’installazione di una protesi permanente sulla cornea, di allevare creature fantastiche come fossero animali da compagnia. A un certo punto però, qualcosa di molto più inquietante arriva a disturbare l’atmosfera ottimista e ludica dello spot, trasformando la storia in una distopia tra le più classiche, in pieno stile Black Mirror. Guardare per credere.

– Valentina Tanni

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Valentina Tanni

Valentina Tanni

Valentina Tanni è storica dell’arte, curatrice e docente; la sua ricerca è incentrata sul rapporto tra arte e tecnologia, con particolare attenzione alle culture del web. Insegna Digital Art al Politecnico di Milano e Culture Digitali alla Naba – Nuova…

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