Capitale Italiana della Cultura 2026: Rimini ci crede e lancia la candidatura

La città romagnola avvia l’iter per candidarsi affidando a una società di organizzazione di eventi il compito di gestire i vari step del percorso. A breve un bando per selezionare il direttore artistico

In attesa di scoprire quale sarà la Capitale Italiana della Cultura 2025, intanto alcune città iniziano a muovere i primi passi in vista del 2026. Tra queste, la prima a rivelare la propria intenzione di proporsi per il titolo è Rimini (protagonista di uno dei nostri viaggi di Artribune Travel), che ha dato ufficialmente avvio al percorso di candidatura, inteso dall’amministrazione come “progetto sfidante abbracciato dall’Amministrazione Comunale con l’obiettivo di consolidare e strutturare la crescita sociale ed economica della città attraverso il potente volano della dimensione culturale”. In vista di questo impegno, il Comune ha affidato alla ditta Eventi 3 di Torino l’attività di supporto nella gestione delle fasi di elaborazione del dossier (ovvero “la procedura di selezione della direzione di candidatura, la scelta dei temi e dei soggetti da coinvolgere, la definizione del modello di governance, il coordinamento delle istituzioni pubbliche e private che partecipano all’ideazione dei progetti, la supervisione della stesura del dossier, l’intercettazione di fondi pubblici e privati, statali e comunitari, l’eventuale presentazione del dossier in audizione al Ministero della Cultura”), mentre entro febbraio verrà lanciato un bando internazionale finalizzato alla ricerca di un direttore artistico o di un team di direttori artistici per curare il progetto.

Castel Sismondo, Rimini

Castel Sismondo, Rimini

RIMINI SI CANDIDA A CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2026

Obiettivo della candidatura non è soltanto l’elaborazione di una programmazione culturale da sviluppare nel solo 2026, ma quello di dare vita a una programmazione a medio e lungo termine che possa valorizzare e promuovere il territorio di Rimini anche oltre il 2026. “Un lavoro corposo e importante”, commenta l’Amministrazione Comunale, “che rappresenta per l’Amministrazione comunale l’occasione di mettere nero su bianco le direttrici per la crescita culturale di Rimini, capace cioè di intercettare il pubblico e le esigenze legate alla ‘nuova’ domanda culturale, segnata dagli stravolgimenti dell’ultimo biennio e capace quindi di rispondere in maniera efficace ai profondi mutamenti ancora in corso. Obiettivi da raggiungere con il coinvolgimento di tutte le istituzioni culturali della città, da quelle pubbliche (rete dei teatri e musei comunali, Fellini Museum, cineteca e biblioteca) a quelle private, oltre che aperta all’intera comunità intera”.

Sala dedicata a La dolce vita, Fellini Museum, Rimini. Photo Lorenzo Burlando

Sala dedicata a La dolce vita, Fellini Museum, Rimini Photo Lorenzo Burlando

IL TITOLO DI CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA

Il titolo è stato istituito nel 2014 dall’allora Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, a seguito della nomina di Matera a Capitale Europa della Cultura 2019. Il titolo di Capitale Italiana della Cultura deriva quindi dalla scia e dall’entusiasmo dell’omonima iniziativa continentale. Dal 2015 a oggi, il titolo è stato assegnato a Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena (2015), Mantova (2016), Pistoia (2017), Palermo (2018), Parma (2020 e 2021), Procida (2022), Brescia e Bergamo che hanno appena inaugurato il loro anno (2023) e Pesaro (2024). La città vincitrice riceve un milione di euro per la realizzazione del progetto.

Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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