Chiude i battenti Pinta New York 2012, la fiera che guarda al mondo ispanico e latinoamericano. Un po’ di dati e interviste per tirare le somme. È quasi flop?

Si è conclusa lo scorso 18 novembre, sotto al titolo “Indeterminacion fronteriza”, Pinta, fiera d’arte moderna e contemporanea di Latinoamerica, Spagna e Portogallo. Il curatore italo- brasiliano, Jacopo Crivelli, ha selezionato  65 gallerie provenienti da 19 paesi di quell’area geografica, offrendo opere  di qualità museale, che spaziano dall’arte astratta, al concreto e neo-concreto, passando per […]

Si è conclusa lo scorso 18 novembre, sotto al titolo “Indeterminacion fronteriza”, Pinta, fiera d’arte moderna e contemporanea di Latinoamerica, Spagna e Portogallo. Il curatore italo- brasiliano, Jacopo Crivelli, ha selezionato  65 gallerie provenienti da 19 paesi di quell’area geografica, offrendo opere  di qualità museale, che spaziano dall’arte astratta, al concreto e neo-concreto, passando per il kinetico, il concettuale e finendo nelle nuove tendenze. Guest artist di questa edizione era Liliana Porter (Buenos Aires, 1941), vincitrice della Guggenheim Scholarship nel 1988, mentre è notevolmente aumentata la presenza di spazi giovani e alternativi, project space e residenze, tra cui DES PACIO (Puerto Rico) y La Loseta (Puerto Rico).
E fin a qui tutto bene. Andando a sentire i galleristi, però, le opinioni sono contrastanti: ancora tanto da fare sul piano dell’organizzazione, della selezione delle gallerie e della qualità degli artisti in mostra. Dal 15 al 18 novembre hanno visitato la fiera 13.000 persone.  Oltre  ai  direttori e curatori d’importanti  musei americani come il MoMA, il MoCA e il LACMA, si sono affacciati in fiera anche i responsabili delle acquisizioni delle collezioni istituzionali JP Morgan Chase e UBS Art Collection.  Ma – stando sempre ai galleristi – la maggior affluenza di pubblico si è concentrata durante l’inaugurazione. Per il resto numeri bassi e corridoi quasi vuoti. Massimiliano Rocca della Galleria Magrorocca di Milano, per esempio: “La fiera è stata un fallimento, sia sotto l’aspetto organizzativo che sotto quello qualitativo. La  sezione storica era mescolata a quella contemporanea, una cosa senza uguali in una piazza tanto importante come quella di New York”.

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Pinta New York 2012, opening – courtesy di Corradi foto

Più indulgente José Martinez Calvo, della Galleria Minima di Madrid: “È il nostro terzo anno, abbiamo partecipato alle edizioni di Londra e New York e in generale siamo soddisfatti. Soprattutto perché la fiera ha una personalità molto definita che la differenzia dal resto e la rende attrattiva per i collezionisti interessati all’arte latina e iberoamericana. Per noi vendite sono positive, soprattutto per le opere di artisti spagnoli”. Una nota critica, però,  sulla disomogeneità nella selezione delle gallerie: l’obiettivo è lavorare per una fiera più armonica e di miglior qualità.
Tra le gallerie e i network che hanno riscontrato più successo di vendite si trovano: Cuban Art Projects, Dot Fiftyone Gallery (Miami), England &Co (UK), Praxis International Art (Buenos Aires, New York) e la Y Gallery (New York). Gli artisti latinoamericani più gettonati? Il cubano Arles del Rio, le argentine Liliana Porter e Ana Sacerdote, i cileni Ivan Navarro e Manuela Viera-Gallo e i peruviani Cesar Cornejo, Ramiro Llona e Alberto Casari.
Per il capitolo acquisizioni museali, invece, un bel colpo per il venezuelano Alessandro Balteo, classe 1972, di cui il Bronxs Museam of Art  ha acquistato un video e un’installazione. Il Museo de Arte de Ponce de Puerto Rico si è invece accaparrato una serie di sette disegni concettuali della quarantunenne spagnola Marti Cormand.

– Carla Guascone

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Carla Guascone

Carla Guascone

Carla Guascone, nata a Mar del Plata, Argentina, da genitori italiani. Dopo alcune esperienze nel mondo della moda, si laurea in Relazioni Internazionali alla Universidad del Salvador, Buenos Aires. Nel 2000 ottiene una borsa di studio del Ministero degli Affari…

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