Le mostre dell’estate 2022 sulla costa pugliese e in Salento

Suggerimenti utili sulle mostre da visitare se siete in vacanza in Puglia, da Polignano a Ostuni, giù fino a Lecce, Otranto e Gallipoli. Alla scoperta di grandi artisti, da Pino Pascali a Andy Warhol e Banksy. Senza dimenticare gli autori emergenti

Destinazione apprezzata per la bellezza del litorale e la cultura millenaria custodita da borghi a misura d’uomo, la Puglia è la meta privilegiata di molti vacanzieri estivi. Dai ritratti di Andy Warhol a Monopoli agli scatti di Sebastião Salgado che raccontano l’America Latina esposti al Castello di Otranto, passando per la collettiva sulla follia da scoprire a Putignano, ci muoviamo lungo la costa adriatica pugliese, giù fino al Salento, per intercettare le mostre da non perdere dell’estate 2022.

Livia Montagnoli

PINO PASCALI E UGO MULAS A POLIGNANO A MARE

Nel 1968 Ugo Mulas (Pozzolengo, 1928 – Milano, 1973) immortala Pino Pascali (Bari, 1935 – Roma, 1968) in una serie di ritratti scattati nell’alveo del progetto de L’Uomo Vogue, all’epoca incredibile territorio di sperimentazione tra arte e moda.
La mostra intitolata ai “dialoghi” tra Pascali e Mulas, a cura di Alessio de’ Navasques in collaborazione con l’Archivio Ugo Mulas, ha l’obiettivo di rintracciare questo rapporto prolifico tra i due mondi creativi sullo sfondo degli incontri tra l’artista pugliese e il fotografo milanese, che a più riprese si frequentarono tra Roma e Venezia. Sono oltre quaranta gli scatti esposti alla Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, immagini in bianco e nero, rare vintage print e serie poco conosciute o mai esposte integralmente che aiutano a ricostruire un racconto inedito, tra arte, moda ed editoria. In quel contesto la moda diede forma a una rappresentazione del maschile più libera, codificando un nuovo immaginario attraverso il coinvolgimento di artisti, intellettuali, designer e protagonisti del panorama culturale coevo, da Alighiero Boetti a Ettore Sottsass, Aldo Mondino, Giangiacomo Feltrinelli, Getulio Alviani e molti altri. Il sipario cala sull’ultimo incontro, postumo, tra Pascali e Mulas, in occasione della mostra Vitalità del Negativo, del 1970.
Visitabile fino al 2 ottobre, come pure il progetto a cura di Rosalba Branà centrato sull’opera Inverso Mundus (2015) del collettivo russo AES+F, già vincitore della XVIII edizione del Premio Pino Pascali. L’opera, ispirata alle incisioni del XVI secolo del “Mundus inversus” che ribaltavano i ruoli e le relazioni sociali tra uomini e animali per sovvertire la realtà, sarà proiettata per tutto il periodo della rassegna nel salone centrale della Fondazione. Un invito a riflettere sulle derive del dibattito culturale sollevato dalla guerra in Ucraina, ribadendo il compito dell’arte contemporanea di farsi strumento di pace.

Pino Pascali Roma 1968_Fotografie Ugo Mulas Courtesy Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano, Galleria Lia Rumma, Milano_Napoli

Pino Pascali Roma 1968_Fotografie Ugo Mulas Courtesy Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati. Courtesy Archivio Ugo Mulas, Milano, Galleria Lia Rumma, Milano_Napoli

IMPARARE DA NUVOLE E FIORI. GIANMARIA GIANNETTI A OSTUNI

Sempre molto attiva, la Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni propone nei suoi spazi nel cuore del centro storico, proprio accanto alla Cattedrale, la personale di Gianmaria Giannetti (Milano, 1974), tra gli artisti più rappresentativi della sua scuderia. M. diploide + Nefologia Assoluta è il titolo dell’esposizione che mostra l’esito delle ultime ricerche dell’autore, il quale invita a imparare dalla Natura, dagli alberi, dai fiori, a osservare di più il cielo e il gioco delle nuvole per recuperare i legami interrotti da un periodo di lunghe chiusure e silenzi, e riprendere posto, in quanto creature viventi, nel ciclo naturale delle cose.
La Margherita Diploide che dà il nome al ciclo pittorico è infatti una pianta erbacea della famiglia delle Asteracee, mentre la nefologia è la branca della meteorologia che studia le nubi. Giannetti guarda al suo mondo interiore per dare forma, pur in maniera astratta, a inediti oggetti naturali, che si materializzano su diversi supporti, dalla carta alla tela. Il fine ultimo è rintracciare il senso profondo della vita, perseguendo la semplicità. Solo fino al 24 luglio.

Gianmaria Giannetti, M.diploide + Nefologia assoluta, exhibition view at Orizzonti Arte Contemporanea, Ostuni

Gianmaria Giannetti, M.diploide + Nefologia assoluta, exhibition view at Orizzonti Arte Contemporanea, Ostuni

INSIDE WARHOL AL CASTELLO CARLO V DI MONOPOLI

Fino al 31 agosto, il piano nobile del Castello di Carlo V di Monopoli accoglie le opere più note di Andy Warhol (Pittsburgh, 1928 – New York, 1987), affiancandole a documenti video utili a ripercorre vita e carriera del fautore della Pop Art. Curata da Maurizio Vanini, con il coordinamento di Lorenzo Madaro, la mostra si concentra sul tema dell’identità, esplorandolo a partire dalle serie di ritratti più celebri, da Marylin a Mao. Son trentatré in tutto le opere selezionate, tra cui lavori iconici come le Campbell’s soup e produzioni poco conosciute, nell’arco temporale che va dal 1956 alla morte di Warhol, di cui si vuole mettere in luce anche l’aspetto più intimo e fragile e non solo il ruolo di faro dello star system conquistato in età adulta, dopo un’adolescenza contraddistinta da timidezza e difficoltà di comunicare. Esposte anche le copertine originali realizzate per gli LP di John Cale e dei Rolling Stones del 1981 e 1982 e un Autoritratto datato 1977.

Andy Warhol, Shot Sage Blue Marilyn, 1964. Courtesy Christie's Imaged Ltd.

Andy Warhol, Shot Sage Blue Marilyn, 1964. Courtesy Christie’s Imaged Ltd.

I CORPI DEFORMATI DALLA GUERRA DI ERICH TURRONI NEL BUNKER DI MONOPOLI

I Rifugi Antiaerei di Monopoli furono scavati sotto la città nel 1942, in vista di un possibile conflitto atomico, sfruttando la porosità della roccia arenaria per aprire i cunicoli del grande bunker. In questo spazio che evoca l’atmosfera cupa di quei giorni prende forma la personale di Erich Turroni (Cesena, 1976), il quale, attraverso sculture e disegni, dà voce alle atrocità della guerra. Sotto le palpebre del giorno – omaggio a Kurt Vonnegut è una mostra potente, a cura di Roberto Lacarbonara, che popola il bunker dei corpi deformi plasmati dall’artista: dieci sculture in resina e diversi materiali sintetici che si muovono in torsioni di sofferenza, come fossili-cadaveri, ed esseri senza volto rappresentati in una serie di grandi ritratti a sanguigna. Sul percorso si incrociano le parole fissate da Kurt Vonnegut nel suo romanzo Mattatoio n. 5 o La crociata dei bambini del 1969. La mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Pino Pascali di Polignano, si visita fino al 30 settembre.

Erich Turroni, Incipit, 2019. Photo credits Marino Colucci

Erich Turroni, Incipit, 2019. Photo credits Marino Colucci

FLATFORM ALL’EXCHIESETTA DI POLIGNANO A MARE

L’Exchiesetta di Polignano a Mare ospita, fino al 21 agosto, La radice del vento è l’arte, personale dell’artista collettivo Flatform, a cura di Carmelo Cipriani e promossa da Cultour.
La mostra è caratterizzata da una peculiare installazione site specific, non accessibile e visibile unicamente dalla prospettiva di una porta chiusa, ed è composta da due parti indipendenti ma che si compenetrano tematicamente tra loro: il lato antistante, infatti, è mobile e risulta formato da piante sollecitate dal vento, mentre quello retrostante è immobile, con sculture e dipinti realizzati da Flatform. Le due parti dell’installazione, che simboleggiano la dicotomia naturale-artificiale, compongono un unicum visivo, generando un’opera totale, basata sull’accostamento tra arte e vento ‒ entrambi percepibili solo nei loro effetti ma non nella loro essenza ‒ e sulla riflessione di Flatform: “Il pensiero si costruisce non solo quando la cosa in sé si vede ma anche quando è celata”.

– Cecilia Pavone

Flatform, La radice del vento è l'arte,Exchiesetta Polignano

Flatform, La radice del vento è l’arte, Exchiesetta Polignano

GLI ARTISTI RIFLETTONO SULLA FOLLIA A PUTIGNANO

Fino al 30 luglio, le stanze del piano nobile del Museo Guglielmo Romanazzi Carducci Principe di Santo Mauro ospitano una collettiva curata da Sara De Carlo sul tema della follia (mentre al Chiostro del Bramante di Roma si protrarrà fino all’inizio del 2023 Crazy, rassegna ispirata al medesimo tema). Nel centro di Putignano si interrogano sul senso del concetto di normalità e su quanto viene represso perché fuori da canoni stabiliti sei artisti contemporanei: Natascia Abbattista, Vincenzo De Bari, Miki Gorizia, Barbara Mattei, Fabrizio Riccardi ed Elisabetta Sbiroli. Si tratta, in realtà, di una riflessione volta a indagare, con speranza nel futuro, possibili letture alternative del presente drammatico (pandemia, guerra, cambiamento climatico) che opprime l’umanità, facendo ricorso persino a una sottile ironia. Al progetto espositivo si associa un programma di concerti nel giardino pensile del palazzo sul tema classico della follia spagnola, in calendario tutti i sabati di luglio.

Follia in Minore, exhibition view at Museo Guglielmo Romanazzi Carducci, Putignano

Follia in Minore, exhibition view at Museo Guglielmo Romanazzi Carducci, Putignano

LA ALTRE AMERICHE DI SALGADO AL CASTELLO ARAGONESE DI OTRANTO

Fino al 2 novembre, il Castello Aragonese di Otranto ospita la mostra fotografica di Sebastião Salgado (Aimorés, 1944), protagonista con un progetto che ne racconta lo spirito di viaggiatore e di profondo osservatore dell’umanità, grazie agli scatti che immortalano la riscoperta della sua terra d’origine, il Brasile e l’America Latina. Altre Americhe è il titolo dell’esposizione finora inedita in Italia, sintesi (in 65 opere, di tre diversi formati) dei numerosi viaggi compiuti dal fotografo tra il 1977 e il 1984. L’esposizione, a cura di Lélia Wanick Salgado, presenta scatti in bianco e nero caratterizzati dall’intensità propria dell’autore, impegnato a restituire “queste Americhe latine così misteriose, sofferenti, eroiche e piene di nobiltà”. “Questo lavoro durò sette anni, o piuttosto sette secoli, per me, perché tornavo indietro nel tempo”, ha spiegato a proposito della crucialità del progetto Salgado, in “missione” per riscoprire la sua terra d’appartenenza. Il risultato è un corpus di immagini che evoca il valore di un continente, la sua economia, la sua religiosità e la persistenza delle culture contadine e indiane.

Sebastiao Salgado, Ecuador, 1982. © Sebastião Salgado/Contrasto

Sebastiao Salgado, Ecuador, 1982. © Sebastião Salgado/Contrasto

LE OPERE PIÙ FAMOSE DI BANKSY A GALLIPOLI

Tra le numerose rassegne dedicate a Banksy nella Penisola, il progetto di Gallipoli non coinvolge direttamente l’artista inglese, il quale è stato informato della mostra a cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani che vede protagoniste le sue opere più celebri.
L’arco temporale dei lavori esposti al Museo Diocesano di Gallipoli – una selezione di serigrafie a firma dell’artista misterioso – va dal 2002 al 2007. L’idea è quella di incuriosire una platea eterogenea con opere di fama planetaria, invitando al contempo a riflettere sulla denuncia operata da Banksy attraverso soggetti che mettono in luce le contraddizioni, le disparità e le tragedie (dis)umane del nostro tempo. Fino al 30 settembre si apprezzano così masterpiece come Girl with Balloon, Love is in the Air (Flower Thrower), Bomb Hugger e Toxic Mary.

Banksy, Love is in the air, 2003. Courtesy Sold Out

Banksy, Love is in the air, 2003. Courtesy Sold Out

I REPORTAGE SUL MARE DI JUSTIN HOFMAN A LECCE

La prima personale in Italia dell’americano Justin Hofman va in scena al Castello di Lecce fino al 6 novembre. Abyss and Orizon è un reportage fotografico sulla natura estrema e sullo stato di salute degli oceani, condotto dall’autore californiano al largo della costa della Patagonia argentina, nell’esplorazione da Buenos Aires a Ushuaia condotta sulla National Geographic Explorer. Del resto fu proprio Hofman, nel 2016, a immortalare l’immagine diventata simbolo della lotta all’inquinamento dei mari: Sewage surfer fissa il momento in cui un cavalluccio marino, al largo della costa dell’isola di Sumbawa in Indonesia, si avvinghia a un vecchio cotton fioc finito nell’oceano. Nel 2017, il suo impegno gli vale il titolo di Wildlife Photographer of the Year dal National Museum of Scotland di Edimburgo. Seguiranno molte esplorazioni e numerosi reportage che raccontano lo stato degli ecosistemi marini. La mostra inedita di Lecce propone una selezione degli scatti realizzati negli ultimi anni, ponendo l’accento sull’urgenza di cambiare il corso degli eventi.

Justin Hofman, Abyss and Horizon, exhibition view at Castello di Lecce, 2022

Justin Hofman, Abyss and Horizon, exhibition view at Castello di Lecce, 2022

L’ALTRA SCULTURA DI SALVATORE SAVA ALLA FONDAZIONE BISCOZZI RIMBAUD A LECCE

Le sale dalla Fondazione Biscozzi Rimbaud, nel centro storico della città di Lecce, accolgono fino al 25 settembre la mostra di Salvatore Sava (Surbo, 1966): un’ampia selezione di opere inedite e non che spaziano dal 1995 al 2021. L’esposizione esplora la versatilità dell’artista salentino nella scelta di materiali e tecniche per esprimere la propria adesione alla sua terra d’origine, nel segno di un’empatia che coglie la vulnerabilità paesaggistica della Puglia.
Si avvicendano e si compenetrano dunque disegni, sculture, materiali quali la pietra leccese e l’acciaio, l’elemento vegetale, i colori fluorescenti, il suono. Due opere di Sava ‒ Sentieri interrotti del 1998 e Rosa selvatica del 1999 ‒ sono già presenti nell’allestimento permanente della sede museale, inaugurata nella primavera 2021. Per la prima volta si presentano invece i cicli dei “neri” polimaterici, dei lavori in legno, in resina, in fibra di vetro e smalto, dei collage metallici su cartone.

Salvatore Sava, Salento 2020, 2016. Courtesy l'artista. Photo Andrea Chemelli

Salvatore Sava, Salento 2020, 2016. Courtesy l’artista. Photo Andrea Chemelli

LA SCULTURA VERISTA DI FRANCESCO DE MATTEIS A LECCE

Pur avendo avuto trovato il terreno più fertile per la sua carriera di scultore a Napoli, Francesco De Matteis (Lecce, 1852- Napoli, 1917) era leccese. Il Must, Museo Storico della Città di Lecce, gli dedica la mostra a cura di Claudia Branca e Massimo Guastella, visitabile fino al 13 settembre. Un percorso che si muove nella produzione in bronzo e terracotta dell’artista, esponendo oltre cinquanta opere che testimoniano l’adesione di De Matteis alla poetica verista, maturata frequentando il cenacolo artistico partenopeo riunito tra il Caffè Europa e il Gambrinus. Immortalò così scugnizzi, venditori ambulanti, suonatori di mandolino, circensi, sempre con il gusto per statuine di piccolo formato, dalla spiccata vena narrativa.

Francesco De Matteis, Ritorno a Piedigrotta, collezione Comune di Lecce, Must

Francesco De Matteis, Ritorno a Piedigrotta, collezione Comune di Lecce, Must

PARLA DEL TUO VILLAGGIO AL CENTRO DEL CONTEMPORANEO KORA

È dedicata ai temi dell’abitare, della prospettiva e del Villaggio la mostra collettiva Parla del tuo villaggio inaugurata lo scorso 21 luglio al centro del contemporaneo Kora, negli spazi del palazzo Baronale De Gualtieriis di Castrignano de’ Greci, in provincia di Lecce. Nell’ambito del progetto espositivo, a cura di Paolo Mele e Claudio Zecchi, è stata inaugurata anche l’opera permanente del duo Bianco-Valente, dalla quale la mostra stessa trae il titolo,  una scritta al led installata sul frontone dell’ingresso ovest di Palazzo de’ Gualtieriis e ispirata a una citazione di Lev Tolstòj. Dopo il capitolo sul tema della casa, Home Sweet Home – esplorazioni dell’abitare, Kora prosegue dunque la sua ricerca per riflettere sul significato della produzione culturale in un piccolo centro. La mostra collettiva costituisce il primo dei tre allestimenti che si succederanno fino a giugno 2023, lungo un percorso che, durante l’anno, sarà arricchito da masterclass, talk, proiezioni e performance.

www.k-ora.it

– Cecilia Pavone

Claudia Losi, Untitled Animals, Kora

Claudia Losi, Untitled Animals, Kora

ALICE RONCHI DA SETTEMBRE ALLA MASSERIA CANALI DI CASARANO

Protagonista della seconda edizione di I.D.E.A. Salento, residenza satellite di Cascina I.D.E.A., progetto ideato dalla collezionista Nicoletta Rusconi, è Alice Ronchi (Ponte dell’Olio, 1989), che espone alla Masseria Canali di Casarano, la dimora privata del collezionista milanese Davide Meretti. La personale, intitolata Alice Ronchi.Sole, è a cura di Lorenzo Madaro e sarà visitabile da settembre su appuntamento. Lo stile di Alice Ronchi è caratterizzato da un minimalismo a tratti ludico, che sintetizza il rigore della forma e l’immediatezza del segno. Lo si evince dalla scultura a parete Sole, un’opera site-specific in ferro, posta all’ingresso della Masseria Canali. Alice Ronchi si muove attraverso i differenti linguaggi espressivi della scultura, della pittura e dell’installazione, collegando influenze delle avanguardie storiche al contesto antropologico, paesaggistico e urbanistico del Salento. La ricerca della meraviglia costituisce un leit-motiv del suo percorso, che l’autrice riesce a rendere in una peculiare sintesi espressiva, nell’alveo di una personale rielaborazione astratta.

[email protected]

– Cecilia Pavone

Alice Ronchi, Sole, 2020. Ferro, 55x102x4 cm. Ed 1_5 + 1 AP

Alice Ronchi, Sole, 2020. Ferro, 55x102x4 cm. Ed 1_5 + 1 AP

I VIAGGI DEL VIANDANTE INNAMORATO TARSHITO A BRINDISI

Dopo le tappe di Trani e Taranto, è il Museo Archeologico di Brindisi ad accogliere il pellegrinaggio del maestro Tarshito (Corato, 1952), artista barese nomade per vocazione. Il Sentiero del viandante innamorato si visita fino al 4 agosto, prima che muova verso le prossime tappe, a Lecce e Foggia. La Puglia incontra il mondo durante le esplorazioni immaginarie e i viaggi reali dell’artista viandante, da tempo impegnato sull’archetipo del guerriero d’amore e prolifico catalizzatore di esperienze creative e artigianali scoperte in tutto il mondo.

TARSHITO - una sola terra, una sola umanità

TARSHITO – una sola terra, una sola umanità

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