Non solo Biennale. 5 mostre di architettura da vedere a Venezia

Un itinerario “fuori Biennale” alla scoperta di una serie di mostre che hanno saputo interpretare la domanda posta da Hashim Sarkis: how will we live together?

Dal centro di Venezia all’isola di San Giorgio fino alle porte dell’Arsenale, sono tante le mostre che meritano una vista per l’originalità delle tematiche e degli allestimenti. Ne abbiamo selezionate cinque.

Flavia Chiavaroli

YOUNG TALENT ARCHITECTURE AWARD 2020. EDUCATING TOGETHER

Young Talent Architecture Award 2020. Educating together. Palazzo Mora, Venezia 2021. Photo © Flavia Rossi

Young Talent Architecture Award 2020. Educating together. Palazzo Mora, Venezia 2021. Photo © Flavia Rossi

Lo European Cultural Center torna ancora una volta al centro del dibattito sui nuovi architetti emergenti ospitando la mostra Young Talent Architecture Award, che espone tutti i progetti vincitori del premio sia nella sua edizione europea che in quella asiatica.
Ciò che accomuna i progetti è la concretezza delle risposte che hanno offerto alla domanda posta dal curatore della 17. Mostra Internazionale di Architettura, How will we live together?. “Siamo rimasti tutti molto colpiti dal livello e dalla portata delle candidature ricevute, ha affermato Martine de Maeseneer, presidentessa dello YTAA 2020, “ma anche da come gli studenti non abbiano avuto timore ad affrontare temi importanti quali le migrazioni dovute al cambiamento climatico, non solo attraverso progetti a lungo termine come siti di stoccaggio di scorie nucleari, ma anche attraverso lavori che hanno mostrato sensibilità nei confronti di luoghi di sepoltura e culto religioso”.
Un’occasione concreta quella che viene offerta dalla Fundació Mies van der Rohe con il supporto del programma Creative Europe dell’Unione europea, in collaborazione con l’European Association for Architectural Education (EAAE) e l’Architects’ Council of Europe (ACE-CAE): oltre al premio monetario, infatti, i vincitori saranno profilati nella piattaforma di World Architects, partner fondatore. Il 28 settembre i membri delle due giurie d’eccellenza e i sette vincitori parteciperanno a un grande dibattito sui temi cari anche alla New European Bauhaus, forti dell’internazionalità e della trans-generazionalità connaturate allo YTAA. I 7 premiati sono: per lo YTAA 2020: Oasi (Barcellona), Off the Grid (Lovanio), Stage for the City (Londra), Three places to inhabit the mountain range in the Maule region (Talca); i tre vincitori dell’edizione asiatica: Yulgok street (Seoul), The Walls (Oslo), Mending the gap: Landscape conservation for the island of Aliabet (Ahmedabad).

www.ytaaward.com
www.eumiesaward.com

IN CONFLICT ‒ PADIGLIONE DEL PORTOGALLO

17. Mostra Internazionale di Architettura. Padiglione del Portogallo. In Conflict. Palazzo Giustinian Lolin, Venezia 2021. Photo © José Campos

17. Mostra Internazionale di Architettura. Padiglione del Portogallo. In Conflict. Palazzo Giustinian Lolin, Venezia 2021. Photo © José Campos

La città e il territorio, come costruzioni collettive, sono la prima arena di conflitto inteso come l’azione di forze di senso opposto che si concretizzano nel dissenso. Implicita alla pluralità dello spazio democratico è tale condizione che modella la produzione architettonica”.
La risposta curatoriale del collettivo depA Architects alla questione posta da Hashim Sarkis è tra le più schiette che si possano trovare nella 17esima Biennale di Architettura: al centro del dibattito c’è la problematica politica e sociale dell’abitare e la responsabilità etica dell’architettura a riguardo.
Sono stati selezionati sette progetti pilastro, molto controversi, che attraversano la storia della democrazia portoghese dai suoi esordi con la Rivoluzione dei Garofani nel 1974 sino ai giorni nostri: le torri del Bairro do Aleixo, Porto; il complesso residenziale Cinco Dedos a Chelas, Lisbona; il progetto SAAL Algarve di Meia Praia, Lagos; la proposta di riconversione del cantiere navale di Margueira – L’Elipse, Almada; il piano di costruzione di Aldeia de Luz, Mourão; la riqualificazione di Ilha da Bela Vista, Porto; la ricostruzione delle abitazioni distrutte dagli incendi del 2017, a Figueiró dos Vinhos, Pampilhosa da Serra e Pedrógão Grande. Per avvicinare il pubblico straniero alle vicende che hanno coinvolto questi sette processi i curatori hanno raccolto e presentato in mostra alcuni esempi della risonanza mediatica che li ha interessati, il “dark side” del progetto. Questa dualità viene risolta perfettamente nel dispositivo di allestimento: una grande parete rivestita di specchi, che interagisce caleidoscopicamente con il tripudio dell’apparato decorativo dello splendido Palazzo Giustinian Lolin, sede della Fondazione Ugo e Olga Levi, “inventando uno spazio dove non esiste” spiegano i curatori. Il contrappeso mediatico, l’altra faccia della scenografia, assieme a una selezione di progetti (21 in tutto) analoghi al “pilastro” di riferimento, danno la misura dell’impatto che il dibattito sociale ha avuto e ampliano il panorama di 45 anni di storia dell’architettura lusitana. L’ouverture dei progetti si affida a delle “sculture” che simbolicamente richiamano le architetture presentate: un invito a scoprirne la storia per intenderne la reinterpretazione plastica.
Il dibattito non si ferma alla mostra ma prosegue live con nove incontri che si terranno tra Venezia e il Portogallo aperti a tutti come il grande tavolo nell’atrio del Palazzo.

www.inconflict.pt

PRIMITIVE MIGRATION FROM/TO TAIWAN

17. Mostra Internazionale di Architettura. Primitive Migration from to Taiwan. Nature Monastery in Bali. Photo Justin Kao © Divooe Zein Architects

17. Mostra Internazionale di Architettura. Primitive Migration from to Taiwan. Nature Monastery in Bali. Photo Justin Kao © Divooe Zein Architects

Proprio dietro a San Marco, nel Palazzo delle Prigioni, trova spazio una delle più raffinate ricerche presentate alla Biennale di Architettura 2021. Per il National Taiwan Museum of Fine Arts (NTMoFA) e i team curatoriali Divooe Zein Architects e Double-Grass International Co. la soluzione per vivere insieme è: “minimizzare l’impatto sulla natura e convivere con essa”. Nasce con questo spirito una mostra immersiva che racchiude la spiritualità e la ricchezza naturalistica e culturale della Ilha Formosa, così definita dai marinai portoghesi. L’installazione nella prima sala aiuta immediatamente il visitatore ad ambientarsi. Tutti i sensi sono coinvolti: la forte penombra aiuta ad abituare gli occhi, le fragranze scelte dal regista peruviano Mauricio Freyre, a completamento della sua opera presentata nella stanza adiacente, stimolano l’olfatto e ci proiettano in un mondo altro, avvicinandoci ai grandi mock-up posti al centro dell’ambiente. Due anime, due esperimenti materici per raccontare come la natura e le culture indigene ci diano tutti gli strumenti per creare architetture che rispettino il luogo che le accoglie: il Lab of Primitive Perception nella provincia di Hebei in Cina e il Monastero della Natura a Bali, in Indonesia. La durezza e la geometria pulita delle “abitazioni” di Hebei evocano la possibilità che la “pelle” dell’edificio pulisca l’aria, grazie all’utilizzo del carbone. Di fronte a esse i mistici “nidi” del Monastero della Natura, rivestiti in fibra naturale balinese, svettano e lasciano trasparire una luce calda.
Con grande eleganza i Divooe Zein Architects ci invitano a rallentare il frenetico andamento delle visite veneziane per poter apprezzare interventi come Siu Siu, evoluzione costruita del primo mock-up e spazio di ricerca ed esposizione immerso nella natura realizzato nel 2014 (e vincitore del Premio per architetti emergenti della Advanced Developers Association), o la Semi-ecosphere glass house for isolation and meditation, costruita nel 2017, che sulla stessa scia sfrutta il vetro riciclato per disegnare spazi dello stare, della meditazione.
Come spiega lo stesso Zein: “In linea con il titolo, ‘Primitive Migration from/to Taiwan’, la mostra cerca di esplorare i modi in cui l’architettura reagisce al nostro ambiente, ai nostri sensi, sentimenti, esperienze e altro ancora, nonché il ruolo dell’architettura tra mondo civilizzato e naturale, sottolineando, in ultima analisi, l’interazione interdisciplinare che caratterizza l’architettura di Taiwan”.

https://architecture.ntmofa.gov.tw/2021/en-us
http://www.divooe.com.tw

EST. STORIE ITALIANE DI VIAGGI, CITTÀ E ARCHITETTURE

È sempre splendido attraversare il Canal Grande alla volta dell’Isola di San Giorgio, dove la Fondazione Cini accoglie il visitatore in uno dei luoghi più belli della laguna.
Luca Molinari Studio, curatore della mostra EST. Storie italiane di viaggi, città e architetture, organizzata dalla casa editrice Forma Edizioni, ha scelto di raccontare in queste sale una storia dialogica “fatta di luoghi e società che, partendo dall’Italia, guarda all’Oriente del mondo e si snoda attraverso i progetti sviluppati nei Paesi dell’Est da alcuni dei maggiori protagonisti dell’architettura italiana contemporanea”. Un’occasione unica di coniugare il lavoro di importanti esponenti dell’architettura italiana contemporanea con l’archivio della Fondazione. I progetti presentati sono visioni inedite degli architetti invitati che, praticando il “fare italiano”, mostrano, mediante modelli e materiale iconografico, la propria “capacità d’immaginare e costruire spazi e luoghi significativi per le realtà in cui si sono insediati”.
Qualche nome? Lo studio RPBW‒ Renzo Piano Building Workshop, Piuarch, Studio Fuksas, AMDL CIRCLE e MC A ‒ Mario Cucinella Architects.

http://www.lucamolinari.it/it/

AIR/ARIA/AIRE – CATALONIA IN VENICE

17. Mostra Internazionale di Architettura. Padiglione della Catalonia. Air - Aria - Aire. Venezia 2021. Photo © Gunnar Knechtel

17. Mostra Internazionale di Architettura. Padiglione della Catalonia. Air – Aria – Aire. Venezia 2021. Photo © Gunnar Knechtel

There is a silent pandemic in slow motion. How we will survive together?”
Esiste evidenza cartografica dell’impellente necessità di agire localmente nei centri urbani per invertire il corso delle nostre azioni, per sovvertire un modello di vita e di lavoro che sta lentamente e silenziosamente degradando le persone attraverso il bene più prezioso che abbiamo e che ci tiene in vita: l’aria. AIR/ARIA/AIRE – Catalonia in Venice è forse una delle ricerche più affascianti e meglio presentate di tutta la Biennale, curata dall’architetto Olga Subirós che ne ha anche progettato l’allestimento. Il tema dell’inquinamento e della crisi climatica viene associato alla crisi sanitaria emersa irrimediabilmente nella pandemia e pone Barcellona, una delle città più inquinate d’Europa, al centro di uno studio che analizza Big Data relativi non soltanto alla qualità dell’aria, ma anche alle matrici e consuetudini sociali della città, così da ampliare la visione e fondare basi concrete e puntuali per la risoluzione di questo enorme problema. Il team dello studio 300.000 Km/s ha reso in forma cartografica questa enorme mole di informazioni, grazie alla partecipazione di esperti della comunità scientifica e del settore pubblico fra cui il programma Copernicus dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e i modelli digitali di diversi gruppi di ricerca catalani pubblici e privati.
All’interno di una sala buia si staglia una lama di luce tra due alte pareti chiare, attraverso le quali il visitatore è invitato a passare come se stesse attraversando una calle.
Le pareti simboleggiano l’architettura delle nostre città, e lo spazio tra loro è l’aria che respiriamo. Quest’aria è contaminata e questo ce lo mostrano i diversi filtri appesi alle pareti”, spiega la curatrice. Nella parte esterna dei grandi setti sospesi, lo spazio è dedicato alle proiezioni delle infografiche prodotte da 300.000 Km/s e tutto lo spazio è pervaso dalle note di una suggestiva composizione musicale inedita, interpretata da Maria Arnal e composta con Oriol Riverola, alias John Talabot, un’aria polifonica che ci ricorda che, sebbene sia utile alla sopravvivenza di tutti: “L’aria, che è vita, non è di nessuno”.

www.air.llull.cat
https://olgasubiros.com
https://300000kms.net

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Flavia ChiavarolI

Flavia ChiavarolI

Architetto, exhibition designer e critico freelance. Osservatrice attenta e grande appassionata di architettura ed arte moderna e contemporanea riporta la sua esperienza nell’organizzazione di workshop, collabora con artisti e fotografi e aggiornando i principali social network. Dal 2012 si occupa…

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