Fischli without Weiss. La coppia d’oro dell’arte svizzera non esiste più: David Weiss è scomparso dopo un anno di lotta contro una grave malattia

Era un po’ che il destino non decideva di “separare” una importante coppia in arte. A memoria ci vengono in mente i Becher, la cui parabola si chiuse nel giugno 2007 con la scomparsa di Bernd, e poi gli Javacheff, con Christo rimasto senza la sua Jeanne-Claude. Ora arriva la conferma di una notizia che […]

Era un po’ che il destino non decideva di “separare” una importante coppia in arte. A memoria ci vengono in mente i Becher, la cui parabola si chiuse nel giugno 2007 con la scomparsa di Bernd, e poi gli Javacheff, con Christo rimasto senza la sua Jeanne-Claude. Ora arriva la conferma di una notizia che avevamo iniziato a percepire da qualche segnale in rete, ma che in serata è stata ufficializzata dall’Artists International Association: la morte a 66 anni di David Weiss, che pone fine alla “coppia” forse più celebre rimasta nell’artworld creativo, quella formata con Peter Fischli.
È stata la galleria newyorchese del duo, Matthew Marks, a confermare poi che l’artista svizzero lottava da quasi un anno con una grave malattia. Zurighese di nascita, come l’amico/collega, David Weiss aveva studiato alla Kunstgewerbeschule di Zurigo e poi di Basilea, formandosi poi come scultore con gli artisti Alfred Gruder (sempre a Basilea) e Jaqueline Stieger (in Inghilterra). Fischli & Weiss collaboravano come coppia dal 1979, quando esordirono con Wurstserie, una serie di dieci fotografie a colori, variazioni sul tema della carne e della salsiccia.
E la vena raffinatamente umoristica del debutto, contestualizzata in situazioni di vita quotidiana, resterà una costante della loro opera, che si esprimerà sui fronti più diversi, dalla fotografia al film alla videoarte, alle complesse sculture polimateriche, ai libri d’arte, alle installazioni multimediali. La loro opera iconica viene considerata il mediometraggio The Way Things Go, del 1987, steppa colare e inquietante reazione a catena di oggetti in movimento originata all’interno del loro studio. Difficile in questa sede enumerare le tantissime occasioni che hanno costellato una carriera ricca di successi: nell’ultima Power List di ArtReview, per quel che vale, Fischli & Weiss erano alla posizione numero 28. Basterà citare il progetto per la Biennale di Venezia del 1995, o quello botanico/fotografico per lo Skulptur Projekte di Münster del 1997. In Italia l’ultima grande mostra è senz’altro quella organizzata nel 2008 dalla Fondazione Trussardi a Palazzo Litta, a Milano; ma erano presenti anche all’ultima biennale veneziana, targata Curiger. Nel 2010 il Museum Ludwig di Colonia li aveva insigniti del prestigioso Wolfgang Hahn Prize. Azzardiamo: vista l’attenzione che Carolyn Christov-Bakargiev ha sempre rivolto alla celebre coppia, siamo quasi certi che la prossima edizione di Documenta, la grande quinquennale tedesca curata dalla Christov, incorporerà un omaggio a Fischli&Weiss.

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