Il Museo Egizio di Torino sarà rinnovato dallo studio olandese OMA

Con la proposta della cosiddetta “Piazza Egizia” – un nuovo spazio pubblico, multifunzionale e potenzialmente accessibile anche oltre l’orario di apertura –, lo studio di architettura OMA ha vinto il concorso per il rinnovamento del Museo Egizio di Torino. L’investimento è di circa 12,5 milioni, con consegna dei lavori entro ottobre 2024

È il raggruppamento guidato da David Gianotten di OMA – Office for Metropolitan Architecture (con Andrea Tabocchini Architecture e Guendalina Salimei di T-Studio fra i partner italiani) ad aggiudicarsi il concorso internazionale di progettazione Museo Egizio 2024. Incluso nella cinquina dei finalisti svelata lo scorso mese di ottobre, il team si è imposto nella rosa dei professionisti che erano stati ammessi alla seconda fase della competizione indetta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. In lizza c’erano due team torinesi – quello guidato dall’under 40 Giuseppe Bove per Pininfarina Architecture, terzo classificato, e CRA – Carlo Ratti Associati – e i gruppi capitanati dagli architetti Jette Cathrin Hopp (Snøhetta) e da Kengo Kuma (Kengo Kuma & Associates), quest’ultimo al secondo posto.

Museo Egizio, Piazza Egizia. Image courtesy of OMA

Museo Egizio, Piazza Egizia. Image courtesy of OMA

IL CONCORSO INTERNAZIONALE MUSEO EGIZIO 2024

Bandito a luglio 2022, in vista del bicentenario della fondazione del Museo Egizio che cadrà nel 2024, il concorso ha visto la partecipazione di 34 concorrenti, con competenze in architettura, restauro, allestimento di spazi espositivi e museali e progettazione strutturale, in rappresentanza di nove Paesi: Italia, Danimarca, Francia, Germania, Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia. Nel complesso sono stati quasi 400 (395, per la precisione) i professionisti di 14 diverse nazionalità che si sono misurati con il tema dell’ampliamento e rinnovamento della corte interna del seicentesco Palazzo del Collegio dei Nobili di Torino, e con la conseguente riorganizzazione degli spazi interni. Promossa dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito della pluriennale collaborazione istituzionale con la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, la competizione invitava a concepire una copertura per la corte e a ridisegnare gli ambienti del piano terra dell’edificio. Stiamo parlando di una superficie di circa 925 mq, nella quale concentrare funzioni essenziali come bookshop, lounge, info point, caffetteria, spazio conferenze, biglietteria, desk per visite guidate e audioguide, guardaroba. Per effetto di questa operazione, a risultare rinnovata sarà la relazione del museo con il tessuto urbano: “dalla nuova corte sarà possibile accedere liberamente al Tempio di Ellesija”, indicava il bando, in modo tale da consentire “alla città di fruire di un’agorà, ideata concettualmente come una piazza coperta, a pochi passi dalla vicina piazza Carignano”. Fra gli obiettivi, infine, rientrava la riqualificazione dell’atrio ipogeo (1.355 mq circa), destinato a divenire un “nuovo e significativo ampliamento del percorso museale, offrendo così al pubblico ulteriori possibilità di fruizione della collezione” del museo diretto da Christian Greco e presieduto da Evelina Christillin.

COME CAMBIERÀ IL MUSEO EGIZIO DI TORINO PER IL BICENTENARIO

Il progetto vincitore ci permette di aprire il museo alla città e ai suoi cittadini, non sarà più necessario entrare al suo interno per poter avere un primo contatto. Questa connessione tra la piazza Carignano e la piazza coperta consente di avere tutti quegli elementi che possono attrarre”, ha commentato il Prof. Francesco Profumo, Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, nonché Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal novembre 2011 all’aprile 2013, a proposito del progetto che la giuria presieduta dall’Arch. Marco Albini ha scelto come vincitore. Punto di forza della visione progettuale sviluppata da OMA per il più antico museo al mondo dedicato alla cultura dell’Antico Egitto è infatti la cosiddetta “Piazza Egizia”, ovvero un cortile multifunzionale, flessibile e pubblica, su due livelli. A suo coronamento verrà realizzata una copertura vetrata dall’aspetto essenziale, formata da una “griglia di travi e pilastri in acciaio ritmati in base alla scansione delle campate delle facciate”, come precisa la relazione illustrativa pubblicata sulla piattaforma Concorrimi. Sarà “un elemento altamente tecnologico caratterizzato dalla massima trasparenza: un velo tra il museo e il cielo”, ma anche un dispositivo “attivo”, capace ad esempio di soddisfare le esigenze di raccolta dell’acqua piovana. Piazza Egizia rappresenterà la maggiore delle “sei stanze urbane”, ciascuna con una sua scala, funzione e qualità distintiva, complessivamente previste dalla proposta di OMA, la cui strategia si basa su due principali obiettivi.

Museo Egizio, Multimedia Space. Image courtesy of OMA

Museo Egizio, Multimedia Space. Image courtesy of OMA

IL FUTURO DEL MUSEO EGIZIO SECONDO OMA

In primis, integrare l’edificio esistente nel suo contesto urbano, quindi recuperarne la coerenza e l’identità complessiva, riscrivendo l’avvenire di un manufatto che, negli ultimi due secoli, per esigenze eterogenee ha subito varie modifiche, con la progressiva chiusura di aree pubbliche alla città. Secondo l’architetto David Gianotten, OMA Managing Partner e co-progettista con Rem Koolhaas del Taipei Performing Arts Center, aperto a Taiwan solo pochi mesi fa, è “fondamentale ripristinare la natura pubblica del museo e integrarlo nuovamente con la rete di spazi pubblici di Torino. Riorganizzando le aree pubbliche dell’attuale museo, abbiamo creato la Piazza Egizia, che è un luogo per ogni tipo di attività condivisa tra il Museo Egizio e la città”. In merito alla piazza, l’architetto di OMA Andreas Karavanas ha inoltre aggiunto che è stata concepita “come un palinsesto che rivela i diversi strati della storia del museo. Questo approccio restituisce coerenza all’architettura e conferisce al museo un’identità lucida, garantendo al tempo stesso che le nuove esigenze dell’istituzione siano soddisfatte”. Per il Presidente della Commissione, l’Arch. Albini, attraverso la realizzazione di questo progetto “la città si arricchirà di un contributo rilevante anche dal punto di vista urbanistico. Un aspetto di assoluta importanza, che connota il progetto, è l’attenta e puntuale ricerca storica fatta sul disegno di Torino e sui documenti della fabbrica, che consente di sviluppare la proposta progettuale in rapporto con il pregresso. Il progetto è stato reputato inoltre particolarmente attento ai temi dell’inclusività e dell’accessibilità. Inoltre, si evidenza la raffinatezza dal punto di vista tecnologico. La “Piazza Egizia” cuore del Museo si apre alla città e ne diventa parte attiva. Un nuovo spazio pubblico dalle molteplici identità destinato alle diverse funzioni e strettamente connesso all’ Accademia delle Scienze”.

Museo Egizio, Piazza Egizia. Image courtesy of OMA

Museo Egizio, Piazza Egizia. Image courtesy of OMA

TUTTE LE NOVITÀ ARCHITETTONICHE DEI MUSEI DI TORINO

Con l’aggiudicazione del concorso Museo Egizio 2024, si consolida la fase di rinnovamento del patrimonio architettonico dei musei e delle istituzioni culturali torinese: un processo, del quale abbiamo già parlato, che coinvolge direttamente anche la GAM. Nel 2022, inoltre, nel capoluogo piemontese è stato ultimato il progetto delle Gallerie d’Italia curato da Michele De Lucchi, lo stesso architetto chiamato a presiedere la commissione che fra pochi giorni decreterà il vincitore nell’altro atteso concorso promosso dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. Quello finalizzato alla realizzazione di un polo culturale di livello internazionale per effetto della riqualificazione del sito della Cavallerizza Reale, nel cuore della città. In questo caso, su 47 team concorrenti da 12 Paesi (Italia, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Kazakistan, Polonia, Portogallo, Svizzera, Spagna e Russia), ad accedere alla seconda fase sono stati gli studi Caruso St John Llp (UK), Guicciardini & Magni architetti (Firenze), CZA – Cino Zucchi Architetti srl (Milano), Architecten Jan de Vylder Inge Vinck (Belgio), Balance Architettura stp srl (Torino, studio recentemente nominato “Giovane talento dell’architettura italiana 2022”), e i pluripremiati progettisti francesi di Lacaton et Vassal Architectes, insigniti nel 2021 del Pritzker Architecture Prize e vincitori dell’EUMies Award 2019.

Valentina Silvestrini

https://www.compagniadisanpaolo.it/it/

https://www.oma.com/projects/museo-egizio-2024

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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