Bologna Festival: le Torri della Fiera di Kenzo Tange diventano scenografia di danza e videomapping

Dopo il successo dell'esperienza dello scorso anno alla Basilica di San Petronio, il festival dell'estate bolognese presenta un nuovo evento tra musica dal vivo, coreografie e proiezioni digitali

Bianche e slanciatissime, le Torri di Kenzo Tange (1913-2005) si stagliano con i loro 83 metri in piazza Renzo Imbeni, a Bologna, dalla prima metà degli anni Ottanta. Commissionate all’archistar giapponese per la periferia nord del capoluogo e da allora diventate un landmark moderno in una città altrimenti molto medievale, le Torri diventano ora una maestosa scenografia per una performance site-specific del Bologna Festival. Dopo un’edizione di grande successo che ha illuminato Piazza Maggiore nel 2022 – con spettacolari proiezioni sulla facciata della Basilica di San Petronio – il nuovo evento in programma alle 21.30 del 18 e del 19 luglio unisce musica dal vivo, danza e videomapping.

Kenzo Tange, Fiera di Bologna
Kenzo Tange, Fiera di Bologna

Le Torri di Kenzo Tange

Era il 1967 quando il Comune chiese a Tange – che era già celebre per progetti come la ricostruzione di Hiroshima e aveva tenuto un convegno un paio d’anni prima proprio a Bologna – di seguire il progetto di un masterplan per creare un “quartiere moderno” nella periferia settentrionale della città. Nel frattempo, la Finanziaria Fiere gli commissionò lo studio di un centro direzionale, che consentisse di alleggerire il terziario nel centro storico: questo sarebbe diventato il Fiera District inserito nella Variante al Piano Regolatore del 1973.

Tange, il cui progetto complessivo non andò mai a termine, ha rivisitato qui elementi tipici dell’architettura bolognese, come torri e portici, aggiungendo delle grandi colonne cilindriche strutturali perché ospitassero servizi e impianti. Al centro, la piazza pedonale, altro elemento tipico della tradizione italiana, che fu commissionata da Tange allo scultore giapponese Isamu Noguchi e divenne un elemento unificante dell’intero progetto.

La performance ai piedi delle Torri di Kenzo Tange a Bologna

Sono le note e le percussioni di Steve Reich, Minoru Miki, Casey Cangelosi, Johann Sebastian Bach, Rubino-Mucchi e Iannis Xenakis a ispirare una complessa coreografia pensata proprio per la piazza del Fiera District bolognese, ad oggi frequentata quasi esclusivamente da impiegati e dipendenti della Regione (che qui ha la sua sede). Ogni brano musicale in programma verrà eseguito con uno specifico disegno luci o con un mapping apposito, che si alterneranno e vivranno in simbiosi con i movimenti coreografici pensati da Paxton Ricketts, del Nederlands Dans Theater.

Con una sorpresa per il gran finale: i ritmi e le timbriche di Pleiades, serie del compositore e architetto greco Xenakis, saranno il “cosmo sonoro” entro cui si muoverà il visual designer Luca Agnani (figura di rilievo internazionale della digital art e già protagonista dell’intervento a San Petronio) per creare un videomapping che fonde i motivi celesti con le geometrie della piazza dominata dalle torri dell’architetto Premio Pritzker. Si chiama dopotutto Pleiadi. La Piazza si Accende il progetto prodotto da Bologna Festival su idea di Maddalena da Lisca, pensato sì per illuminare l’estate bolognese ma soprattutto per dare nuova vita a una piazza fin troppo istituzionale.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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