Gio Ponti e la Richard Ginori: 100 pezzi d’autore in mostra sul Lago Maggiore

Nel 1923 l’architetto e designer milanese fu chiamato a collaborare con la celebre manifattura assumendone la direzione artistica. Cent’anni dopo, il MiDeC di Laveno rende omaggio a quel sodalizio svelando al pubblico oltre cento ceramiche inedite o poco conosciute

Nella geografia italiana della ceramica, Laveno Mombello occupa un posto speciale. Per circa 150 anni, dal 1856 (l’anno della fondazione della Società Ceramica C.C.R., poi Società Ceramica Italiana) alla fine degli anni Novanta, questo paese di poche migliaia di anime adagiato sulla sponda varesina del Lago Maggiore è stato sede di un distretto industriale che, malgrado le dimensioni limitate, riuscì a trovare un proprio spazio sul mercato e a rivaleggiare con concorrenti ben più blasonati. In quest’epopea, brilla in modo particolare la stella di Antonia Campi, progettista geniale e artista a tutto tondo. Entrata alla S.C.I. nell’immediato Dopoguerra come semplice operaia, seppe scalare le gerarchie aziendali diventando direttrice e fu determinante nella svolta verso la ceramica artistica di un distretto orientato fin dall’inizio nella produzione di oggetti d’uso in terraglia. I pezzi da lei disegnati – alcune centinaia tra servizi per la tavola, sanitari e rubinetti, realizzati nell’arco di tre decenni – si riconoscono per le forme morbide, spesso ispirate al mondo vegetale (è il caso, per esempio, del set di lavabo e sanitari Torena, del 1959, attualmente esposto al Museo del Design Italiano della Triennale, con un pattern che ricorda il profilo a lamelle di alcuni tipi di funghi) o animale (come il celebre servizio Gallina).

Un ponte tra Laveno e la Richard Ginori

Tra la Società Ceramica Italiana e la Richard Ginori ci fu sempre un legame molto stretto, già a partire dalla nascita dello stabilimento lavenese, fondato da alcuni ex-dipendenti della Richard di Milano. Nel 1923, l’anno in cui Gio Ponti fu chiamato a risollevare le sorti della manifattura milanese-toscana traghettandola verso la modernità, un altro giovane architetto allievo di Piero Portaluppi, Guido Andilovitz, arrivò in riva al lago con l’incarico di direttore artistico della locale Società Ceramica. I due giovani art director si conoscevano ed erano legati da un rapporto di reciproca stima, e nel decennio successivo ognuno di loro seguirà con attenzione il lavoro dell’altro, seppure da lontano. Per entrambi, l’obiettivo sarà aggiornare lo stile e la produzione, immaginando oggetti capaci di rispondere al gusto della nuova borghesia italiana e magari contribuire a elevarlo. È in virtù di questa rete di corrispondenze che oggi il MiDeC – Museo Internazionale del Design Ceramico di Laveno celebra il fortunato sodalizio tra Ponti e l’azienda nata dalla fusione della Società Ceramica con la Manifattura di Doccia del marchese Ginori, cominciato in occasione della Biennale di Monza, con una mostra dal titolo 100%. Un centenario e cento pezzi: Richard Ginori e Gio Ponti in una collezione lavenese, visitabile fino all’8 ottobre 2023.

Gio Ponti, Venatoria, vaso sferico, H 34,5 cm, D 30 cm, maiolica, Società Ceramica Richard-Ginori, 1928-1930 Vaso sferico a bocca stretta decorato con figure di caccia in ocra e bruno su sfondo di smalto verde
Gio Ponti, Venatoria, vaso sferico, H 34,5 cm, D 30 cm, maiolica, Società Ceramica Richard-Ginori, 1928-1930 Vaso sferico a bocca stretta decorato con figure di caccia in ocra e bruno su sfondo di smalto verde

La Richard Ginori e Gio Ponti in mostra a Laveno

Le curatrici, le storiche dell’arte Anty Pansera (da alcuni mesi anche conservatrice del museo) e Giacinta Cavagna di Gualdana, hanno raccolto oltre cento pezzi provenienti da una collezione privata lavenese e in gran parte inediti. Opere meno note al pubblico della Mano o del vaso ad orcino Prospettica, che però testimoniano con la loro raffinatezza e il loro gusto eclettico del “nuovo vigore” infuso da Ponti “a una fabbrica che stava per diventare decrepita” (la citazione è di Giovanni Papini, la cui verve polemica in questo caso dovette inchinarsi all’operato dell’architetto e designer milanese). I motivi, per lo più nuovi e proposti attingendo a un repertorio personale influenzato dai viaggi e dalle letture, oltre che dall’interesse per il mondo classico, permettono di immergersi nell’universo di uno dei grandi maestri del Novecento ripercorrendo una stagione irripetibile. 

Giulia Marani

Laveno Mombello (VA) // fino all’8 ottobre 2023
Un centenario e cento pezzi: Richard-Ginori e Gio Ponti in una collezione lavenese
MIDeC, Museo Internazionale Design Ceramico
https://midec.org/

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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