Basilea. 8 musei e fondazioni da visitare durante l’art week

Grande interrogativo sull'esito di Art Basel, l'ammiraglia delle fiere d'arte moderna e contemporanea in Europa, e nel mondo. Tra incertezze del mercato e una gestione arzigogolata dei certificati vaccinali, noi vi mandiamo a vedere anche una dozzina di mostre nei musei cittadini, con un paio di gite (appena) fuori porta.

Dal recentissimo Kunstmuseum al Museum der Kulturen nella parte vecchia della città. Dalla Fondation Beyeler nel sobborgo di Riehen allo sconfinamento tedesco per il Vitra. Eccovi otto sedi museali dove vedere mostre degne di questo nome, al di là delle centinaia di stand che incontrerete nelle sette fiere che animano la settimana dell’arte di Basilea.

– Marco Enrico Giacomelli

FONDATION BEYELER – CLOSE-UP

Lotte Laserstein, Liegendes Mädchen auf Blau, 1931 ca., olio su carta, cm 69x93. Collezione privata, Germania. Courtesy Das Verborgene Museum © 2021, ProLitteris, Zurich. Photo Anja Elisabeth Witte

Lotte Laserstein, Liegendes Mädchen auf Blau, 1931 ca., olio su carta, cm 69×93. Collezione privata, Germania. Courtesy Das Verborgene Museum © 2021, ProLitteris, Zurich. Photo Anja Elisabeth Witte

Rischia di passare in secondo piano questa mostra, sapendo che a inizio ottobre aprirà, nella splendida sede progettata da Renzo Piano, una monumentale monografica dedicata a Goya. E tuttavia Close-up, collettiva curata da Theodora Vischer, merita davvero una visita: raccoglie le opere di nove artiste (Berthe Morisot, Mary Cassatt, Paula Modersohn-Becker, Lotte Laserstein, Frida Kahlo, Alice Neel, Marlene Dumas, Cindy Sherman, Elizabeth Peyton) le cui vicende professionali si sviluppano dalla seconda metà dell’Ottocento a oggi, con un focus sul genere del ritratto, altrui o di sé. Ad arricchire la rassegna, il film project che vede nove attrici interpretare le nove artiste in altrettanti corti cinematografici.

Riehen // fino al 2 gennaio 2022
Close-up
FONDATION BEYELER
Baselstrasse 101
www.fondationbeyeler.ch

KUNSTHALLE – MATTHEW ANGELO HARRISON

Matthew Angelo Harrison. Proto. Exhibition view at Kunsthalle, Basilea 2021. Photo Philipp Hänger Kunsthalle Basel. Courtesy the artist & Jessica Silverman, San Francisco

Matthew Angelo Harrison. Proto. Exhibition view at Kunsthalle, Basilea 2021. Photo Philipp Hänger Kunsthalle Basel. Courtesy the artist & Jessica Silverman, San Francisco

Sono tre gli eventi alla Kunsthalle: sul muro esterno del museo, Yoan Mudry (Losanna, 1990) ha appena realizzato The Future Doesn’t Need Us, opera collagistica che mette insieme brani di campagne pubblicitarie con testi e immagini tratti dai mondi dell’arte, della musica, dei fumetti, del cinema e della cultura Internet – e non si tratta di un exploit da parte della Kunsthalle, visto che proprio nel 2021 si festeggia un quarto di secolo di interventi su quel muro. C’è poi, all’interno, la collettiva Information (Today) curata da Elena Filipovic: il titolo richiama la seminale rassegna Information del 1970, ma con gli aggiornamenti del caso, poiché in questo mezzo secolo è successo di tutto, anche e specialmente nel modo in cui l’informazione ha modellato le nostre vite e il nostro sguardo sul mondo (da segnalare il monumentale Reader che accompagna la mostra, disponibile gratuitamente sia online che in sede). Infine, ma in cima per importanza, Proto, la prima personale europea in un’istituzione di Matthew Angelo Harrison (Detroit, 1989). Qui si intersecano elementi all’apparenza molto disparati: le rotte sotterranee del commercio di arte “etnica” dall’Africa; i movimenti di protesta dei neri negli Stati Uniti dagli Anni Novanta a oggi; la tecnologia di stampa numerica in 3D. Nulla di semplice, come ci ha abituati la Kunsthalle; ma, avendo la pazienza di mettersi in ascolto delle ragioni (estetiche, non solo politiche) di Harrison, la soddisfazione è garantita.

Basilea // fino al 26 settembre 2021
Matthew Angelo Harrison – Proto
Basilea // fino al 10 ottobre 2021
Information (Today)
Basilea // fino al 15 maggio 2022
Yoan Mudry – The Future Doesn’t Need Us
KUNSTHALLE
Steinenberg 7
www.kunsthallebasel.ch

KUNSTMUSEUM – WALKER + DEAN + PISSARRO

Prima grande mostra svizzera per Kara Walker (Stockton, 1969) che, nel nuovo edificio del Kunstmuseum, presenta un corpus di ben 600 disegni finora mai esposti, provenienti direttamente dal suo archivio. E ci sono anche due film, in visione nella poco distante sede del museo chiamata Gegenwart. Qui c’è anche l’Antigone (2018) di Tacita Dean (Canterbury, 1965), film in 35 millimetri della durata di un’ora che ha il suo perno concettuale e fisico nella cecità; e c’è anche una piccola selezione di video in 16 millimetri e una serie di litografie appena finite di produrre. Tornando al Neubau, da non mancare la mostra-monstre dedicata a Camille Pissarro (Charlotte Amalie, 1830 – Parigi, 1903): una retrospettiva che ripercorre l’intera storia del pittore impressionista e post-impressionista, facendo leva in particolare sulle relazioni amicali con protagonisti della scena artistica come Cézanne, Gauguin, Cassatt e Degas.

Basilea // fino al 26 settembre 2021
Kara Walker – A Black Hole is Everything a Star Longs to Be
Basilea // fino al 23 gennaio 2022
Camille Pissarro – The Studio of Modernism
KUNSTMUSEUM – NEUBAU
St. Alban-Graben 16
Basilea // fino al 9 gennaio 2022
Tacita Dean – Antigone
KUNSTMUSEUM – GEGENWART
St. Alban-Rheinweg 60
kunstmuseumbasel.ch

MUSEUM TINGUELY – BRUCE CONNER

Bruce Conner, Crossroads, 1976, still da film. Courtesy Kohn Gallery & Conner Family Trust © Conner Family Trust

Bruce Conner, Crossroads, 1976, still da film. Courtesy Kohn Gallery & Conner Family Trust © Conner Family Trust

Avanguardista nel mondo a venire del filmmaking, Bruce Conner (McPherson, 1933 – San Francisco, 2008) è stato a lungo – e in parte lo è tuttora – un artista noto più ai suoi colleghi che al pubblico. A dimostrazione di ciò, il fatto che la prima retrospettiva che gli dedica un museo statunitense è quella del 2016 al MoMA di New York. In occasione dei venticinque anni del Museum Tinguely, è proprio Conner a essere protagonista della mostra più importante dell’anno, quella che si tiene durante i concitati giorni di Art Basel. In visione ci sono nove dei suoi film sperimentali – e fra di essi c’è il mitico Crossroads (1976), assemblage footage che racconta gli esperimenti nucleari svolti dagli USA nelle acque dell’atollo di Bikini nel 1946.

Basilea // fino al 28 novembre 2021
Bruce Conner – Light Out of Darkness
Paul Sacher-Anlage 2
www.tinguely.ch

KUNSTHAUS BASELLAND – ROSENFELD + BLUM + MAIOLINO

Anna Maria Maiolino, Por um Fio, dalla serie Fotopoemação, 1976 2010. Courtesy the artist, Video Insight Collection & Galleria Raffaella Cortese, Milano. Photo Regina Vater

Anna Maria Maiolino, Por um Fio, dalla serie Fotopoemação, 1976 2010. Courtesy the artist, Video Insight Collection & Galleria Raffaella Cortese, Milano. Photo Regina Vater

Tripletta di solo show al femminile per la troppo spesso sottovalutata Kunsthaus Baselland. Si parte con Marina Rosenfeld (New York, 1968), artista e compositrice che inevitabilmente mette in relazione strutturale occhio e orecchio, con la musica che è parte integrante dei suoi lavori plastici e spesso partecipativi. Anche il lavoro di Andrea Blum (New York, 1950) è all’insegna della cross-disciplinarietà, poiché mescola scultura, architettura e design, così da mettere in dialogo la dimensione sociopolitica con quella psicologica. A chiudere il terzetto, Anna Maria Maiolino (Scalea, 1942), artista italo-brasiliana protagonista di una bella mostra al PAC di Milano nel 2019. Quella di Basilea è una retrospettiva che esplora mezzo secolo di produzione, spaziando in tutti i media utilizzati da Maiolino: video, film, fotografia, scultura, disegno, testo.

Basilea // fino al 26 settembre 2021
Marina Rosenfeld – We’ll start a fire
Andrea Blum – Parallel Lives
Anna Maria Maiolino – In the sky I am one and many and as a human I am everything and nothing
KUNSTHAUS BASELLAND
St. Jakob-Strasse 170
kunsthausbaselland.ch

MUSEUM DER KULTUREN – EXTRACTIVE ZONES

Maria Thereza Alves, Rio Doce. Sweet No More, 2017

Maria Thereza Alves, Rio Doce. Sweet No More, 2017

Estrazione: termine che non va inteso soltanto in termini letterali, “minerari”. Quando si parla di capitalismo estrattivo, infatti, si fa riferimento al modello di sfruttamento dell’ambiente – esseri viventi compresi – che caratterizza l’Antropocene. Le zone estrattive, però, sono al contempo bacini enormi di biodiversità anche culturale. E su questo doppio versante che ragiona la mostra al Museo delle Culture, mettendo in dialogo riflessioni etnologiche e arte contemporanea. Fra i progetti più rilevanti: l’analisi del paesaggio contaminato di Minas Gerais (Maria Thereza Alves), l’indagine sul neocolonialismo insito nella produzione farmacologica (Uriel Orlow) e il ritratto dell’agency dell’acqua con particolare riferimento al fiume Cauca in Colombia (Carolina Caycedo).

Basilea // fino al 17 ottobre 2021
Extractive Zones
MUSEUM DER KULTUREN
Münsterplatz 20
www.mkb.ch

HEK – RADICAL GAMING

Theo Triantafyllidis, Pastoral, 2019. Installation view at HEK, Basilea 2021

Theo Triantafyllidis, Pastoral, 2019. Installation view at HEK, Basilea 2021

Radical Gaming. Immersion Simulation Subversion è l’ennesima collettiva colma di spunti attuali ed efficaci per ragionare su temi della nostra contemporaneità. Nella fattispecie, gli artisti chiamati a raccolta dal curatore Boris Magrini sono impegnati a sviscerare le strutture, le tecnologie e le estetiche dell’industria videoludica. Sviscerare perché il punto di vista adottato è appunto sovversivo, letteralmente disfunzionale, ma non per questo – anzi! – luddista. Significa sfruttare ogni apparato tecnico per criticare dall’interno le derive narrative e gli stereotipi che investono a fondo questo mondo.

Basilea // fino al 14 novembre 2021
Radical Gaming
HEK – HAUS DER ELEKTRONISCHEN KÜNSTE
Freilager-Platz 9
www.hek.ch

VITRA DESIGN MUSEUM – HERE WE ARE!

Illustrazione tratta da Platform Futuress, 2021 © Maria Júlia Rêgo

Illustrazione tratta da Platform Futuress, 2021 © Maria Júlia Rêgo

Nelle scuole di design, quasi la metà sono studentesse. Questo dato è rappresentato correttamente quando comunichiamo, immaginiamo, descriviamo il mondo del design? La risposta è clamorosamente scontata. La mostra al Vitra vuol contribuire a rimettere nella giusta prospettiva la storia del design, sia dal punto di vista creativo che commerciale. E lo fa scrivendo “l’altra metà” di quest’ambito, con un punto di partenza stabilito all’inizio del XX secolo, focalizzando l’attenzione su ottanta professioniste: da alcune protagoniste del modernismo come Eileen Gray e Charlotte Perriand a imprenditrici come Florence Knoll e Armi Ratia, fino a rappresentanti di spicco del design contemporaneo come Matali Crasset e Patricia Urquiola. E la storia non termina qui, perché la mostra indaga anche le proposte più recenti, nelle quali le rivendicazioni femministe impattano su dati fondamentali quali l’autorialità.

Weil am Rhein // fino al 6 marzo 2022
Here We Are! Women in Design 1900 – Today
VITRA DESIGN MUSEUM
Charles-Eames-Strasse 2
www.design-museum.de

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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