Il Luna Park di Carsten Höller. All’HangarBicocca

Hangar Bicocca, Milano – fino al 31 luglio 2016. Luci intermittenti, neon fluorescenti, letti semoventi, macchine volanti, corridoi bui o accecanti, giostre, specchi, video. Nella mostra “Doubt” c’è tutto, o quasi, il catalogo di Höller: mancano solo gli scivoli della Turbine Hall. Ma non accalcatevi, perché per fare un giro nel luna park del contemporaneo c’è tempo fino all’estate.

L’ARTE COME ENTERTAINMENT
Fedele alle sue teorie, Carsten Höller (Bruxelles, 1961; vive a Stoccolma e Biriwa) non si smentisce: l’arte come forma evoluta di entertainment è il fil rouge di questa antologica del fitopatologo più famoso dell’art system. A cominciare dall’inizio: l’installazione luminosa (Y, 2003) che si biforca, lasciando al visitatore la scelta di proseguire verso destra o sinistra, introduce al percorso della mostra che continua, attraversando una parete di neon (Division Walls, 2016), con la scelta fra due corridoi speculari e bui (Decision Corridors, 2015), da percorrere lasciandosi guidare dalle voci o dalle luci che filtrano dell’esterno, oppure da bypassare tramite ingressi laterali.

LA TEORIA DEL DOPPIO
A questo punto il grande spazio delle Navate risulta diviso in due da un muro-opera caro all’artista: Zöllner Stripes (2001-in corso), che in alcuni casi duplica e in altri divide una serie di installazioni: come le giostre del premio Enel Contemporanea Double Carousel (2011); i finti ascensori di Double Neon Elevator (2016); le porte ruotanti a specchio di Revolving Doors (2004-2016); le due piccole teche di Mäuseplatz (Mice Square) (2010), con topini neri e bianchi; la doppia proiezione del film Fara Fara (2014) o le doppie installazioni dei video Twins (2005-in corso), delle pareti luminose Phil Wall II (2002) e delle macchine volanti Two Flying Machines (2015).
La teoria del doppio, negato a prima vista dalla presenza del muro, serve a far riflettere e a disorientare, ma in ogni caso instillare il dubbio se ci si trovi o meno dal lato giusto dell’esposizione. I due percorsi, continuamente svelati e negati, si ricongiungono nella parte finale in un grande cubo in penombra, con due letti radiocomandati in perenne movimento. Qui ci si può dormire (o fare altro), ma solo di notte e a pagamento, quando l’Hangar è chiuso.

Carsten Höller, Two Roaming Beds (Grey), 2015 - courtesy of the artist & Pirelli HangarBicocca, Milano - photo © Attilio Maranzano

Carsten Höller, Two Roaming Beds (Grey), 2015 – courtesy of the artist & Pirelli HangarBicocca, Milano – photo © Attilio Maranzano

UN GIOCO PER ADULTI
Tutte le installazioni sono interattive, da sperimentare in prima persona, come i corridoi finali con luci abbaglianti (Lights Corridor, 2016) o dal movimento impercettibile (Milan Swinging Corridor, 2016), pensati per distorcere la percezione dello spazio circostante con un effetto a tratti allucinatorio.
La sensazione di trovarsi in un luna park per adulti è continua, le giostre girano a velocità ridotta e non c’è narrazione, manca solo una macchina orgasmica e poi si può andare a dormire, nei letti attrezzati per il pubblico pagante. Con il dubbio, instillato sottilmente dall’artista, di essere diventati topi da laboratorio e che una telecamera stia riprendendo il tutto.

Giovanna Procaccini

Milano // fino al 31 luglio 2016
Carsten Höller – Doubt
a cura di Vicente Todolí
HANGARBICOCCA
Via Chiese 2
02 66111573
[email protected]
www.hangarbicocca.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/52546/carsten-holler-doubt/

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Giovanna Procaccini

Giovanna Procaccini

Giovanna Procaccini, nata a Napoli, vive a Milano. È laureata in architettura e specializzata in storia dell’arte all’Università degli Studi di Napoli Federico II. È diplomata come addetto alla conservazione e restauro dei dipinti su tela. Critica e curatrice, si…

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