“Il confronto non lo faccio con altre fiere, piuttosto con altre città. Per cui non guardo a MiArt pensando a Frieze, a Fiac o ad Art Basel. Ma a Milano rispetto a Londra, Parigi e Basilea”. Così Michele Perini, presidente di Fiera Milano: da qualsiasi parte si guardi, però, la sfida resta di quelle davvero toste. Ce la farà MiArt a trascinare Milano fuori dal pantano del basso profilo e traghettarla nel gotha del contemporaneo? Gli scongiuri, questa volta, toccano a Vincenzo de Bellis che, rottamato Frank Boehm, presenta al PAC l’edizione 2013 di quella che – per tre anni – sarà la sua fiera. Accordandosi – si veda videointervista – immediatamente al peana di Perini, individuando cioè nel tema dell’internazionalizzazione il primo e più sensibile punto di discontinuità con il passato.
Ristabilito il comitato di selezione, che vede l’ingresso di gallerie estere (Laura Bartlett da Londra e Micky Schubert da Berlino); fiducia ad Andrew Bonacina, di stanza a Birmingham, per la cura della sezione Emergent; e alla direttrice di FRAC Champagne-Ardenne Florence Derieux che, insieme ad Andrea Viliani, seleziona gli ospiti di THENow, capitolo della fiera che invita i galleristi al dialogo tra artisti storici ed emergenti. Riusciranno i nostri eroi…? Chi vivrà vedrà; nel frattempo, però, suona bene l’istituzione della sezione Objects: per una fiera che cade a ridosso del Salone del Mobile, dare spazio a chi tratta il design è cosa buona e giusta.
– Francesco Sala