Weekend a Otranto. Cosa fare e vedere in città e nei dintorni

Se siete a Otranto per visitare la mostra su Sebastião Salgado, ecco qualche consiglio per scoprire cosa offre la città

Dal 2010, Otranto vanta un peculiare riconoscimento Unesco, non solo in quanto patrimonio culturale dell’umanità, ma per lo specifico ruolo di “sito messaggero di pace”. Un appellativo che rivela la natura della città, storico ponte di collegamento tra Oriente e Occidente, protesa sul mar Adriatico dirimpetto alle coste balcaniche e centro urbano più orientale d’Italia, per questo ribattezzata già secoli or sono Porta d’Oriente. Del suo passato, la località salentina più celebre dopo il capoluogo leccese conserva molte tracce e testimonianze, a cominciare dal Castello Aragonese, che fino al 2 novembre 2022 ospita la mostra fotografica di Sebastião Salgado (Aimorés, 1944), qui protagonista con un progetto che ne racconta proprio lo spirito di viaggiatore e di profondo osservatore dell’umanità, con gli scatti che immortalano la riscoperta della sua terra d’origine, il Brasile e l’America Latina. Altre Americhe è il titolo dell’esposizione finora inedita in Italia, sintesi (in 65 opere, di tre diversi formati) dei numerosi viaggi compiuti dal fotografo tra il 1977 e il 1984. Occasione per esplorare anche la città e i suoi dintorni, verso un entroterra che svela l’anima meno turistica del Salento.

Cattedrale di Santa Maria dell'Assunzione, Otranto

Cattedrale di Santa Maria dell’Assunzione, Otranto

L’ITINERARIO NEL CENTRO DI OTRANTO

Il borgo antico è ancora protetto dalle mura erette nel periodo normanno. Si accede all’interno della città fortificata dalla quattrocentesca Porta Alfonsina, percorrendo i vicoli lastricati in pietra viva, per esplorare la stratificazione urbanistica legata alle dominazioni che si sono susseguite nel tempo, dai Bizantini ai Goti, passando per Normanni e Svevi, per arrivare ad Angioini e Aragonesi (ma il primo insediamento nell’area si fa risalire all’Età del Bronzo, mentre furono i Messapi e molto più tardi i Romani a sviluppare l’attività portuale).
Nella zona più alta del borgo si concentrano la Torre Matta, il Castello e la Cattedrale, intitolata a Santa Maria Annunziata: la struttura risale al XII secolo, ma fu edificata su fondamenta del primo insediamento messapico. Il pavimento musivo la rende unica nel suo genere: di epoca normanna, la figurazione si articola intorno a un grande arbor vitae, cui sono associati temi dell’Antico Testamento, allegorie medievali, un calendario antico e le rappresentazioni dell’Inferno e del Paradiso (nell’abside, invece, è raffigurata la storia del profeta Giona). A firmarlo fu il monaco Pantaleone, con l’intento di fornire una guida morale per immagini ai fedeli che frequentavano la chiesa. Si visitano anche la cripta e la Cappella palatina dei martiri di Otranto, eretta nel 1482 per ricordare gli oltre 800 abitanti della città uccisi nel 1480 durante l’invasione turca (cui è dedicato anche il Santuario di Santa Maria dei Martiri, sul Colle delle Minerva). Al periodo bizantino risale invece la basilica di San Pietro, dalla peculiare pianta quadrata a croce greca, che conserva affreschi in stile bizantino databili tra il X e il XVI secolo.

Castello Aragonese, Otranto

Castello Aragonese, Otranto

IL CASTELLO ARAGONESE

La fortezza aragonese si segnala per la sua imponenza, che da sempre affascina chi arriva in città, dal mare o via terra. Non a caso, nella seconda metà del Settecento lo scrittore inglese Horace Walpole le dedicò l’omonimo romanzo (antesignano del genere gotico). Edificato nell’ultimo quarto del XV secolo per volere di Alfonso d’Aragona, è probabile che l’edificio sia sorto sulla preesistente fortezza legata al regno di Federico II. Molto più tardi furono i viceré spagnoli a dargli l’assetto difensivo che ancora lo caratterizza come un capolavoro di architettura militare. Oggi il Castello è sede espositiva versatile: mentre visite guidate su prenotazione conducono alla scoperta dei ben conservati sotterranei, i piani superiori ospitano mostre temporanee ed eventi che ne fanno il contenitore culturale privilegiato della città.

Ishu Han, The weight between you and me. Courtesy KORA, Lecce

Ishu Han, The weight between you and me. Courtesy KORA, Lecce

KORA: ARTE CONTEMPORANEA NELL’ANTICO CASTELLO

All’interno di Palazzo De Gualtieris, antica fortezza medievale di Castrignano de’ Greci, Kora è nato nell’estate 2021 come centro per il contemporaneo, sotto la direzione di Paolo Mele, raccogliendo l’eredità di Lastation. L’obiettivo è quello di proporsi come luogo di ricerca multidisciplinare, ospitando mostre, residenze artistiche (la prossima, Default 22, partirà alla fine di giugno) e laboratori nelle vaste sale del complesso monumentale. L’esposizione permanente – Home sweet Home, esplorazioni dell’abitare – si modifica di continuo, intercettando le istanze di nuovi artisti e nuove progettualità che nascono sul territorio. Nel frattempo è in corso d’opera la realizzazione di un murale per il progetto Street Art – La cultura si fa strada, promosso dalla Regione Puglia.

https://www.facebook.com/kora.center/

Il faro di Punta Palascia, Otranto

Il faro di Punta Palascia, Otranto

IL MUSEO SULL’ECOLOGIA DEGLI ECOSISTEMI MEDITERRANEI AL FARO DI PALASCIA

Ad accogliere il percorso museale che ha l’obiettivo di divulgare la cultura ecologica sono gli spazi dello storico faro di Punta Palascia, che segnala il punto più orientale d’Italia, a Capo d’Otranto. Attraverso postazioni multimediali e mostre virtuali naturalistiche e scientifiche, il museo racconta il funzionamento degli ecosistemi mediterranei, e spesso ricorre anche a esposizioni fotografiche o archeologiche per illustrare il tema. Tutt’intorno cresce rigogliosa la vegetazione costiera della macchia mediterranea, che rende molto piacevole percorrere gli itinerari trekking segnalati lungo il litorale. Uno di questi, partendo dal porto di Otranto, conduce agilmente alla leggendaria Torre del Serpe, rudere di un antico faro, poi utilizzato come torre costiera (come la vicina Torre dell’Orte, sentinelle difensive che si resero necessarie dopo l’assalto turco), la cui costruzione si fa risalire all’epoca romana, quando guidava i naviganti verso il porto dell’antica Hydruntum. Alla torre è riconducibile lo stemma della città.

Cava di bauxite, Otranto

Cava di bauxite, Otranto

LO SPETTACOLO DELLA NATURA ALLA CAVA DI BAUXITE

A pochi chilometri della città, quello che oggi è conosciuto come lago di bauxite è il risultato dell’abbandono di una cava dismessa nel 1976, utilizzata dagli Anni Quaranta per estrarre il minerale da cui si ricava l’alluminio, in passato risorsa preziosa per l’economia locale. La natura si è riappropriata dell’area, caratterizzata dallo squillante colore rosso ruggine delle rocce che contengono la bauxite: a contrasto, il verde smeraldo delle acque, frutto di infiltrazioni, che hanno riempito la cava, dando origine a un piccolo lago che si rivela all’improvviso a chi si incammina verso il sito (da Otranto sono necessari 30 minuti a piedi).

IN BICICLETTA AI LAGHI ALIMINI

Uscendo in direzione nord dalla città, in pochi chilometri si raggiungono i laghi Alimini, due bacini naturali salmastri collegati da un canale, che offrono rifugio a molte specie animali e uccelli migratori – cicogne, fenicotteri, gru, cigni, allocchi – e preservano la biodiversità botanica del territorio. Una Riserva naturale tutela la peculiarità del sito, collocato a ridosso della costa (i laghi comunicano anche col mare) e caratterizzato da una fitta pineta che si alterna a zone di macchia mediterranea. La visita si può snodare lungo i sentieri che attraversano l’area, da percorrere a piedi, in bici o a cavallo, mentre delle bici acquatiche permettono di “pedalare” sull’acqua del lago Alimini Grande.

TRA DOLMEN E MENHIR: NEL GIARDINO MEGALITICO DI GIURDIGNANO

La gran parte dei menhir salentini è caratterizzata da una pietra verticale, ben squadrata con spigoli netti, alta, di solito, più di due metri e con un foro o perno rettangolare scolpito sulla sommità, posta su di una base di pietra, a volte a gradini. Molti menhir hanno nomi che ricordano villaggi abbandonati e non”. Con queste parole il professor Paul Arthur (dal libro Puglia preromanica, Jaca Book 2004) individua un fenomeno caratteristico del Salento, disseminato in modo capillare di dolmen e menhir, realizzati tra l’Età del Bronzo e del Ferro, in pietra leccese, probabilmente con scopo rituale legato al culto del sole. A Giurdignano, conosciuto come il giardino megalitico d’Italia, si concentrano molti ritrovamenti, che ne fanno un sito archeologico di grande interesse. È facile incontrarne passeggiando nel centro medievale del borgo o nelle campagne che circondano l’abitato. Tra gli esempi più imponenti, il menhir San Vincenzo introduce anche alla visita della cripta bizantina di San Salvatore. Ben rappresentati anche i dolmen, costruzioni triliti dove venivano sepolti i defunti.

https://www.dolmenhir.it/

Castello Volante, Corigliano d'Otranto

Castello Volante, Corigliano d’Otranto

IL CASTELLO VOLANTE DI CORIGLIANO D’OTRANTO

Il Castello di Corigliano d’Otranto è un altro esempio ben conservato di architettura militare e feudale del primo Cinquecento, con le torri rotonde che identificano la matrice rinascimentale dell’edificio. Oggi è stato reinventato come “castello volante”, centro culturale e di ospitalità fondato su un progetto condiviso da Cooperativa Coolclub, Big Sur e Multiservice. Soprattutto durante la bella stagione, dunque, il castello ospita attività e manifestazioni culturali, oltre a laboratori che promuovono la produzione artistica, dall’officina dei segni a quella del paesaggio, passando per i progetti sul gusto (la struttura ospita anche un ristorante), sul suono, sulle narrazioni.

https://ilcastellovolante.it/

Carbonara ai ricci di mare, L'Altro Baffo, Otranto

Carbonara ai ricci di mare, L’Altro Baffo, Otranto

DOVE MANGIARE A OTRANTO E DINTORNI

È una lunga storia di ristorazione di mare quella de L’Altro baffo, attività a gestione familiare che ha saputo rinnovarsi nel segno di una moderna cucina di pesce, proposta in uno spazio curato e dallo stile minimale, non distante dalla Cattedrale. Il menu vanta la freschezza del pescato, servito in molteplici variazioni sul tema del crudo, ma anche valorizzato da ricette golose, come il polpo in scapece e zabaione allo zafferano o la carbonara ai ricci di mare.
Si definisce “ristoro salentinissimo” L’Ortale, ricavato in una dimora storica con giardino terrazzato, che oggi – tra pomodori a pendula, erbe aromatiche e alberi da frutto – richiama l’orto di casa, un tempo fulcro della vita familiare. Dalla dispensa arrivano in tavola prodotti semplici della tradizione locale, friselle, sott’oli, taralli, formaggi freschi, focacce calde, mustazzoli, da accompagnare con vini del territorio e birre artigianali.
Alle porte della città l’esperienza alla Masseria Bandino riconcilia con la tradizione rurale salentina, nell’antica struttura settecentesca circondata da ulivi, agrumeti e macchia mediterranea, oggi ripensata come elegante country resort. Il ristorante è aperto anche agli ospiti esterni, con piatti di terra e mare legati alle risorse del territorio.

https://www.laltrobaffo.com/
https://lortale.com/
https://masseriabandino.it/

Livia Montagnoli

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