A Milano la Design Week si sta divorando la Art Week

La fiera miart, le mostre, le gallerie, le fondazioni. Solo che a Milano non se n'è accorto nessuno perché tutta la città è concentrata sulla Design Week, evento troppo ingombrante e troppo vicino alla Art Week

Sabato 15 aprile 2023. Dovremmo essere nel pieno della Art Week di Milano iniziata lo scorso mercoledì. C’è la fiera miart (una rassegna che è riuscita a trovare negli ultimi anni una sua linea dopo lunghi tempi di crisi d’identità), ci sono le mostre, le fondazioni, i musei storici e nuovi, le tante gallerie private e gli spazi non profit. Però. Però apri il Corriere della Sera e cosa titola a nove colonne la cronaca cittadina? “IN TUTTA LA CITTÀ È FEBBRE DA DESIGN”. E all’interno giù servizi sugli eventi del Salone, del Fuorisalone e sui click cresciuti del 200% sulla piattaforma Airbnb.
miart 2023, Foto: Irene Fanizza

miart 2023, Foto: Irene Fanizza

SE LA DESIGN WEEK SI DIVORA L’ART WEEK

L’Art Week quest’anno è passata piuttosto inosservata sia sui media cittadini, sia nelle abitudini e nelle routine della città. Come mai? Eppure la fiera ha la sua autorevolezza, come dicevamo. Mostre deboli nei musei? Il livello in realtà è alto. Non altissimo attenzione, ma alto. E le gallerie? Anche loro hanno offerto programmazioni di buona qualità, sebbene siano indietreggiate su organizzazioni comuni e iniziative serali di richiamo (niente “gallery night”, ad esempio). E allora cosa è successo? E allora perché c’è la settimana dell’arte e tutti parlano, pensano e sono concentrati sulla settimana del design? C’è una kermesse gigantesca che incombe ed è difficile starle a fianco, ecco cosa è successo. Il Salone del Mobile si sta riprendendo con gli interessi tutto quello che aveva lasciato sul campo negli anni della pandemia. L’edizione 2023 presenta una imponente lista di mostre, eventi, serate, cene, allestimenti, feste, nottate: un affastellamento di roba che non ha eguali a livello planetario. Non c’entra più nulla il design, c’è tutto: moda e automotive, industria del lusso e arredamento, grafica, comunicazione, pubblicità, orologi, format commerciali, sostenibilità vera e presunta e tanto tanto food. Chiunque faccia un mestiere creativo deve avere in un modo o nell’altro la sua presenza a Milano in quella settimana. Chiunque. E quindi una settimana non basta. Ne consegue che la Milano Design Week ha ormai bisogno – per non impazzire di isteria e non far esplodere la città – di due settimane dove spalmare tutti gli eventi, le aziende, gli sponsor, le persone: in attesa che si passi ufficialmente dalla Design Week alle Design Weeks le cose procedono a livello ufficioso e a farne le spese è l’Art Week, che viene letteralmente mangiata.
miart 2023, Foto: Irene Fanizza

miart 2023, Foto: Irene Fanizza

DAL 2017 ART WEEK E DESIGN WEEK SONO ADIACENTI: ORA CAMBIARE

Perché ce ne accorgiamo oggi? Semplice: perché erano ben 4 anni – dal 2019 – che questa circostanza non si verificava. Quest’anno l’adiacenza delle due settimane è tornata ed ha manifestato tutta la sua insensatezza. Con forze in campo abissalmente diverse, con una battaglia impari e con un effetto cannibalizzazione evidente sotto ogni punto di vista: dalle feste alle cene, dalle disponibilità delle location agli alloggi. Tutto drogato e artefatto dalla ingombrante presenza dello smisurato evento globale che ufficialmente dovrebbe iniziare lunedì prossimo ma che in realtà ha debordato con giorni e giorni d’anticipo. Ci sono persone che non sono riuscite ad essere presenti alla settimana di miart perché ormai anche questi giorni subiscono l’impatto immobiliare del design e i prezzi di hotel e camere (quando disponibili) sono inquietanti. Ci sono altre persone che proprio per affittare a prezzi da capogiro la propria casa hanno deciso di lasciare la città: cose che si facevano solo durante il Salone, ora invece si fanno anche la settimana prima. Ci sono poi fette di cittadinanza che, consapevoli di dover affrontare autentici tour de force la prossima settimana, hanno un attimo tirato il fiato in questa. E i trasporti? Anche nella settimana dell’arte c’è l’effetto-design e così treni e aeroplani per raggiungere Milano raggiungono tariffe inaccettabili. Per non dire dell’altro scandaloso problema della città: i taxi. Il tutto contribuisce a una atmosfera non ideale per l’Art Week che ricava da questa coabitazione disagi invece di benefici.

Insomma, posizionare l’Art Week giusto una settimana prima della Design Week era stata un’idea volta al trascinamento vicendevole e al mutuo vantaggio. Era il 2017. Oggi il mondo è cambiato e la cosa non funziona più, si tratta di guardare in faccia alla realtà e di cambiare la programmazione delle settimane, scansione temporale dei temi su cui Milano ha così tanto puntato. Ma se punti su una ritmata schedulazione delle Week devi essere anche pronto a fare correzioni quando occorrono: e allora riportare la settimana dell’arte a marzo (magari sovrapponendo miart a MIA, come avvenne già nel 2015) e ufficializzare le due settimane del design potrebbe essere una soluzione proficua e una dimostrazione di saper prendere di petto problemi e anomalie. Per un’ecologia dei tempi della città e dei settori industriali e creativi che la rendono quello che è.

Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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