Intervista a Onofrio “Ninni” Cutaia appena nominato DG Creatività Contemporanea al MiBACT

Comunicazione, accessibilità, capillarità, partecipazione alla cultura. E naturalmente spingere il pedale sulla contemporaneità, sui giovani artisti: sono le prime idee che emergono dalla conversazione con il neo direttore del MIBACT, che ci ha spiegato la sua visione e le sue priorità in questa intervista

Onofrio Cutaia (Catania, 1959) dal 1° gennaio 2021 è il nuovo Direttore Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo. Si tratta di una delle 12 ramificazioni che strutturano il MIBACT e concerne con l’arte e la cultura architettoniche contemporanee e con le arti applicate (con cui si intende moda, design e fotografia); i principali compiti della Direzione Generale Creatività Contemporanea? Ricerca dei talenti e delle eccellenze italiane appartenenti a questi differenti settori, oltre che alla promozione di progetti nazionali pensati ad hoc. Tra questi ricordiamo l’Italian Council, il Premio New York e naturalmente il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia oltre che Cantica 21.Mi impegnerò affinché vengano rafforzati tutti i progetti di punta della DGCC relativi all’arte e all’architettura contemporanee e affinché venga dato ampio spazio a tutte le attività connesse alla rigenerazione urbana, tema che per me ha un grande fascino e un grande interesse dal punto di vista sociale”, ha comunicato il neo direttore. “Attraverso le attività di questa Direzione Generale dobbiamo fare in modo che le istituzioni siano sempre più incisive nella vita quotidiana della popolazione, creando – in un’ottica di lunga durata – una forte sinergia con le istituzioni locali e con il mondo dell’iniziativa privata”. Cutaia prende il posto di Margherita Guccione, che precedentemente era stata a capo del MAXXI architettura.

CHI È ONOFRIO “NINNI” CUTAIA

Laureato in giurisprudenza all’Università di Catania, Onofrio Cutaia detto “Ninni” nel 1990 a seguito di un concorso pubblico diventa funzionario dell’ETI, Ente Teatrale Italiano. Dal 2002 al 2007 è direttore del Teatro Mercadante di Napoli che sotto la sua guida diventa Teatro Stabile ad Iniziativa Pubblica. Nel 2007 torna all’ETI come Direttore Generale per la promozione del teatro e della danza in Italia e all’estero; ricopre la carica fino al 2010, ossia fino alla soppressione dell’Ente. Sotto la sua direzione l’ETI comincia ad occuparsi anche di danza. Tra i tanti progetti portati avanti in quegli anni, anche quelli del cosiddetto patto Stato-Regioni che coinvolgono il teatro e la danza. Con la soppressione dell’ETI, come molti funzionari dell’Ente pubblico abolito, viene trasferito al Ministero dei Beni e delle attività culturali, dove cura gli adempimenti previsti dalla soppressione dell’ETI. Dal 2012 al 2014 è Dirigente del servizio attività teatrali della Direzione Generale dello spettacolo. Nel marzo 2014 viene eletto nuovo Direttore dello Stabile romano, tuttavia la nomina gli viene bloccata per conflitto di interessi, in quanto un dirigente Mibact, seppur in aspettativa, non può guidare un Teatro come l’Argentina di Roma. Cutaia torna dunque al Mibact e dal luglio 2014 ricopre l’incarico di Direttore Generale per le politiche del Turismo. Dal 15 ottobre 2015 fino al 2020 è stato Direttore Generale dello Spettacolo dal Vivo. È stato docente del corso Modelli gestionali di Teatro al Dams dell’Università degli Studi Roma Tre e di Produzione e Organizzazione dello Spettacolo teatrale e di Danza della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università la Sapienza di Roma. Di Cutaia sono state riconosciute capacità manageriali e amministrative unite a una profonda passione per il teatro e per lo spettacolo dal vivo.

INTERVISTA A ONOFRIO CUTAIA A CAPO DELLA DGCC DEL MIBACT

Nella sua carriera ha affrontato importanti cariche in particolare nell’ambito teatrale e dello spettacolo. Con questa nuova nomina si cambia settore, puntando su progetti riguardanti arte e architettura e arti applicate. Cosa cambierà nel suo approccio al lavoro e cosa rimarrà valido?
L’ambito teatrale e dello spettacolo è un settore non molto lontano, anzi, direi totalmente immerso nel contemporaneo. Il mio percorso professionale si è continuamente imbattuto nelle arti visive. Penso al Mercadante di Napoli, teatro che ho diretto nello stesso momento in cui sono nati il museo Madre e il PAN, che per me sono stati punti di riferimento. Nelle produzioni teatrali, inoltre, più volte abbiamo assistito alla stretta collaborazione tra registi e artisti visivi. Anche durante l’esperienza dell’ETI, Ente Teatrale Italiano, in cui ero un giovane funzionario, arte e teatro erano intrecciate e io non ho mai fatto distinzione, all’interno di una programmazione, tra attività principali e collaterali.

Quali sono le priorità nel suo nuovo incarico?
Tra le aree di intervento che trovo più urgenti, c’è quella della rigenerazione urbana. Un ambito che ha altrettanto a che fare con le mie passate esperienze: ricordo ancora negli anni del Mercadante – tra il 2004 e il 2005 – quando portammo progetti artistici e spettacoli a Scampia, un territorio all’epoca molto difficile. L’intento era quello di avvicinare al centro una periferia che veniva considerata come una cosa a parte rispetto a Napoli, riallacciandola alla città.

Dove pensate di intervenire prima, in che modo?
Sono ancora in fase di preparazione. Tuttavia, non ci sono città che hanno bisogno meno di altre: oggi il quartiere complesso, su cui intervenire, può trovarsi dentro il cuore della città, non necessariamente a 20 km dal cosiddetto “centro”.

Ci può tirare fuori qualche altra questione nodale?
Un altro tema urgente è il modo in cui viene raccontata oggi l’opera d’arte, mettendo in pratica nuove modalità e narrazioni che valichino il campo degli addetti ai lavori per essere più accessibili a tutti. Infine, la questione dei giovani creativi va assolutamente osservata, incitata e sostenuta, con strumenti non solo finanziari, ma che possano promuovere la partecipazione.

Come vede il futuro prossimo che, secondo le speranze di tutti, sarà quello della ripartenza?
La vedo in maniera complessa, ovviamente è difficile fare valutazioni precoci. Spero, come tutti noi, che si possa parlare di ripartenza da qua a pochissimo, cercando di tornare a una vita simile a quella che facevamo prima. Sicuramente la condizione esistenziale di questi mesi, la sospensione, la parentesi… sono cose che certamente i nostri artisti stanno indagando. Ci potranno essere delle risposte da parte dei nostri artisti che ci aiuteranno a comprendere quello che è stato, il presente e il futuro. Questo da un certo punto di vista è molto entusiasmante.

Quale sarà il ruolo del Ministero in questa fase?
Il Ministero ha il dovere di cogliere questo lavoro e costruire per così dire ‘le autostrade’ in cui si possano muovere gli artisti, per dar loro l’opportunità di essere messi a contatto con le persone, con il pubblico.

A tal proposito, sono già in corso degli ottimi progetti anche di respiro internazionale, come Italian Council, Cantica 21…
Sicuramente quei progetti – molti di questi li trovo davvero ben fatti – verranno sostenuti in linea di continuità e casomai rafforzati, non c’è dubbio. Mi sembra che ci sia tutta l’intenzione, anche da parte del Ministro Franceschini, di andare verso questa direzione. Come il MiBACT ha saputo nel tempo tutelare l’arte del passato, lezione culturale importantissima, al tempo stesso è doveroso che un’istituzione così centrale investa della contemporaneità. È una necessità.

– Giulia Ronchi

www.beniculturali.it

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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