Da Giovanni Bellini all’arte cinetica, tra Brera e il Museo del Novecento: cinque postazioni multimediali, in altrettanti musei di Milano, per parlare di restauro

Siamo soliti ammirarle al massimo del loro “stato di forma”. Come se il tempo per loro non passasse mai e si presentassero sempre come appena uscite dalla bottega o dall’atelier del maestro di turno. La vita segreta delle grandi opere conservate nei musei è segnata invece da continui e spesso radicali operazioni di maquillage: che […]

Siamo soliti ammirarle al massimo del loro “stato di forma”. Come se il tempo per loro non passasse mai e si presentassero sempre come appena uscite dalla bottega o dall’atelier del maestro di turno. La vita segreta delle grandi opere conservate nei musei è segnata invece da continui e spesso radicali operazioni di maquillage: che nella migliore delle ipotesi non lasciano traccia visibile, ma nascondono esperienze, azioni, diverse culture e filosofie di intervento. Conoscere la storia del restauro, ascoltare la voce dei restauratori, significa appropriarsi di una percezione altra e nuova dell’opera stessa: questo il concept del progetto RRM – Restauratori e Restauri in Museo, che vede l’Associazione Secco Suardo installare con il sostegno di Fondazione Cariplo e ACER cinque postazioni multimediali in altrettanti musei di Milano, creando postazioni multimediali che mettono a nudo alcuni tra i più importanti recenti interventi su capolavori che spaziano dal Rinascimento al contemporaneo.
Immagini in altissima definizione e tecnologie touch-screen permettono letteralmente di “entrare” nelle diverse opere, accompagnando i restauratori nel proprio lavoro. Partecipano all’iniziativa le raccolte del Castello Sforzesco con gli Arazzi dei Mesi realizzati su disegni del Bramantino, la Pinacoteca di Brera con opere di Carlo Crivelli e Dosso Dossi, il Museo Diocesano con le carte della Collezione Sozzani, il Poldi Pezzoli con tavole di Giovanni Bellini e altri autori rinascimentali e soprattutto il Museo del Novecento, con diversi pezzi legati all’Arte Cinetica. Perché soprattutto? Perché non sarà mai banale, ma è comunque più frequente imbattersi nella documentazione del restauro di un dipinto antico. Meno comune è invece andare a vedere come si restituisce il movimento ad una Superficie pulsante di Gianni Colombo, o come ci si rapporta a motori elettromagnetici, luci al neon, inserti in plexiglass o polistirolo dei vari Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gabriele De Vecchi.

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Redazione

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