Il meglio e il peggio della fiera ArcoMadrid 2023. Tra polemiche, premi e quote rosa

Grande successo di pubblico ad ArcoMadrid 2023, che come ogni anno si fa vetrina delle tendenze internazionali come una piccola biennale spagnola. Con un occhio al femminismo

Un flusso enorme di visitatori ha affollato i padiglioni 7 e 9 di ArcoMadrid 2023, rendendo in alcuni momenti persino difficoltoso muoversi tra stand e corridoi. Del resto da anni questa è la fiera col maggior numero di visitatori. Sono sembrati davvero tantissimi (forse troppi) i gruppi con auricolare e guida, che hanno visitato la fiera come fosse un museo o una grande mostra collettiva. L’eccesso di folla, soprattutto durante le prime giornate riservate ai professionisti del settore, ha creato qualche malcontento tra i galleristi, sia spagnoli che stranieri, che si sono lamentati della mancanza di tranquillità necessaria agli acquisti dei collezionisti. La sensazione è che quest’anno Arco sia stata letteralmente presa d’assalto, in un clima di generale entusiasmo senz’altro positivo.

MERCATO DELL’ARTE O VETRINA DELLE MERAVIGLIE?

In realtà, ArcoMadrid non è solo il principale appuntamento annuale con il mercato dell’arte contemporanea in Spagna. Negli ultimi anni, infatti, si è convertito nella vetrina delle tendenze internazionali, con uno spirito “curatoriale” da piccola biennale. La fiera attira oggi un pubblico sempre più eterogeneo, che ricerca le opere degli artisti storici o più famosi, come Mirò, Tapiés, Chillida , o delle star del momento, come Juan Muñoz, Olafur Eliasson, Tomás Saraceno o Ai Wei Wei, e che spesso si lascia incuriosire dai pezzi insoliti, ironici o provocatori. Come la scultura di Picasso disteso di Eugenio Merino, a misura reale e con tanto di maglietta provenzale a righe, davanti alla galleria ADN di Barcellona; o la casetta prefabbricata per rifugiati, tappezzata da wall paper di Guernica, che l’artista Eugenio Ampudia ha montato nello stand di Max Estrella. Per questo tipo di pubblico è invece senza dubbio meno attraente l’arte concettuale, politica o che riflette i conflitti sociali del nostro tempo.

Arcomadrid 2023. Photo Federica Lonati

Arcomadrid 2023. Photo Federica Lonati

GALLERIE INTERNAZIONALI E ALLESTIMENTI COLORATI AD ARCOMADRID

Tantissime, forse troppe quest’anno le gallerie presenti a Madrid, 211 in totale, di cui il 66% straniere. Tra i 36 Paesi rappresentati, però, nessuno dall’Estremo Oriente, pochi del nord America e dall’Africa solo nella sezione dedicata al Mediterraneo. Anche la promettente finestra sull’arte latino-americana, concentrata soprattutto nella sezione a inviti Nunca Lo Mismo, in realtà quest’anno è sembrata piuttosto deludente, non tanto nel numero delle gallerie quanto nelle proposte, che, salvo rari casi come l’Ecuador e il Guatemala, si limitano ad esplorare le tendenze artistiche di Argentina, Brasile e Messico.
Dal punto di vista estetico, si è notata un po’ ovunque la voglia di allestire gli stand in maniera diversa, con wall paper o con pareti monocromatiche, per far risaltare le opere esposte e attirare gli sguardi del pubblico. Enrico Astuni, gallerista bolognese che torna a Madrid dopo qualche anno d’assenza, ha colorato di un elegante rosa intenso la parete esterna del suo stand per esporre le piccole e delicate opere dell’artista norvegese Oystein Aasan. Bello anche l’allestimento green, pieno di piante, dello stand di Matteo Consonni (Lisbona), dedicato all’arte politica dell’ecuadoriano Adrian Balseca.

Arcomadrid 2023. Photo Federica Lonati

Arcomadrid 2023. Photo Federica Lonati

QUOTE ROSA TRA GLI STAND AD ARCOMADRID, UNA QUESTIONE POLITICA

La questione femminista ha invaso quest’anno gli stand di ArcoMadrid. Alle pareti di molte gallerie è comparso, infatti, un curioso adesivo circolare rosa magenta, frutto della campagna di sensibilizzazione dell’Associazione donne nelle arti visive (MAV). Il collettivo ha infatti intrapreso un’azione di protesta contro la politica di acquisizione di beni artistici da parte del governo spagnolo, che finora si è limitato solo al 7% di arte femminile. Malgrado la direttrice della fiera Maribel López quest’anno non abbia espressamente appoggiato le quote rosa, tra gli stand a prima vista predominano opere di donne: nomi ricorrenti come June Crespo, Glenda León, Assunción Molinos Gordos e Teresa Solar (i nuovi volti dell’arte spagnola) e figure internazionali come Dominique Gonzalez Foester, Rebecca Horn, Sarah Lucas o Marinella Senatore. Nel caso dei Progetti d’Artista poi – spazi monografici a cura di alcune gallerie – le donne battono addirittura gli uomini con 15 presenze su 20, tra le quali spiccano i solo show di OrlanPae WhiteFabienne VerdierTeresa Margolles e Diana Larrea. Nella sezione Opening Allianz, dedicata alle gallerie d’arte emergenti (minori di sette anni) la presenza italiana è tutta al femminile: sia nel caso delle galleriste – Eastcontemporary, Una e Gilda Lavia – che nel caso delle coppie di artiste presentate a Madrid: la georgiana Nina Kintsurashvikli e la colombiana Diana Sofia Lozano nel primo stand; il dialogo fra Carla Grunauer ed Elvire Bonduelle nel secondo.

Arcomadrid 2023. Photo Federica Lonati

Arcomadrid 2023. Photo Federica Lonati

PREMI E ACQUISIZIONI AL FEMMINILE AD ARCOMADRID

Quote rosa conquistate anche tra i premi in fiera. Emblematico è l’incontro generazionale al femminile offerto dalla galleria Monitor (con sede a Roma e a Lisbona), che affianca ad alcuni bellissimi lavori storici, ma anche recenti, della genovese Elisa Montessori, classe 1931, una serie di fotografie e una installazione in ceramica della giovane pescarese Lucia Cantò. Per questo Monitor si è aggiudicata il Premio Lexus al miglior stand a contenuto artistico. È donna anche la vincitrice del XVI Premio Illy SustainArt, la spagnola Cristina Mejias, premio che quest’anno si è aperto a tutti gli artisti giovani senza esclusione di provenienza geografica. Irene Grau si è aggiudicata il premio sponsorizzato dalla Cerveza Alhambra mentre la Comunidad di Madrid ha premiato a parimerito, con relativa acquisizione, i lavori delle artiste Sahatsa Jauregui ed Eva Fabregas.

Arcomadrid 2023. Photo Federica Lonati

Arcomadrid 2023. Photo Federica Lonati

MEDITERRANEO E DINTORNI, UN’OCCASIONE MANCATA A MADRID

Numerose le presenze femminili, infine, anche nella sezione Mediterraneo: Un mar redondo, a cura della greca Marina Fokidis. Non ha convinto, però, il discorso critico costruito attraverso le opere dei 19 artisti selezionati, che sono state presentate in uno spazio labirintico creato ad hoc dall’architetto Andrés Jacques: una sorta di collina color sabbia, costruita intorno a una piazza-agorà con tanto di piscina immaginaria al centroDifficile da cogliere, infine, per la confusione e la folla di visitatori, anche il dialogo poetico e silenzioso tra le due presenze italiane della sezione: le immagini in bianco e nero di Letizia Battaglia, espressione di un sud complesso e sofferente (galleria Francesco Pantaleone di Palermo) e i delicati “lenzuoli” ricamati della sarda Maria Lai (rappresentata dalla milanese M77 Gallery). Per approfondire il tema del Mediterraneo nell’arte del nostro tempo non resta perciò che il piccolo catalogo pubblicato dall’italiana Nero.

Federica Lonati

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

Scopri di più