Milano: nuovo polo del Conservatorio a Rogoredo. La musica caccia via spaccio e degrado

Tutto pronto per i lavori di realizzazione del nuovo polo del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, che costituirà una realtà aperta a tutti. Vignali: “L’obiettivo? un nuovo distretto della musica dal vivo per la città”.

Si partirà nel mese di luglio, con la progettazione esecutiva e la presentazione al pubblico, naturalmente a Rogoredo. Si tratterà di una seconda vita per questo quartiere, che da troppo tempo porta con sé lo stigma del degrado, dello spaccio e della criminalità, a causa del tristemente noto “boschetto della droga” che fino a qualche anno fa sorgeva all’area ferroviaria. Oggi grazie a associazioni e amministrazione l’ex “boschetto” è diventato un parco affascinante frequentato da famiglie e al suo fianco sta per nascere un nuovo polo del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, aperto alla città attraverso un parco pubblico, spazi condivisi e numerose iniziative legate alla musica dal vivo. Un progetto da 50 milioni di euro (di cui 20 provenienti dal Ministero delle Infrastrutture, 20 da quello delle infrastrutture e della mobilità sostenibile e 10 dalla Regione) che comprenderà la ristrutturazione della Palazzina ex Chimici in cui si svolgeranno le lezioni e la costruzione di nuove strutture; il tutto – si ipotizza – per l’apertura dell’anno accademico 2024-25. Il Masterplan è stato elaborato dal Politecnico di Milano, sotto la guida del professore Emilio Faroldi. A fornirci alcune anticipazioni il Presidente del Conservatorio di Milano Raffaello Vignali in questa intervista.

Raffaello Vignali, ritratto

Raffaello Vignali, ritratto

Un nuovo polo del Conservatorio a Rogoredo. Come ha origine questo progetto?
Tutto è partito dal fatto che il Conservatorio ha un problema enorme di spazi. Abbiamo già 1350 iscritti; lo scorso anno abbiamo avuto 1300 nuove richieste e per ragioni di spazio ne abbiamo potute accettare nemmeno 500. I nostri studenti devono studiare ed esercitarsi ogni giorno… non tutti i condomini accetterebbero nel proprio palazzo un inquilino che suona la tromba per otto ore ogni giorno! [ride]. Per questo motivo realizzeremo uno studentato che venga incontro alle attuali necessità.

Non solo studentato. Quali saranno gli altri spazi di cui disporrà il nuovo polo del Conservatorio?
Oltre alle aule in cui si svolgeranno le lezioni, ci sarà anche un auditorium da 400 posti con sale di registrazione, sale prove e laboratori che saranno messi anche a disposizione dei sound designer.

L’idea è quindi quella di rendere la realtà di Rogoredo un punto di riferimento per la musica, non solo classica.
Il nuovo polo sarà aperto a discipline come il pop, il rock, il jazz ma anche l’elettronica, il sound design e altri nuovi corsi che stiamo progettando e che inseriremo nell’offerta didattica. L’idea è lasciare la musica classica nella sede storica di Via Conservatorio e portare a Rogoredo i nuovi corsi.

I ragazzi del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano

I ragazzi del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano

In che modo la nuova realtà avrà una vocazione sociale?
Si tratta anche di un progetto di rigenerazione urbana. Quando abbiamo appreso del problema del boschetto della droga ci siamo detti, ‘perché non facciamo il Bosco della Musica?’, d’altronde la musica è molto più attrattiva della droga, è la vera risposta. Il termine stesso di “Conservatorio” è nato all’interno degli orfanotrofi: la missione sociale è nel suo DNA. Nel nuovo ateneo, il parco circostante sarà pubblico, ma anche i suoi spazi: l’auditorium sarà aperto alle realtà giovanili, così i laboratori e gli studi di registrazione, a disposizione sia degli studenti del Conservatorio che vogliono avviare attività di produzione sia degli esterni. La nuova realtà sarà, in definitiva, anche un contributo a Milano.

Ci sono dei soggetti esterni con cui vi interfaccerete per progetti e partnership?
Ci sono già delle sinergie in loco che ci interessano molto: bisogna considerare che il polo sorgerà a fianco a Sky, e in occasione delle Olimpiadi invernali del 2026 ci sarà il Palazzetto Olimpico della vicino quartiere di Santa Giulia che sarà dedicato allo spettacolo dal vivo dopo la fine della competizione. Sarà probabilmente gestito da Live Nation, che è il primo produttore di concerti al mondo. Poco distante sorge la nuova sede di Fastweb: anche la connettività è un tema su cui il Conservatorio lavora tanto, per via della musica elettronica ma non solo. Le condizioni, in prospettiva, sono molto favorevoli.

Cosa ci può dire, per concludere, a proposito della missione educativa del nuovo ateneo?
Tra i progetti in cantiere c’è la realizzazione di un ITS tecnico superiore per insegnare mestieri che rischiano di perdersi legati agli strumenti musicali: ad esempio, non esiste una scuola di formazione in Italia che insegni a restaurare la cordatura del pianoforte. D’altra parte, Rogoredo è una periferia ex industriale in cui le industrie non ci sono più. La preoccupazione dev’essere, oltre alla cultura e all’educazione, quella di ricreare lavoro. Noi assieme a Sky, Fastweb, Live Nation possiamo creare attivamente delle opportunità. E arrivare a dar vita un distretto della musica dal vivo. Non è solo una questione urbanistica, è anche la possibilità di creare una comunità e prospettive per il futuro.

– Giulia Ronchi

www.consmilano.it

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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