Alla scoperta di Valletta, nuova destinazione per l’arte contemporanea del Mediterraneo

Preserva la sua storia millenaria, ma oggi sa guardare al futuro, con l’obiettivo di proporsi come destinazione culturale di prima grandezza nel panorama europeo. Ecco com’è cambiata Valletta

C’è un prima e un dopo 2018, nella vita di Valletta. Nell’anno in cui la capitale di Malta ha raccolto il testimone di Capitale Europea della Cultura – nel pieno di un boom economico seguito all’introduzione dell’euro nel 2008 – la città ha saputo connettersi col suo ricco passato per proiettarsi verso un futuro da centro culturale di riferimento del Mediterraneo e del panorama europeo.

Ascensore Barrakka, Valletta

Ascensore Barrakka, Valletta

2018. VALLETTA CAPITALE DELLA CULTURA EUROPEA

Allora, in occasione della grande cerimonia inaugurale affidata a videoinstallazioni e spettacolari performance, la città mostrava al mondo le sue piazze più rappresentative (Triton Fountain, Castille Square, St John’s Square e St George’s Square), per poi promuovere un intenso calendario di eventi, forte di ingenti lavori di ammodernamento e ristrutturazione che riguardarono l’area pedonale di Archibishop Street e la Strait Street, ma anche l’inaugurazione del rinnovato Muża. Più evidenti ancora gli interventi di Renzo Piano, cui si affidava il compito di rivoluzionare il volto di Valletta: oggi l’Opera House, il nuovo edificio del Parlamento e il Valletta City Gate rappresentano attrazioni uniche della città. E sempre al 2018 risale il primo embrione del MICAS – Malta International Contemporary Art Space, crocevia per gli artisti mediterranei contemporanei, provenienti dal Nord Africa, dal Medio Oriente e dell’Europa Continentale, su cui ancora si lavora – nell’area degli storici bastioni, su progetto degli architetti italiani di Ipostudio – per giungere a pieno compimento del progetto.
Com’è cambiata, da allora, Valletta? Nonostante due anni difficili, dovuti alla pandemia, la città emblema del Barocco mediterraneo, già riconosciuta patrimonio dell’Umanità Unesco nel 1980, ha rilanciato il suo ruolo di destinazione culturale di prima grandezza, beneficiando dell’avvio di una nuova stagione artistica.

Concattedrale di San Giovanni, Valletta

Concattedrale di San Giovanni, Valletta

VALLETTA: LE VESTIGIA DEL PASSATO

Non che le testimonianze di un passato fiorente facessero difetto alla città. Quando, nella seconda metà del Cinquecento, i Cavalieri Ospitalieri dell’Ordine di San Giovanni si insediarono sull’isola di Malta portarono al loro seguito artisti e tendenze culturali in arrivo dalle principali città del Continente. Valletta (dal nome del Gran Maestro dell’Ordine Jean Parisot di Valette), in particolare, beneficiò di questo fermento creativo, specie a livello urbanistico e architettonico. La pianificazione urbanistica e il progetto di strutture di difesa furono a carico dell’architetto militare Francesco Laparelli, che, usando la pietra calcarea locale, costruì una città allungata per 1250 metri, con una larghezza massima di 859 metri, in stile severo e armonioso. Principale cantiere dell’epoca, insieme al Palazzo del Gran Maestro, fu la Concattedrale di San Giovanni, capolavoro del Barocco che conserva, tra le altre, opere di Mattia Preti (il pittore trascorse sull’isola quarant’anni, ne resta traccia in chiese, conventi, palazzi con un corpus di circa quattrocento opere) e Caravaggio (l’artista lombardo arrivò a Malta, in cerca di rifugio, nel 1607. L’Oratorio dei Cavalieri ne custodisce la Decollazione di San Giovanni Battista e il San Girolamo scrivente). Gli interventi seicenteschi si innestavano su una storia plurimillenaria (consigliata la visita al Museo Archeologico per credere), come dimostrano i templi megalitici di Hagar Qim e Mnajdra, eretti in epoca preistorica sulla sponda opposta dell’isola, o, proprio nel cuore della capitale, la chiesetta in stile bizantino di Nostra Signora di Damasco, che conserva al suo interno due antiche icone mariane: l’icona della “Madonna di Damasco” (Damaskini) dell’inizio del XII secolo e l’icona della “Madonna della Misericordia” (Eleimonitria) dell’inizio del XIV secolo (seppur estesa poco meno di un chilometro quadrato, Valletta offre testimonianze preziose della storia della cristianità a Malta, tra le prime colonie romane a convertirsi al Cristianesimo, grazie all’arrivo sull’isola di San Paolo, nel 60 d.C.).

Fort St Elmo, Museo Nazionale della Guerra, Valletta

Fort St Elmo, Museo Nazionale della Guerra, Valletta

MALTA: VALLETTA UNDERGROUND

All’epoca in cui la capitale maltese fu fondata sul Monte Sciberras dai Cavalieri, a seguito della loro vittoria contro gli Ottomani nel 1565, invece, risalgono anche i sotterranei di Valletta, recentemente valorizzati da un percorso di visita che per la prima volta apre al pubblico il reticolato di cunicoli che si dipana sotto la città. Originariamente scavati per creare pozzi e cisterne di stoccaggio, nella Seconda Guerra Mondiale divennero rifugi per nascondersi durante i raid aerei che bombardarono Malta con oltre 17mila tonnellate di esplosivo (al Museo della Guerra, ospitato presso il Forte Sant’Elmo, si ripercorrono le tragiche vicende di quel periodo). Dalla fine del 2021, chi partecipa a un tour guidato nella Valletta Underground può scoprire questa storia in prima persona (il sito è gestito da Heritage Malta).

Parlamento, Valletta

Parlamento, Valletta

IL NUOVO VOLTO DELLA CITTÀ. RENZO PIANO

Ma è soprattutto lo sprint dell’ultimo decennio, dopo un Novecento trascorso in atteggiamento piuttosto conservativo, a destare sorpresa in chi giunge oggi a Valletta. La progettazione di Renzo Piano, portata avanti sin dal 2008, costituisce in questo percorso una chiave di volta essenziale, perché ben interpreta la volontà di aprirsi alla sperimentazione, però guardando sempre al passato e alla storia della città come risorsa. Con il Valletta City Gate, intervenendo nel tessuto dell’antica cinta muraria, l’architetto ha saputo riqualificare l’accesso al centro storico della capitale maltese deturpato, negli Anni Sessanta, da un intervento di architettura brutalista, concretizzando un nuovo concetto di porta aperta all’Europa e al futuro. In parallelo, sempre nell’area di piazza della Repubblica, Piano ha dato forma anche al nuovo Parlamento, utilizzando la pietra locale per le facciate, e recuperato l’adiacente Royal Opera House, abbattuta durante i bombardamenti tedeschi. Simbolo della rivoluzione urbanistica è anche l’ascensore panoramico di Barrakka, che dal 2012 collega il porto turistico ai giardini sui bastioni.

Gli spazi del contemporaneo a Valletta © Artribune Magazine

Gli spazi del contemporaneo a Valletta © Artribune Magazine

L’ARTE CONTEMPORANEA A VALLETTA

Negli stessi anni – era il 2013 – inaugurava in città la galleria Blitz, allestita in un antico palazzo seicentesco e portata avanti dall’artista e curatrice Alexandra Pace. Oggi questa organizzazione non profit ospita mostre di artisti contemporanei emergenti (le attività sono tutte ad accesso gratuito) e funziona anche come residenza d’artista, favorendo il dibattito culturale in città. Mentre si arriva al fatidico 2018 per celebrare l’inaugurazione del nuovo Muża, Museo Nazionale di Arte ricavato nell’edificio storico dell’Auberge d’Italie con scenografica corte centrale per ospitare una collezione focalizzata prevalentemente sugli artisti locali, e del Valletta Contemporary, uno spazio indipendente nato dalla ristrutturazione di un vecchio magazzino del Seicento nella zona di East Street. La sua fondazione si deve al maltese Norbert Francis Attard, gallerista, architetto e artista, molto impegnato nel favorire l’arte emergente. Il tour del contemporaneo si arricchisce, inoltre, dell’esperienza di Spazju Kreattiv, in attività dal 2000 negli spazi riconvertiti del cinquecentesco Bastione di San Giacomo, per sostenere il patrimonio e la cultura artistica del Paese, aprendosi anche a esperienze internazionali (dispone di un piccolo teatro, di un cinema d’essai, di una sala per concerti e di diverse gallerie). Work in progress è invece il futuro del MICAS: la nuova sede inaugurerà nel 2023 nell’area dei bastioni corrispondente al Vecchio Ospizio e alla Ritirata, da anni in fasi di ristrutturazione.

Uno scorcio sul centro di Valletta

Uno scorcio sul centro di Valletta

VALLETTA: STORIA E PRESENTE DELLA GASTRONOMIA LOCALE

Anche l’offerta gastronomica cittadina ha beneficiato di questo impulso di rinnovamento. È evidente visitando Is-Suq tal-Belt, mercato coperto edificato in epoca vittoriana – dunque caratterizzato da una tipica struttura in ferro – gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale e più volte ristrutturato, fino all’abbandono. In vista del 2018 si è scelto di ripristinarlo, dopo un’accurata ristrutturazione, curata da Marco Casamonti, già progettista del nuovo Mercato di San Lorenzo a Firenze. Oggi, la struttura risponde ai moderni principi del mercato gastronomico, aperto 7 giorni su 7 per fare acquisti o fermarsi a mangiare, e coronato da uno spazio espositivo in terrazza, sotto la tettoia Liberty ispirata alle strutture di Covent Garden e Les Halles.

Livia Montagnoli

www.blitzvalletta.com
https://heritagemalta.org/muza-national-community-art-museum/
www.vallettacontemporary.com
https://www.kreattivita.org/en/
https://micas.art/
https://issuqtalbelt.com/

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