Moda Mia. Al cinema la storia del ragazzo sardo diviso fra pastorizia e sogni di passerelle

Marco Pollini nella sua seconda opera cinematografica racconta di un sogno non chiuso in un cassetto ma sotto il letto, pronto “all’uso”

Dovrebbe guardare il bestiame e lavorare la terra, ma sogna i vestiti e la passerella. Giovannino è un ragazzo sardo. Un adolescente come tanti. Va a scuola, ama andare in bicicletta e tiene stretto a se un sogno importante da realizzare. I suoi genitori sono in un momento di forte crisi. La madre è andata via lasciando lui e la sorellina con il padre. Un uomo burbero, legato agli antichi principi che vogliono la terra come unica fonte di sostentamento. Giovannino di giorno frequenta la scuola, fa i lavori di casa e bada alla sorellina pur scontrandosi frequentemente con i malumori del padre deluso e abbandonato. Di notte, toglie da sotto il letto il suo più grande sogno, quello di diventare stilista e di andare a vivere nella città italiana della moda, Milano. Giovannino non tiene il suo sogno chiuso in un cassetto ma sotto il letto, pronto “all’uso”. La storia di Giovannino è raccontata da Marco Pollini nella sua seconda opera cinematografica dal titolo Moda Mia, in sala dal 23 marzo con Ahora! Film.

LA REGIA

Questo è un film sul sogno. Il sogno di un ragazzino che parte dalla provincia e decide di seguire la sua grande passione che è la moda. Tutto parte dal basso. È dal basso che il protagonista riesce a realizzare vestiti, con materiali di scarto”. Dice Marco Pollini all’anteprima del film. Moda Mia è infatti un film sul sogno, qualunque esso sia. Un film che ha intuizioni interessanti, ma che eccede di tenerezza. Giovannino è un bambino con un sogno importante, ma è poco determinato. La sua è una “lotta” bianca, moderata forse dal grande rispetto per la figura paterna. Il padre, interpretato da Pino Ammendola, è un uomo arrabbiato e prima di tutto con se stesso, poi con gli altri. Non è violento o padrone. È solo e bloccato in una mentalità antica. La regia si lancia in spazi quasi astratti e onirici, perdendo la concretezza del tema. Un tema affrontato una miriade di volte e sempre in modo diverso. Pollini non inserisce in Moda Mia alcun tratto biografico. Si limita a raccontare la storia di un bambino conosciuto qualche tempo prima, e forse proprio perché non si lascia trasportare da una sfera privata finisce con il mancare in qualcosa. “Il personaggio interpretato dallo straordinario Francesco Desogus, al suo primo film, è ispirato a un ragazzo sardo di 15 anni, Federico Careddu, che ho conosciuto la scorsa estate. Studia moda a Sassari e realizza vestiti meravigliosi con poco, con materiali di riciclo. I vestiti che si vedono nel film sono davvero realizzati da lui”, aggiunge Pollini.

LA SARDEGNA

Lo sfondo di Moda Mia è la Sardegna. Una terra che con i suoi paesaggi e le sue caratteristiche si candida ad essere molto onirica. Quasi un locus nullo, collocato fuori dal tempo e dallo spazio, dove tutto avviene, tutto scorre e nulla si trasforma. Sono la bellezza e la cultura sarda a dare quel quid in più al film. Sono questi due elementi che rendono il sogno di Giovannino ingombrante e sentito. “Moda mia trova come sfondo i paesaggi naturali” continua il regista, “quasi allo stato brado, i pascoli, le pecore, le tradizioni e il folklore di gente all’apparenza semplice ma in realtà molto ambiziosa”. In Moda Mia da un lato c’è la vita “bucolica” e a suo modo incantata, fatta di terra, natura e piccole cose. Come dice il personaggio di Ammendola: “la vita vera si trova qui, sotto una pietra”. E dall’altra parte c’è il sogno della moda, la grande città dove tutto è possibile ma nulla è scontato. Tra questi due “fuochi” c’è Giovannino che, come è giusto che sia, “indossa la maglia dell’eroe” e tenta di afferrare il suo sogno.

Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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